Nel cuore verde d’Italia, dove borghi medievali e paesaggi mozzafiato si fondono in una cornice di rara bellezza, l’arte torna protagonista con una stagione espositiva ricca di appuntamenti imperdibili. Maggio apre le porte a un itinerario culturale tra le città e i centri d’arte dell’Umbria, dove tradizione e contemporaneità dialogano attraverso collezioni d’autore, installazioni immersive e progetti visivi capaci di risvegliare emozioni, riflessioni e stupore.
Che siate appassionati di pittura, scultura, fotografia o nuove forme espressive, il panorama umbro offre una varietà di proposte pensate per coinvolgere tutti i sensi: dai grandi nomi dell’arte italiana e internazionale agli artisti emergenti, passando per mostre che uniscono estetica e tecnologia, tradizione e innovazione.
In questo articolo vi guidiamo alla scoperta delle migliori mostre da vedere in Umbria questo maggio: un viaggio tra spazi espositivi d’eccezione e atmosfere suggestive che sapranno conquistarvi e accompagnarvi per tutto il mese.
Dopo aver attraversato alcune tra le più importanti capitali culturali europee, la mostra Drawing Dante – La Divina Commedia vista dal disegno, tra fumetto e illustrazione approda finalmente in Italia, trovando dimora a Foligno, presso il suggestivo Palazzo Trinci in Piazza della Repubblica. L’esposizione sarà visitabile non solo durante il mese di maggio, ma dal 25 marzo al 6 luglio 2025, offrendo a visitatori, appassionati e curiosi un lungo periodo per immergersi in un affascinante viaggio grafico e immaginifico tra le visioni dell’Alighieri.
Nata nel 2021 per celebrare il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, l’iniziativa ha preso vita grazie al sostegno congiunto degli Istituti Italiani di Cultura di Parigi, Marsiglia, Amburgo e Strasburgo, con la collaborazione di COMICON, Monte Paschi Banque e l’Ufficio Italiano di promozione economica, commerciale e culturale a Taipei.
Drawing Dante riunisce dodici tra le più brillanti firme del fumetto italiano contemporaneo, invitate a reinterpretare liberamente l’opera dantesca con sguardi inediti e approcci stilistici personali. Accanto a grandi maestri come Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, Manuele Fior e Gabriella Giandelli, trovano spazio le visioni audaci e sperimentali di nove talenti emergenti della Nona Arte italiana, tra cui Eliana Albertini, Vincenzo Filosa, Elisa Macellari, Giulio Rincione e Spugna.
Tra gli appuntamenti più affascinanti e imperdibili del panorama artistico umbro di questo mese, spicca la mostra Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. L’esposizione, curata da Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano, sarà visitabile dal 16 aprile al 29 giugno 2025 negli eleganti spazi di Palazzo Montani Leoni, nel cuore di Terni.
Un progetto che celebra l’eredità dell’Impressionismo francese, ma che al contempo accende i riflettori su una stagione altrettanto intensa e significativa vissuta dall’arte italiana tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. A 150 anni esatti dalla celebre esposizione del 1874 a Parigi che sancì la nascita ufficiale del movimento, la mostra offre un raffinato dialogo tra le due scuole, mettendo in evidenza gli intrecci stilistici, le influenze reciproche e le sensibilità condivise.
Il percorso riunisce 45 opere, tra dipinti, sculture e materiali scritti, provenienti da prestigiosi musei italiani e internazionali, collezioni bancarie e istituti di credito. L’apertura è affidata a una tela di Jean-Baptiste Camille Corot, figura chiave della scuola di Barbizon, a cui seguono lavori di grandi protagonisti dell’Impressionismo francese, come Berthe Morisot – rappresentata da tre opere provenienti dal Musée FAMM e dalla recente retrospettiva torinese – ed Edgar Degas, di cui sono esposte alcune creazioni dalla GNAM di Roma.
Particolarmente suggestiva è la sezione dedicata agli artisti italiani che operarono a Parigi durante la Belle Époque, quando la capitale francese si affermava come epicentro dell’avanguardia artistica. Tra questi spiccano Giuseppe De Nittis (Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), Vittorio Matteo Corcos (Museo Giovanni Fattori di Livorno), Giovanni Boldini (BPM), Emilio Gola (Gallerie d’Italia), Federico Zandomeneghi e Antonio Mancini (da collezioni private).
Ampio spazio è riservato anche alla scultura, con due raffinati bronzi di Edgar Degas e una straordinaria opera in cera di Medardo Rosso – maestro indiscusso della scultura moderna italiana – concessa in prestito dal MART di Rovereto. Un contributo prezioso che testimonia la ricchezza e la varietà dei linguaggi espressivi presenti nella mostra.
A chiudere idealmente il percorso, un omaggio contemporaneo all’Impressionismo attraverso le opere di Mario Schifano e Tano Festa, che interpretano in chiave moderna l’eredità visiva e concettuale del movimento francese, sottolineandone la persistente influenza sull’arte italiana del Novecento.
Chiude in bellezza questa breve selezione degli appuntamenti imperdibili di maggio la mostra "Graffiti dell’Umbria. Scritture spontanee medievali e moderne", ospitata dal 13 aprile al 15 giugno 2025 presso il Complesso Museale di San Francesco a Montefalco. Un’esposizione tematica diffusa che invita il pubblico a riscoprire un patrimonio dimenticato ma straordinariamente eloquente: i graffiti incisi tra l’VIII e il XVII secolo su pareti di chiese, palazzi e spazi pubblici dell’Umbria.
L'iniziativa si pone l'obiettivo di restituire dignità e valore a queste testimonianze spesso trascurate, capaci però di rivelare frammenti autentici di storia vissuta. Tracce lasciate da pellegrini, memorie intime, cronache di eventi storici o naturali, dichiarazioni d’amore e segni della quotidianità: ogni graffito diventa un messaggero silenzioso del passato, un frammento di vita incisa nella pietra da uomini e donne comuni.
Attraverso fotoriproduzioni, traduzioni e contenuti multimediali, la mostra offre uno sguardo originale sulla storia sociale e culturale dell’Umbria, promuovendo un turismo consapevole, volto alla scoperta dei luoghi in cui questi segni hanno preso forma. Un invito a leggere i muri della regione come pagine aperte di un racconto corale e millenario.