La Questura di Perugia ha recentemente emesso due provvedimenti di Daspo (Divieto di accesso alle manifestazioni sportive) nei confronti di altrettanti tifosi ternani coinvolti in gravi incidenti verificatisi lo scorso 20 settembre, prima dell’incontro calcistico tra Gubbio e Ternana presso lo stadio “Barbetti”. L’episodio ha visto protagonisti alcuni ultras ternani che, poco prima del fischio d’inizio della partita, si sono resi protagonisti di scontri violenti, attaccando il personale di polizia preposto ai controlli di sicurezza con calci, sputi e atteggiamenti minacciosi. Solo l’intervento tempestivo degli agenti ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente, scongiurando possibili conseguenze più gravi.
L’identificazione dei tifosi coinvolti negli scontri è stata resa possibile grazie al lavoro meticoloso della Digos di Perugia, che ha visionato le immagini delle telecamere di sorveglianza e il materiale registrato dalla Polizia Scientifica. Questi filmati hanno consentito agli investigatori di risalire all’identità dei due ultras ternani che, secondo quanto stabilito dalle indagini, hanno messo a rischio la sicurezza pubblica con il loro comportamento aggressivo. La gravità delle loro azioni e i rischi per l’ordine pubblico hanno spinto il questore di Perugia a emettere i provvedimenti di Daspo.
I due tifosi coinvolti non potranno accedere a manifestazioni sportive di calcio, Coppa Italia, coppe internazionali e campionato per la durata di un anno. Questo significa che gli sarà vietato partecipare a eventi sportivi legati al calcio in tutto il territorio nazionale. Oltre a questo, ai destinatari del Daspo sarà proibito avvicinarsi a meno di 400 metri dalle aree intorno agli stadi e ai luoghi di transito dei tifosi, come stazioni ferroviarie e parcheggi pubblici, nelle ore precedenti e successive agli incontri sportivi. La violazione del Daspo, inoltre, comporta pene severe: si rischia infatti la reclusione da uno a tre anni, accompagnata da una multa compresa tra i 10mila e i 40mila euro.
I due provvedimenti di Daspo non rappresentano un caso isolato in Umbria
Questi provvedimenti non rappresentano un caso isolato nel panorama calcistico umbro. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati emessi numerosi Daspo per episodi di violenza legati al tifo organizzato. Il fenomeno della violenza negli stadi, sebbene sotto controllo rispetto al passato, rimane ancora una piaga che affligge il calcio italiano e, in particolare, il contesto delle rivalità regionali come quelle che si registrano in Umbria.
Un altro esempio significativo è quello avvenuto nel marzo 2024, quando cinque tifosi del Perugia Calcio sono stati sottoposti a Daspo per gli scontri avvenuti durante il derby contro la Ternana. Anche in quel caso, la rivalità storica tra le due tifoserie ha fatto da sfondo a episodi di violenza che hanno coinvolto non solo i tifosi, ma anche le forze dell’ordine intervenute per ristabilire l’ordine. Le misure adottate nei confronti dei tifosi perugini sono state severe: oltre al divieto di accesso agli stadi, le autorità hanno intensificato i controlli in città per prevenire ulteriori episodi.
Un altro caso rilevante risale a ottobre 2023, quando durante un incontro di Serie B tra Ternana e Ascoli, un gruppo di tifosi locali ha causato disordini sia all’interno sia all’esterno dello stadio “Libero Liberati”. Le autorità hanno emesso Daspo per alcuni di loro, riconosciuti attraverso i filmati delle telecamere di sicurezza. Anche in questo caso, la violenza ha richiesto un intervento deciso da parte della polizia per prevenire il degenerarsi degli scontri.
Il Daspo, pur essendo un provvedimento efficace, non basta a debellare il fenomeno
Gli episodi di violenza legati agli eventi calcistici mettono in evidenza una delle principali sfide delle forze dell’ordine: garantire la sicurezza durante le manifestazioni sportive senza limitare la passione dei tifosi. In Umbria, come nel resto d’Italia, la rivalità calcistica è spesso motivo di grande entusiasmo, ma anche di potenziali tensioni. Le misure preventive adottate dalle autorità, come l’impiego di unità specializzate, l’installazione di telecamere di sorveglianza e la collaborazione con le società sportive, sono state fondamentali per contenere episodi di violenza.
Tuttavia, è evidente che il Daspo, pur rappresentando una misura di deterrenza efficace, non è sufficiente a debellare completamente il fenomeno. La cultura della violenza nel calcio deve essere combattuta attraverso un approccio più ampio, che comprenda anche iniziative educative rivolte ai giovani tifosi, la promozione di valori sportivi e la creazione di un ambiente sicuro e inclusivo negli stadi. In Umbria, come in altre regioni, le autorità stanno lavorando a stretto contatto con le società calcistiche e le associazioni di tifosi per sviluppare una cultura di rispetto e tolleranza.
Gli episodi di violenza legati al tifo non solo danneggiano l’immagine del calcio, ma hanno anche un impatto negativo sulle comunità locali. Le società sportive di Gubbio e Terni, ad esempio, hanno condannato gli scontri del 20 settembre e hanno sottolineato la necessità di mantenere la rivalità calcistica entro i confini del rispetto reciproco. Entrambe le squadre si sono impegnate a collaborare con le autorità per identificare e punire i responsabili degli episodi di violenza, al fine di garantire che gli stadi rimangano luoghi sicuri per famiglie e appassionati.