La situazione dei detenuti affetti da problemi di dipendenza nelle carceri umbre sta destando grande preoccupazione. La Procura generale, a seguito del protocollo siglato il 23 luglio scorso, ha avviato una raccolta sistematica dei dati sulla popolazione carceraria con disturbi psichiatrici e problemi di dipendenza. Il procuratore generale Sergio Sottani ha dichiarato che i risultati ottenuti fino al 31 luglio rivelano una realtà “alquanto preoccupante“.

Il dettaglio dei dati della Procura sui detenuti delle carceri umbre

I dati sui detenuti raccolti dalla Procura generale dai registri degli istituti penitenziari umbri, con il supporto delle informazioni fornite dai presìdi sanitari penitenziari, delineano un quadro preciso e allarmante della situazione. Ecco il dettaglio delle carceri più importanti dell’Umbria.

Carcere di Perugia

Alla casa circondariale di Perugia, su un totale di 461 detenuti, ben 215 presentano problemi di dipendenza. Di questi, 67 soffrono anche di patologie psichiche. Inoltre ci sono 22 detenuti con patologie psichiatriche che non risultano correlate a tossicodipendenza. Questi dati, raccolti dai presìdi sanitari penitenziari, evidenziano la necessità di un intervento mirato per affrontare tali problematiche.

Carcere di Terni

La situazione non è meno grave nella casa circondariale di Terni, che ospita attualmente 561 reclusi. Di questi, 95 hanno problemi psichiatrici: 30 sono casi di disturbi psichiatrici gravi mentre 65 presentano disturbi minori. Inoltre, ci sono 300 detenuti in terapia psicofarmacologica e 136 con problemi di tossicodipendenza, di cui 15 con doppia diagnosi. Anche qui, l’adozione di terapie sostitutive, come il metadone, riguarda 14 detenuti.

Carcere di Spoleto e Orvieto: i dati della Procura sui detenuti

Infine a Spoleto, su 461 detenuti, 40 sono tossicodipendenti e 5 soffrono di disturbi psichiatrici. Orvieto, invece, ha un totale di 119 detenuti, ma presenta 61 casi seguiti dal Serd (Servizio per le dipendenze), 6 dei quali in terapia con metadone, e 35 con disturbi psichiatrici. Di questi ultimi due sono affetti da disturbo psicotico grave. Questi numeri evidenziano l’urgenza di potenziare le risorse per il trattamento delle dipendenze e delle malattie mentali all’interno delle carceri.

La Procura generale sottolinea che in Umbria esistono 29 strutture idonee ad ospitare detenuti con le problematiche previste dal protocollo. Di queste, 15 sono comunità terapeutiche, due sono dedicate a casi di doppia diagnosi, mentre le restanti si occupano di soggetti con disturbi psichiatrici. Queste strutture, distribuite su tutto il territorio regionale, rappresentano una risorsa cruciale per la riabilitazione e il supporto dei detenuti affetti da tali patologie.

Tensioni nelle carceri umbre: la protesta a Terni

La situazione critica nelle carceri umbre non riguarda solo i problemi di dipendenza e di salute mentale, ma si estende anche a crescenti episodi di tensione e protesta. Recentemente, la casa circondariale di Terni è stata teatro di una significativa protesta da parte dei detenuti, che ha ulteriormente acceso i riflettori sulle difficoltà che affliggono il sistema penitenziario della regione.

L’episodio di protesta pacifica avvenuto nel carcere di Terni ha visto coinvolti numerosi detenuti che hanno manifestato il loro malcontento per le condizioni di detenzione. La protesta ha preso piede in modo non violento per denunciare il sovraffollamento e le condizioni insopportabili di detenzione, aggravate dal caldo estremo. Circa sessanta detenuti della sezione di media sicurezza si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle, puntando di nuovo l’attenzione su una situazione critica che vede circa 150 detenuti in più rispetto alla capacità massima dell’istituto.

La comandante della polizia penitenziaria ha prontamente allertato le autorità competenti per evitare escalation della situazione. Nel frattempo si è mosso anche il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), che ha sottolineato la grave carenza di personale. Soli nove agenti di sorveglianza risultavano in forza per contenere i 570 detenuti e il Sappe denuncia nuovamente una gestione critica e strutturalmente carente del sistema carcerario umbro.

La situazione richiede interventi urgenti per migliorare le condizioni di detenzione e garantire una gestione efficace del personale. La protesta dei detenuti mette in luce le difficoltà strutturali e organizzative che affliggono il sistema penitenziario della regione, sollecitando una revisione delle politiche attuali.