Il mondo della musica piange la scomparsa di David Sanborn, straordinario sassofonista americano deceduto domenica pomeriggio a Tarrytown, New York, all’età di 78 anni. Sanborn era noto per la sua capacità di spaziare tra generi musicali diversi, dal jazz al rock, con una disinvoltura che ha sempre rifiutato di incasellarsi in una categoria ben definita. La causa della morte è stata attribuita a complicazioni derivanti da un cancro alla prostata, di cui soffriva dal 2018.

David Sanborn ha sempre avuto un legame speciale con il festival Umbria Jazz, esibendosi più volte nel suo prestigioso contesto. Nel 1986 allo Stadio Renato Curi di Perugia ha condiviso il palco con Al Jarreau, regalando al pubblico una performance memorabile. Poi di nuovo nel 1997, quando la leggenda del sax ha calcato il palco di Villa Fidelia (Spello) come parte del supergruppo “Legends” di Eric Clapton. Una formazione stellare, questa, che univa alcuni dei più influenti musicisti del panorama internazionale tra cui Marcus Miller, ex membro del gruppo di Miles Davis. Ma anche Joe Sample e Steve Gadd. Insomma, un evento che è rimasto sicuramente impresso nella memoria dei partecipanti.

David Sanborn: una carriera incredibile per la stella del sax

Sanborn ha lasciato un’impronta indelebile non solo attraverso la sua musica ma anche con il suo spirito aperto e innovativo. “Non m’interessa sapere cos’è o cosa non è il jazz“, disse una volta in un’intervista con Downbeat. “I puristi sono combattivi, ma cosa credono di proteggere? Il jazz ha sempre assorbito influenze dall’ambiente circostante, trasformandole. I veri musicisti non hanno tempo per pensare in termini di categorie limitanti“.

Dal suo esordio nel panorama musicale fino ai suoi ultimissimi giorni, la carriera di Sanborn è stata una testimonianza della sua versatilità e della sua passione. Dal jazz al rock, passando per il blues e oltre, Sanborn ha sempre rifiutato di confinarsi in quelle che definiva “categorie limitanti”. Il suo talento ha brillato in pezzi memorabili come il sax in “Young Americans” di David Bowie e ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi della musica internazionale, tra cui i Rolling Stones, Bruce Springsteen, Stevie Wonder e gli Eagles.

Con oltre 20 album da solista, di cui molti premiati con dischi d’oro o di platino, e sei Grammy vinti, David Sanborn si è affermato come uno dei grandi del smooth jazz, una versione più morbida e popolare del jazz. Oltre alla musica, l’artista si è espresso a tutto tondo: ha esplorato il mondo dei media, presentando “Night Music” e conducendo il programma radiofonico “The Jazz Show”, così come la serie YouTube “Sanborn Sessions” e il podcast “As We Speak”.

La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo della musica, ma il suo retaggio continuerà a influenzare e ispirare future generazioni di musicisti. La vita e l’opera di David Sanborn rimarranno un punto di riferimento nel jazz globale, un ricordo perenne della potenza espressiva e della libertà creativa che solo il vero talento può portare.

Fondazione Umbria Jazz: bilancio in attivo e ottimismo per il 2024

Umbria Jazz è alle porte e si annuncia una stagione letteralmente entusiasmante che conferma l’andamento più che positivo del festival più atteso dell’anno. Un festival che chiude con un bilancio positivo per quanto riguarda il 2023 e che guarda con ottimismo non solo all’anno in corso ma anche al futuro.

Nell’assemblea dei soci tenutasi il 9 maggio, infatti, la Fondazione di Partecipazione Umbria Jazz ha presentato un bilancio 2023 chiuso con un attivo di circa 135.000 euro. Un risultato che testimonia l’efficacia nella gestione dei fondi, sia pubblici che privati, confermando la solidità e la capacità organizzativa dell’ente. Grazie a questa performance positiva, la Fondazione si appresta a proseguire il suo percorso con rinnovato entusiasmo: le attenzioni sono già rivolte all’edizione estiva del 2024, in programma a Perugia dal 12 al 21 luglio. Anche se alcuni artisti sono stati già annunciati, il cartellone completo dell’evento sarà svelato il prossimo 23 maggio e promette di arricchire ancora una volta la scena culturale con una lineup di eccellenza.

Gian Luca Laurenzi, presidente della Fondazione, ha espresso grande soddisfazione per i risultati ottenuti: “Posso affermare con decisione e senza riserva alcuna che stiamo lavorando bene ed i risultati concreti del nostro lavoro sono sotto gli occhi di tutti“. Laurenzi ha inoltre sottolineato come il successo sia il frutto del lavoro di squadra: “l merito di questo ottimo risultato va equamente suddiviso tra tutte le componenti della Fondazione Umbria Jazz: Soci, Consiglio d’Amministrazione, Dipendenti e Collaboratori, Collegio Sindacale“.

In chiusura, il presidente ha anche approfittato per esprimere congratulazioni e augurare buon lavoro al nuovo presidente della Fondazione Perugia, Alcide Casini, sottolineando la continuità e il rinnovamento nelle leadership che guidano le istituzioni culturali della regione.