La desertificazione bancaria mette in crisi l’accesso al credito degli umbri. I numeri sono quelli di una falcidia che prosegue ormai da anni. Incrociando i dati forniti dall’Osservatorio Bankitalia, dall’indagine recentemente commissionata alla Nielsen dalla Uilca e dall’elaborazione di First Cisl, quello che emerge è uno scenario desolante.
Nel solo 2023 hanno chiuso in Umbria ben 27 sportelli bancari, sommando quelli dei principali istituti di credito e delle banche SpA. Resistono le banche di credito cooperativo locali, che danno una risposta immediata alle istanze di PMI e microimprese del territorio (3 le filiali attive che restano operative). Ben 17 sono state le chiusure in provincia di Perugia e 10 in quella di Terni.
Alla base del processo di “desertificazione” dei front office del credito ragioni molteplici. Il processo di concentrazione delle banche, con acquisizioni e riassetti aziendali. E poi la digitalizzazione dei servizi, che ha ridotto la competività degli sportelli fisici. Infine, la diffusione dell’home banking, che ha reso sempre più agevole il “fai da te” degli utenti.
Nel complesso l’Umbria ha perso il 3,8% degli sportelli fisici. Un dato in linea con la vicina Toscana. Ma se si allarga l’analisi agli ultimi 5 anni, dal 2018 sono ben 102 gli sportelli tagliati in regione. Con molti comuni rimasti senza accesso fisico al credito.
Desertificazione bancaria: 45 mila persone risiedono in Comuni che non hanno più uno sportello (First Cisl)
L’elaborazione di First Cisl su dati Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, evidenzia per l’Umbria numeri in forte calo, per quanto attiene all’accessibilità bancaria. Sono ben 45mila le persone che vivono in Comuni senza banche. Con l’88% di queste che hanno perso la possibilità di ricevere assistenza diretta negli ultimi 12 mesi. 2.900 sono le imprese umbre che hanno sede in città senza filiali. Numeri che crescono se si considerano i Comuni dotati di un solo sportello: le persone che ci vivono sono almeno 54mila e le imprese sono 3.600.
L’Umbria si attesta nella media nazionale, con 40 sportelli ogni 100mila abitanti. Ma analizzando i numeri emerge che il 31,5% dei comuni umbri non ha sportelli bancari sul suo territorio. Il fenomeno della desertificazione è avanzato più rapidamente negli ultimi anni, in cui il 20,6% dei comuni è rimasto privo di sportelli. La percentuale potrebbe salire ulteriormente: i comuni con un solo sportello sono il 27% del totale. Il 15% del territorio umbro è stato colpito dalla desertificazione bancaria. Le situazioni peggiori in provincia di Terni: a Montecastrilli e Stroncone (entrambi Comuni con più di 4.600 abitanti). Al vertice della classifica delle banche presenti in comuni umbri che hanno cessato l’ultimo sportello tra il 2015 e il 2023 ci sono la CariOrvieto e Intesa San Paolo, con 5 filiali a testa. Per quanto riguarda la desertificazione assoluta, Terni va peggio di Perugia attestandosi al 65esimo posto nazionale contro il 46esimo della provincia perugina.
La Uilca Uil ha riunito il consiglio regionale: “Le banche supportino il territorio”
Nei giorni scorsi la Uilca, il sindacato di settore, ha riunito il consiglio regionale. All’incontro hanno partecipato il segretario generale della Uilca Fulvio Furlan, la responsabile dell’Ufficio Comunicazione nazionale Lea Ricciardi ed il segretario generale della Uil Umbria Maurizio Molinari.
“La chiusura di una banca, la mancanza di un servizio essenziale, lo spopolamento di un comune e di tutta un’area – ha detto Furlan – sono una responsabilità e un problema per tutta la collettività. È un problema che ha profili sociali, economici e di legalità. In questo importante contesto e a ogni livello continuerà quindi l’impegno della nostra organizzazione per trovare soluzioni condivise da tutte le parti coinvolte e interessate, per essere sempre più vicino alle lavoratrici e ai lavoratori e alle persone, a partire da quelle più fragili”.
Luciano Marini e Luca Cucina, Segretari Regionali della Uilca Umbria, hanno tracciato lo stato della situazione in regione. “Abbiamo avuto lungimiranza – hanno detto – ad avviare un’azione politica finalizzata a contrastare il fenomeno dell’abbandono dei territori da parte del sistema bancario, attraverso le continue chiusure di sportelli”.
Proprio per questo il sindacato ha lanciato una campagna “Chiusura filiali? No, grazie“. Culminata con un’indagine commissionata alla Nielsen. E i dati sulla desertificazione sono significativi anche in questo caso. Per 9 umbri su 10, i servizi bancari in un comune sono “molto” o “abbastanza” utili (87,5%). Di questi il 69,3% li ritiene “molto” utili, il 18,2% “abbastanza”. Determinante il rapporto umano: parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui servizi necessari è utile per il 92%, di cui 75,1% “molto” e 16,9% “abbastanza”. La banca rappresenta “un luogo utile per avere supporto e assistenza per quanto riguarda risparmi, investimenti e prestiti” per 8 persone su 10 (78,2%).
Infine, ed è il dato più interessante se si parla di desertificazione creditizia, il 50,3% degli intervistati da quando non ha più lo sportello bancario vicino deve “impiegare più tempo per raggiungere la banca”. Il 19,8% utilizza “servizi on fine sostitutivi”, il 5,7% è “costretto ad aspettare la disponibilità di familiari e amici che lo possano accompagnare”.