L’ordinanza n.1 del 26 luglio 2024 della presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, ha introdotto importanti restrizioni sugli orari di lavoro all’aperto per i settori agricolo, florovivaistico e dei cantieri edili durante le ore più calde della giornata. Questa misura, volta a prevenire i rischi associati all’esposizione prolungata al sole, ha sollevato un dibattito acceso su come la normativa affronta la protezione dei lavoratori esposti alle alte temperature.
Lavoratori al sole: cosa dice l’ordinanza
L’ordinanza regionale vieta il lavoro all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni in cui il rischio di esposizione al caldo è particolarmente alto. Questa misura si applica ai lavoratori agricoli, florovivaistici e edili, settori ritenuti più vulnerabili alle ondate di calore. L’obiettivo è ridurre l’incidenza di colpi di calore e altre condizioni mediche legate al caldo eccessivo, proteggendo così la salute dei lavoratori.
L’ordinanza della presidente Tesei si inserisce in un quadro più ampio di normative nazionali e protocolli volti a migliorare la sicurezza sul lavoro durante le ondate di calore. Ad esempio, il nuovo protocollo nazionale approvato nel 2023 introduce una serie di misure obbligatorie per le aziende, tra cui l’adeguamento degli orari di lavoro, l’introduzione di dispositivi di protezione individuale specifici come creme solari, e una maggiore sorveglianza medica per i lavoratori a rischio. Queste misure puntano a una valutazione accurata dei rischi e a una riorganizzazione delle attività lavorative per minimizzare l’esposizione al caldo.
Lavoratori al sole: la polemica di De Luca
Il consigliere regionale Thomas De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha espresso critiche significative riguardo all’ordinanza, affermando: “L’ordinanza che vieta il lavoro dalle 12.30 alle 16 nei giorni in cui il rischio di esposizione al caldo è alto, si applica esclusivamente ai lavoratori agricoli, florovivaistici e edili. Tuttavia, i rischi per l’esposizione al calore non riguardano solo queste categorie. Numerosi lavoratori di altri settori, come quelli impiegati nell’industria, ma che operano al di fuori dei capannoni (solo a titolo di esempio chi lavora nei parchi rottami e nel movimento materiali all’aperto) o nella manutenzione e la fornitura di servizi pubblici che non rientrano nelle categorie elencati dall’ordinanza sono quotidianamente esposti a condizioni climatiche estreme”.
Poi aggiunge: “Non solo, secondo quanto illustrato nell’informativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulle ‘indicazioni per la gestione dei lavoratori esposti alle elevate temperature nel periodo estivo’ sarebbero da considerare a rischio anche tutti quei lavoratori che operano in edifici scarsamente raffreddati o in ambienti con elevata produzione di calore industriale che svolgono lavori fisici pesanti o devono utilizzare dispositivi di protezione individuale in condizioni di caldo estremo. È necessario che la tutela della salute sul luogo di lavoro venga estesa a tutte le categorie realmente a rischio”.
L’appello del Movimento 5 Stelle
De Luca ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione in Consiglio regionale per chiedere l’estensione delle misure di protezione a tutte le categorie di lavoratori esposti al caldo, sia all’interno che all’esterno. Ha evidenziato come la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere garantita indipendentemente dal settore di appartenenza, insistendo che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro nelle politiche di tutela della salute.
“Annuncio quindi – si legge nella sua nota – la presentazione di una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di attivarsi fin da subito per l’estensione dell’ordinanza a tutte le tipologie di lavoratori esposti ai rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature, indoor e outdoor, così come individuati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nelle more, visto che l’atto non potrà essere discusso entro breve termine, chiediamo alla presidente Tesei che l’ordinanza venga rivista e ampliata per includere le suddette categorie, assicurando che nessuno venga lasciato indietro”.