Delibere Tari (tariffa rifiuti): il sindaco Bandecchi aveva parlato di rischio calcolato, ottenendo il rinvio dell’approvazione in consiglio comunale. E gli emendamenti approvati ieri in commissione Finanze del Senato, gli hanno dato ragione. Il Comune di Terni avrà tempo fino al 30 giugno per sistemare la complessa partita della revisione tariffaria. Un argomento che si era arenato in assemblea, dopo che – per la ristrettezza dei tempi – la Commissione non era riuscita ad affrontare la proposta di PEF e di nuova tariffa. Ci torneremo più avanti.
La buona notizia per Terni è che la commissione Finanze del Senato ha approvato due emendamenti, fortemente richiesti dall’Anci, alla legge di conversione del cosiddetto decreto Superbonus.
Il primo è finalizzato ad agevolare l’elaborazione dei Pef (Piani economici finanziari) e le tariffe Tari attraverso una proroga al 30 giugno del termine di scadenza per l’approvazione delle relative delibere
Il secondo salvaguarda l’efficacia delle stesse delibere di approvazione Tari che dovessero essere approvate dal giorno dopo la scadenza (1 maggio), fino alla data di entrata in vigore della legge di conversione.
L’estensione del termine consentirà quindi al Comune di avere più tempo per elaborare le nuove tariffe relative alla Tari per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi e urbani.

Delibere Tari e piano economico finanziario, c’è da rimodulare tutto l’iter in consiglio comunale

Il burrascoso consiglio comunale di lunedì scorso, si era concluso con la mossa a sorpresa del sindaco Stefano Bandecchi. Che aveva proposto il rinvio dell’approvazione del piano economico e finanziario del servizio di gestione dei rifiuti e dell’adeguamento della Taric (a Terni, infatti, si paga il corrispettivo per il servizio gestito da ASM). Un rinvio motivato proprio dall’esigenza di non imporre adesso l’incremento del 2,39% (inferiore comunque al tasso di inflazione) previsto per Terni dai PEF deliberati dall’Auri. E di provare a imbastire, in due mesi, una proposta alternativa per cercare di cambiare le modalità operative e contenere i costi del servizio.

L’analisi fatta dal direttore di AURI (l’Authority regionale sui rifiuti) aveva, infatti, evidenziato ai consiglieri come l’attuale sistema di calcolo della tariffa rifiuti dipenda dai costi. Che per il 60% sono relativi al personale. Insomma, più di tanto (a meno di mettere in discussione i posti di lavoro di chi è impegnato nel ciclo dei rifiuti) non si può scendere.
E ora sarà necessario rimodulare l’intero iter di approvazione e di calcolo del corrispettivo su scala comunale. Questo perché il Comune di Terni, con il lavoro presentato dall’assessore Bordoni e dallo stesso sindaco Bandecchi, aveva pensato di far gravare l’aumento per il 60% sulla Taric delle attività produttive e per il restante 40% sui cittadini (contenendo l’incremento per le utenze domestiche). Ma l’obiettivo è quello di cercare di evitare l’aggravio dei costi, elaborando una soluzione alternativa. Per la quale, però, è necessario del tempo.
Sul rinvio si era espresso favorevolmente anche il PD, che però lamenta una riduzione del numero degli interventi di raccolta dell’indifferenziato. Mentre il centrodestra non aveva partecipato al voto.

La proposta del sindaco Bandecchi di una sperimentazione innovativa per tagliare i costi

La soluzione innovativa proposta da Stefano Bandecchi in consiglio comunale è imperniata sul ritorno di un sistema di raccolta diverso dall’attuale porta a porta. Già in campagna elettorale, il primo cittadino aveva posto l’accento sui limiti del servizio, parlando di “necessità di ritorno dei cassonetti di zona o di quartiere. E una raccolta differenziata diversa, più efficiente“. Una tematica che aveva ripreso anche in consiglio, con un abbozzo di idea progettuale. E aveva dato ragione al consigliere dell’opposizione Valdimiro Orsini, che aveva sostenuto la necessità di incentivare economicamente i cittadini alla differenziata “non come avviene adesso“.
Bisogna tenere conto che c’è un debito di 2,5 milioni di ASM, che viene da lontano. E che va recuperato. Cambiare tutto costerebbe 10 milioni. Una piccola sperimentazione costerebbe un milione e mezzo. Una soluzione alternativa con altre tecnologie costerebbe 2,5 milioni“.
E poi c’è l’idea sulla quale l’amministrazione comunale sta lavorando. Quella di una sperimentazione della tecnologia Separo (che abbiamo presentato con un’intervista all’inventore), della quale dovrà essere valutata la fattibilità. L’idea è quella di rivedere tutto il sistema del ciclo dei rifiuti, insomma. E potrebbe essere costituita a Palazzo Spada una apposita commissione.

Nuovo Presidente ASM, domani la scadenza per le candidature: totonomi con Gabriele Ghione in pole

Domani, infine, scade il termine, fissato dal Comune per l’ammissione delle candidature relative alla designazione del consigliere/presidente del Cda di ASM Terni, dopo le dimissioni dell’ex presidente Menecali. Gli interessati a ricoprire la carica – in possesso dei requisiti – possono dichiarare la propria disponibilità inoltrando al sindaco comunicazione esclusivamente mediante PEC all’indirizzo [email protected].
C’è già in corso un totonomi per la poltrona da 72mila euro annui. In pole ci sarebbe Gabriele Ghione, ex comandante della Fabbrica d’armi di Terni e candidato al consiglio comunale nelle fila di Alternativa popolare alle ultime amministrative. In corsa ci sarebbe anche Alessandro Campi, attuale amministratore unico di Terni Reti. Ma è improbabile che Bandecchi decida di spostarlo dalla poltrona del Videocentro. Anche se il suo vice, Riccardo Corridore, lo aveva portato come candidato di bandiera nella lista per il nuovo CDA del SII.