L’approvazione del nuovissimo decreto carceri al Senato ha acceso gli animi suscitando numerose critiche, tra cui quella di Walter Verini, senatore del Partito Democratico e segretario della Commissione Giustizia. Durante la Maratona oratoria contro i suicidi in carcere a Roma, promossa dalle Camere penali, Verini ha espresso con forza la sua opinione sull’inadeguatezza del provvedimento, definendolo “una scatola vuota che non risolve per niente i problemi drammatici dei nostri istituti di pena”.
Decreto carceri, Verini e le critiche sul sovraffollamento e sui suicidi in carcere
Il senatore ha evidenziato l’inaccettabile livello di sovraffollamento nelle prigioni italiane, dicendo che questa problematica coinvolge anche gli istituti minorili. “Il sovraffollamento è a livelli intollerabili, anche negli istituti minorili”, ha dichiarato Verini. La drammatica situazione dei suicidi tra i detenuti, che nei primi sei mesi dell’anno ha visto 55 casi, è un segnale da tenere in considerazione. Inoltre, anche sei agenti di polizia penitenziaria si sono tolti la vita nello stesso periodo, aggravando ulteriormente il quadro della crisi carceraria. “I suicidi di detenuti – sostiene Verini attraverso una nota – sono arrivati a 55 nei primi sei mesi dell’anno e sei sono quelli di agenti di polizia penitenziaria”.
La situazione è particolarmente grave anche nelle carceri umbre, dove gli arrivi di nuovi agenti penitenziari sono stati definiti “insufficienti” da Verini. L’arrivo di soli tre agenti a Terni è stato considerato dal senatore una presa in giro, specialmente considerando il periodo critico che sta attraversando l’istituto. “Gli arrivi di agenti penitenziari (annunciati in pompa magna da esponenti della destra tre giorni prima dei ballottaggi) sono insufficienti. A Terni ne arriveranno tre. È una presa in giro per quella realtà che sta vivendo il periodo più acuto della sua storia di carcere”, ha dichiarato il senatore.
Il senatore ha criticato aspramente la mancanza di fondi e risorse per quegli aspetti che al detenuto servono come il supporto psicologico, il personale sanitario, la formazione e le attività lavorative e sociali. Nel decreto non si prevedono fondi e risorse per psicologi, personale e strumenti sanitari, formazione, lavoro in carcere, socializzazione. “Umanizzazione degli spazi. La destinazione di tanti giovani tossicodipendenti in comunità è solo un annuncio”, ha affermato Verini. Ha sottolineato che la riduzione degli orari di apertura delle sezioni e la chiusura delle celle, senza potenziare la videosorveglianza, non è una soluzione adeguata. “Mentre diminuiscono gli orari di apertura delle sezioni e chiusura delle celle, non si potenzia la videosorveglianza”, ha aggiunto.
Un futuro incerto per il sistema carcerario
Verini ha accusato il decreto di mancare di coraggio e visione, definendolo una “scatola vuota” che non offre soluzioni concrete ai problemi esistenti. La destinazione dei giovani tossicodipendenti in comunità, annunciata con enfasi, è rimasta solo una promessa non seguita da azioni concrete. “Un provvedimento senza coraggio e visione”, ha detto il senatore.
Le parole di Verini lasciano intravedere un futuro incerto per il sistema carcerario italiano, con una situazione che rischia di peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane. “La realtà purtroppo è che il decreto-scatola vuota non darà risposte a una situazione destinata ad aggravarsi in queste settimane”, ha concluso il senatore. Il decreto in esame non sembra offrire le risposte necessarie per affrontare una crisi che richiede interventi urgenti e mirati.
Le carceri in Umbria stanno affrontando una crisi senza precedenti, con condizioni di sovraffollamento e carenze strutturali che peggiorano di giorno in giorno. A Perugia, la situazione è particolarmente critica. Secondo i parlamentari del Partito Democratico umbro, Anna Ascani e Walter Verini, che hanno visitato da poco il carcere di Capanne, le condizioni sono estremamente preoccupanti. Gli istituti di pena sono sovraffollati e mancano risorse adeguate per gestire la situazione, nonostante i recenti annunci di nuove assunzioni di personale penitenziario risultino insufficienti rispetto alle necessità reali.