01 Sep, 2025 - 21:36

Daniele Cipriani guida il Festival di Spoleto: l’era “Radici”

Daniele Cipriani guida il Festival di Spoleto: l’era “Radici”

Oggi si apre una nuova pagina nella storia del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dopo la designazione del ministro della Cultura Alessandro Giuli e la nomina formale da parte del Consiglio di amministrazione della Fondazione presieduto dal sindaco Andrea Sisti, il produttore e impresario romano Daniele Cipriani è entrato ufficialmente in carica come direttore artistico del festival.

Un incarico che segna la fine dell’era di Monique Veaute, in carica fino all’estate 2025, e l’inizio di una nuova direzione che punta a radicarsi nel tessuto culturale e sociale della città umbra.

La nomina e il passaggio di consegne

La cerimonia d’insediamento si è svolta nella sede della Fondazione, alla presenza delle autorità cittadine e dei membri del consiglio. Cipriani ha parlato di una grande responsabilità: “Il Festival di Spoleto è un patrimonio unico, la mia missione sarà custodirlo e al tempo stesso aprirlo a nuove contaminazioni artistiche”. Parole che hanno raccolto l’applauso di un pubblico composto non solo da addetti ai lavori, ma anche da cittadini e sostenitori.

Il sindaco Andrea Sisti ha rimarcato come la scelta di Cipriani sia frutto di un percorso condiviso con il Ministero, in linea con l’obiettivo di garantire continuità e allo stesso tempo innovazione. La Fondazione ha confermato che il nuovo direttore resterà in carica fino al 2028.

“Radici”, il tema della prossima edizione

Come riportato da Umbria24, Cipriani ha svelato il titolo della sua prima edizione, quella del 2026: “Radici”. Un tema che vuole riportare l’attenzione sull’identità profonda del Festival e sulla sua connessione con Spoleto. “Il Festival dei Due Mondi non è solo un evento internazionale, ma una storia che affonda le sue radici nel territorio e nelle persone che lo vivono”, ha dichiarato.

Nella sua visione, “Radici” significherà anche riflettere sul passato per guardare al futuro, intrecciando tradizione e innovazione. Saranno centrali la danza, la musica e il teatro, con particolare attenzione alle collaborazioni internazionali e al dialogo tra le arti.

Il percorso di un impresario della danza

Daniele Cipriani è considerato uno dei principali impresari di danza italiani. Nato a Roma, ha intrapreso il suo percorso giovanissimo: a 12 anni all’Accademia Nazionale di Danza, ma ben presto ha scelto di dedicarsi all’organizzazione piuttosto che alla carriera da ballerino. A soli 15 anni ha cominciato a curare eventi, per poi fondare la sua società di produzione che negli anni lo ha portato a collaborare con i più grandi nomi della scena internazionale.

Cipriani è conosciuto come il “Diaghilev italiano” per la sua capacità di mettere insieme artisti di calibro mondiale. Tra le sue creazioni più note figura il gala Les Étoiles, che ha portato a Roma e in altri teatri star del balletto provenienti da tutto il mondo.

Il legame con le istituzioni e il territorio

Oltre al lavoro con la sua impresa, Cipriani ha avuto incarichi come consulente per il Ministero della Cultura e ha collaborato con importanti enti lirici e fondazioni. La sua esperienza, fortemente legata alla danza ma aperta a contaminazioni artistiche, lo rende una figura capace di dare nuova linfa al Festival dei Due Mondi.

Il sindaco Sisti ha parlato di “una scelta che rafforza il legame tra Spoleto e il suo Festival, proiettandolo in una dimensione sempre più internazionale senza perdere il radicamento nella città”. Una linea che trova d’accordo anche il Ministero, che ha voluto con forza questa nomina.

Le sfide per il futuro

Il compito che attende Cipriani non è semplice. Il Festival dei Due Mondi, nato nel 1958 da un’intuizione di Gian Carlo Menotti, è uno degli appuntamenti più prestigiosi del panorama culturale europeo. Negli ultimi anni ha dovuto confrontarsi con sfide economiche, gestionali e artistiche, e la direzione di Monique Veaute ha lasciato un segno importante. Ora Cipriani dovrà dimostrare di saper coniugare la sua esperienza internazionale con le esigenze di un festival che è anche motore economico e turistico per l’Umbria.

Come ha dichiarato nel suo saluto ufficiale pubblicato sul sito del Festival, “Spoleto è un luogo dove la bellezza è di casa, e il Festival deve essere il suo specchio, un ponte tra culture e generazioni”. Una visione che indica la strada per i prossimi anni, con la promessa di un’edizione 2026 che già si annuncia ambiziosa.

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Francesca Secci
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