23 May, 2025 - 18:00

Dalla cantina alla Pinacoteca: il racconto del ritrovamento della Madonna del Melograno. La storia straordinaria di Mourad e Marco

Dalla cantina alla Pinacoteca: il racconto del ritrovamento della Madonna del Melograno. La storia straordinaria di Mourad e Marco

"Io sono Mourad Ghammam, vengo dalla Tunisia, lavoro in Italia da tanti anni. Conosco il signor Marco Minghetti da tempo: mi ha chiamato per fare lavori nella casa di suo fratello. Un giorno, parlando con lui, ho detto che avevo una cosa bella da mostrargli. Era un quadro che avevo trovato durante uno sgombero, nel 2021".

Così inizia la storia semplice e potente di Mourad, un muratore tunisino, e Marco, un collezionista italiano di oggetti sacri, che con senso civico e intuito hanno riconsegnato a Gubbio un pezzo prezioso della sua identità: la Madonna del Melograno, trafugata nel 1979 e finita, per misteriosi percorsi, in una cantina di Imola.

Un tesoro nascosto in un sacco nero

"Durante il secondo anno del Covid, ero stato chiamato per uno sgombero in una vecchia cantina sotto la Basilica di San Cassiano, a Imola. C’erano tanti sacchi neri pieni di cose da buttare", racconta Mourad. "Ma quando ho aperto uno di quei sacchi, ho trovato un quadro. Era avvolto male, ma si vedeva che era qualcosa di importante".

Nonostante l’opera non avesse per lui un valore religioso diretto, da musulmano "ho capito che quella era una cosa da rispettare. Non si butta via un oggetto così". E così, con discrezione, "ho portato il quadro a casa e l’ho tenuto lì per tre anni, senza sapere cosa fosse davvero".

L’incontro con Marco: “Te lo regalo”

Dopo tre anni, Mourad ha occasione di conoscere marco Minghetti  che sa essere collezionista di oggetti antichi e sacri e coglie l'opportunità per mostrargli il dipinto.

"L’ho portato nel suo magazzino. Era avvolto in un panno. Gli ho detto: 'Guarda, ti piace? Te lo regalo'".

Marco, che colleziona immagini della Madonna (ne possiede oltre 5000), rimane colpito. "Era un quadro di legno vecchio, davvero molto antico. Non avevo mai visto niente del genere. L’ho preso, l’ho portato a casa e l’ho messo in cantina. Poi ho iniziato a studiarlo, a cercare informazioni".

La rivelazione: “È identico a quello rubato a Gubbio”

Spinto dalla curiosità, Marco cerca online: "Avevo notato il melograno, un dettaglio particolare. Ho chiesto alla mia impiegata di cercare 'Madonna con melograno'. Alla seconda pagina di risultati, ecco l’immagine identica: Pinacoteca di Gubbio. Un dipinto rubato nel 1979. Mi sono gelato".

L’intuizione è confermata: il quadro nelle sue mani è l’originale trafugato. "Mi sono detto: questo è vero, il legno lo conferma. Ho avuto paura. Mio figlio mi ha detto: ridallo a Mourad. Ma io ho deciso di chiamare i Carabinieri".

La chiamata ai Carabinieri e l’arrivo del TPC

"Telefono ai Carabinieri di Gubbio. Mi dicono che per competenza devo parlare con il Nucleo TPC di Bologna. Lì risponde un brigadiere. Mi chiede di inviargli una foto o un video. Glielo mando subito. Dopo mezz’ora mi richiamano: 'Veniamo a vederlo subito'".

Marco propone di riceverli nel pomeriggio. "Alle 20 arrivano tre uomini con le valigette: il maresciallo Turchetti e due brigadieri. Stanno a casa mia per quattro ore. Analizzano l’opera, cercano impronte, studiano i tarli nel legno".

Una collaborazione trasparente: “Vieni anche tu, Mourad”

"Ho chiamato Mouradracconta Marco – e gli ho detto: vieni anche tu, così racconti come l’hai trovato. È giusto che ci sia trasparenza". Mourad non si tira indietro. Racconta tutto: dove ha trovato il sacco, durante quale sgombero, e in quale cantina. I Carabinieri fotografano, documentano, risalgono persino alle fatture del Vescovado che confermano lo sgombero autorizzato.

"Quei locali – spiega Marco – fanno parte di un circuito di affitto per persone bisognose. Tante persone sono passate di lì. Ma nessuno aveva mai notato il quadro".

L'indagine e il silenzio: “Due mesi senza parlare”

Dopo il verbale, i Carabinieri portano via l’opera. "Ci dissero: non parlate con nessuno, per almeno due mesi", ricorda Marco. L’indagine doveva restare riservata. Anche Mourad fu tenuto all’oscuro del seguito. Ma entrambi sapevano di aver fatto la cosa giusta.

“L’ho salvata dalla discarica”

Mourad riflette con semplicità e orgoglio: «Se non l’avessi presa io, questo quadro finiva nella spazzatura. L’ho salvata. Quando c’è stata l’alluvione a Conselice, la mia cantina si è allagata. Ma io il quadro l’avevo già messo al sicuro, nella mia stanza, coperto da un telo».

Per Marco, il gesto ha avuto un risvolto personale quasi mistico: "Qualche mese prima avevo avuto un frontale con un camion. Io e mia moglie siamo usciti illesi. Forse questa Madonna doveva proprio venire a casa mia. Non ci credo tanto, ma qualcosa mi ha protetto".

Un gesto di civiltà che diventa esempio

Oggi, grazie alla collaborazione spontanea tra un muratore tunisino e un imprenditore italiano, la Madonna del Melograno è tornata alla Pinacoteca di Gubbio. Mourad e Marco sono stati ringraziati pubblicamente per il loro senso civico e la loro onestà.

"Sono contento – ha detto Mourad – che questo quadro sia tornato al suo posto. È giusto così".

E Marco chiude con una frase semplice, ma densa di significato: «Non l’ho fatto per guadagnarci. L’ho fatto perché era giusto. E perché certe cose, semplicemente, non si buttano».

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Mario Farneti
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