Sopralluogo con elmetto in testa e sguardo puntato al futuro: l’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, ha visitato lo stabilimento di Acciai Speciali Terni, accompagnato dai vertici aziendali, per fare il punto sugli interventi ambientali in corso previsti dall’Accordo di programma regionale.
Nel mirino del sopralluogo, la nuova “rampa scorie” – un’infrastruttura tanto tecnica quanto attesa, considerata strategica per affrontare una delle spine nel fianco ambientali della città: le polveri che si depositano nel quartiere di Prisciano. Non solo: l’intervento mira anche a contenere le emissioni diffuse nell’aria, con un occhio di riguardo alla qualità della vita dei residenti.
De Luca ha parlato di "un’opera chiave per voltare pagina", mentre dall’azienda è arrivata la conferma dei tempi di realizzazione e dell’impegno a rispettare i parametri fissati dall’accordo.
Un passo avanti concreto – almeno sulla carta – per una Terni che guarda a un equilibrio sempre più necessario tra industria e sostenibilità.
La nuova rampa scorie, attesa da oltre un decennio, avrà lo scopo di far transitare e trattare le scorie interamente al chiuso, eliminando così il rilascio incontrollato di polveri nell’atmosfera. L’assessore De Luca ha definito l’opera "un’opera strategica" anche per il recupero progressivo dei materiali di scarto e per ridurre drasticamente il loro conferimento in discarica.
L’autorizzazione alla realizzazione della rampa era stata rilasciata dalla Regione Umbria il 14 luglio 2025, al termine di un percorso autorizzativo complesso. Secondo quanto previsto dal cronoprogramma, l’infrastruttura dovrebbe entrare in funzione entro la primavera del 2026. Come ha ricordato De Luca, "dopo oltre dieci anni il cantiere ha preso finalmente avvio", segno di una svolta attesa da tempo per il sito ternano.
Il problema delle cosiddette polveri di Prisciano è un tema storico per Terni: il quartiere a ridosso dell’area industriale è spesso imbiancato da particelle metalliche provenienti dall’acciaieria. Negli ultimi mesi l’amministrazione comunale ha preso misure per mitigare il fenomeno. Ad esempio, è stato stipulato un accordo tra Comune di Terni, AST e l’azienda dei servizi ASM per attivare il lavaggio delle strade nelle zone limitrofe allo stabilimento, al fine di ridurre il deposito di polveri in attesa del completamento dei lavori della rampa scorie.
Contestualmente, la Regione Umbria ha rimarcato l’impegno su più fronti: sono stati finanziati con fondi regionali uno studio epidemiologico ("Neoconca") sull’impatto sanitario delle emissioni e un piano di biomonitoraggio (progetto "InSinergia") per valutare l’esposizione dei cittadini ai metalli pesanti. Queste iniziative integrano l’Accordo di programma con Arvedi AST, volto a fronteggiare in modo strutturale le criticità ambientali legate all’acciaieria.
L’Accordo di programma sottoscritto nell’estate 2025 tra Regione Umbria e Arvedi AST rappresenta un punto di svolta. Oltre alla costruzione della rampa scorie, l’intesa prevede interventi di efficientamento energetico, l’uso di tecnologie più sostenibili e un monitoraggio costante delle emissioni. La Regione ha sottolineato come l’accordo sia stato reso possibile anche grazie alle risorse provenienti dalle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche, destinate alla transizione ecologica del polo siderurgico ternano.
L’ingresso in esercizio della rampa scorie è fissato, secondo gli obiettivi del piano ambientale, entro la primavera del 2026. De Luca ha sottolineato che Regione e azienda "non hanno mai mollato su questo obiettivo" e che continueranno a "vigilare" sul rispetto del cronoprogramma. Nei prossimi mesi la Giunta regionale assicura che saranno attuati "passo dopo passo" tutti gli interventi previsti dall’Accordo di programma, con la salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente come priorità assolute.
L’attenzione resta alta sia sulla realizzazione dell’opera, sia sugli altri impegni ambientali, per garantire un concreto miglioramento delle condizioni ambientali e sanitarie nel territorio ternano. La Regione ha ricordato che parallelamente al cantiere sono stati attivati strumenti di sorveglianza epidemiologica, biomonitoraggio e progetti di mitigazione degli impatti, tutti orientati alla tutela dei cittadini e alla salvaguardia del territorio.