La Valnerina, con la sua natura incontaminata, i borghi arroccati e una miriade di preziose testimonianze storiche, è uno dei gioielli dell’Umbria. Suddivisa tra le province di Terni e Perugia, si tratta anche di una delle zone più duramente colpite dai terremoti del 2016-2017. Proprio ieri è caduto l’ottavo anniversario di quei devastanti eventi. A Norcia si è tenuta una solenne commemorazione a cui hanno preso parte fra gli altri la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, la presidente della Provincia di Perugia e sindaca di Assisi, Stefania Proietti, entrambe candidate alla presidenza alle prossime elezioni regionali, oltre al Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli.

Si è trattato di un’occasione anzitutto di raccoglimento, durante la quale si è fatto il punto sulla ricostruzione che è ancora in corso. E proprio la commemorazione del terremoto ha fornito l’occasione per una più ampia riflessione sulla delicata situazione della Valnerina. Il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca ha lanciato l’allarme spopolamento.

De Luca sulla Valnerina: “Sta velocemente scomparendo”

De Luca nella sua nota ha tracciato in Valnerina un bilancio preoccupante. “La Valnerina sta velocemente scomparendo – così esordisce -. Nell’area del cratere pesano non solo le difficoltà della ricostruzione ma soprattutto la spoliazione dei diritti e dei servizi“.

E punta il dito dritto sulla celebrazioni di ieri a Norcia, una facciata istituzionale sotto cui si celano anni di malgoverno. “Sta tutta qui l’ipocrisia della politica che si riempie la bocca di parole in occasione delle ricorrenze“. La sanità, ancora una volta, è al centro del dibattito. “È paradossale – prosegue – che i protagonisti locali, regionali e nazionali, dello smantellamento dell’ospedale di Spoleto, unico Dea di I livello dell’area del sisma oggi, a otto anni dal terremoto, si lavino le mani con la classica pacca sulle spalle dei cittadini”.

Valnerina lasciata indietro, De Luca denuncia grave carenza di servizi

Gli interrogativi appaiono complessi e mostrano una realtà che fa i conti con gravi disservizi che pesano sugli abitanti. “Le comunità del cratere hanno bisogno di risposte immediate per arginare le emergenze prima fra tutte quella sanitaria – scrive ancora De Luca -, la tutela della salute e la salvaguardia della vita. Parlano di legge sulla famiglia, ma quelle della Valnerina non sono famiglie? Che progetto di vita si può costruire quando l’istruzione, le attività culturali e lo sport per ragazzi o bambini devi andare a farle a 40 minuti di auto?

Conclude guardano a una necessaria redistribuzione delle risorse in vista ormai del prossimo mandato. “Al governo della Regione promuoveremo una Carta dei servizi minimi garantiti, mettendo a sistema finalmente quelle risorse che fino ad oggi sono state vincolate lontano dalle necessità di chi vive nell’area del cratere“.

La Valnerina, tra SNIA e piano di ripopolamento dell’Appennino

La Valnerina è un’area che presenta diverse criticità che con il sisma sono andate acuendosi. Tuttora è interessata da progetti ministeriali che, si spera, daranno frutti almeno nel medio termine. La Valnerina è stata inserita nella SNIA, ovvero la Strategia Nazionale Aree Interne del Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, nata per rivitalizzare i territori più critici.

Nella nostra regione la strategia ministeriale ha riconosciuto cinque Aree interne che coinvolgono un totale di 59 Comuni umbri sui 92 totali. Dell’Area Interna Valnerina fanno parte 14 Comuni, 10 in provincia di Perugia (Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano e Vallo di Nera) e 4 in quella di Terni (Arrone, Ferentillo, Montefranco e Polino).

Ad agosto di quest’anno è arrivata poi la sigla del protocollo d’intesa per l’Appennino centrale sottoscritto tra il Ministero dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e Forestale e la Struttura commissariale sisma 2016. Un accordo interregionale che coinvolge oltre all’Umbria anche l’Abruzzo, il Lazio e le Marche, per il rilancio economico e sociale dell’area del cratere del terremoto, attraverso lo sviluppo di attività agro-silvo-pastorali. In previsione c’è la creazione di un “laboratorio Appennino centrale” per renderlo un territorio produttivo, economicamente e socialmente attrattivo.