03 Dec, 2025 - 16:27

Dai laboratori di UniPg un nuovo alleato per gli anziani fragili: ecco CALLY, l'indice che predice la prognosi con tre semplici parametri

Dai laboratori di UniPg un nuovo alleato per gli anziani fragili: ecco CALLY, l'indice che predice la prognosi con tre semplici parametri

Un nuovo indice prognostico, semplice da calcolare e immediatamente applicabile nella pratica clinica, arriva dalla Struttura complessa di Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia. Il progetto, guidato dalla professoressa Patrizia Mecocci, con la supervisione scientifica della professoressa Virginia Boccardi e la collaborazione della dottoressa Francesca Mancinetti, ha portato alla creazione dell’indice CALLY (C-reactive protein – Albumin – LYmphocytes), pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Nutrients.

Come funziona l’indice CALLY

CALLY è un indice composito che integra tre parametri ematochimici di uso routinario - proteina C-reattiva (marcatore dell’infiammazione), albumina (indicatore dello stato nutrizionale e proteico) e linfociti (espressione dello stato immunitario) - in un unico punteggio prognostico facilmente calcolabile. L’approccio sfrutta dati già disponibili nella normale pratica ospedaliera per offrire una valutazione rapida, oggettiva e a basso costo dello stato di fragilità nei pazienti molto anziani ricoverati per condizioni acute.

Nella coorte di studio, composta da 264 pazienti anziani, valori più bassi dell’indice sono risultati fortemente associati a un incremento della mortalità a breve termine, a conferma della capacità di CALLY di intercettare precocemente i profili biologici più vulnerabili. In pratica, l’indice si propone come segnale di allarme: un punteggio ridotto può orientare il clinico verso approfondimenti diagnostici, monitoraggi intensificati, interventi nutrizionali o adattamenti terapeutici e piani di dimissione personalizzati.

Dalla ricerca al letto del paziente

Per il team di UniPg, CALLY rappresenta "uno strumento prognostico facilmente applicabile nella pratica clinica, in grado di identificare rapidamente i pazienti più a rischio e di orientare interventi tempestivi e soprattutto personalizzati". La sua immediatezza, sottolineano i ricercatori, lo rende particolarmente utile nei reparti di geriatria acuta, dove rapidità e affidabilità dei dati sono essenziali per modulare le decisioni terapeutiche.

La pubblicazione su Nutrients si aggiunge ai riconoscimenti ottenuti dal progetto: il lavoro è stato premiato sia al congresso nazionale SIGOT (Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio) sia dall’Accademia di Geriatria.

Vantaggi operativi per i clinici: allerta precoce, priorità terapeutiche e gestione del rischio

Per i medici, l’indice CALLY rappresenta uno strumento operativo di grande utilità. Il suo valore si manifesta su due fronti principali:

  • fornisce una misura prognostica integrata, combinando infiammazione, stato nutrizionale e funzione immunitaria in un unico indicatore;

  • permette di allocare risorse e interventi in modo mirato, concentrandosi su quei pazienti che, pur condividendo un’età anagrafica simile, presentano un profilo biologico più fragile e quindi maggiormente vulnerabile.

Pur non sostituendo la valutazione geriatrica multidimensionale, CALLY può diventare un segnale d’allerta rapido, utile per guidare approfondimenti diagnostici, intensificare il monitoraggio clinico e definire percorsi di cura personalizzati, aumentando la tempestività e l’efficacia degli interventi nei pazienti anziani ricoverati.

Supporto decisionale e personalizzazione dei percorsi di cura: le parole delle responsabili dello studio

A commentare i risultati e le ricadute cliniche dello studio sono state le responsabili della ricerca, che ne hanno sottolineato la rilevanza pratica e la rapidà di applicazione nei reparti di geriatria. "Questo risultato dimostra come la ricerca geriatrica possa tradursi in strumenti concreti a beneficio dei pazienti più fragili", afferma la professoressa Patrizia Mecocci, direttrice della Struttura complessa di Geriatria.

Sulla semplicità di applicazione e sull’immediata trasferibilità in contesto clinico è intervenuta la professoressa Virginia Boccardi, che ha dichiarato: "L’indice CALLY rappresenta un esempio di innovazione clinica facilmente implementabile: grazie a parametri già disponibili nella pratica quotidiana, consente di affinare la prognosi e migliorare la qualità dell’assistenza nei pazienti anziani ricoverati".

Le dichiarazioni rimarcano il duplice valore dell’indicatore: non solo come strumento prognostico, ma anche come leva operativa in grado di guidare decisioni cliniche, definire percorsi assistenziali mirati e stabilire priorità d’intervento per i pazienti più fragili.

Prospettive di sviluppo: verifiche multicentriche, impatto clinico e implementazione digitale

Gli autori rimarcano la necessità di ulteriori validazioni: sebbene metodologicamente solido,lo studio si è basato su una coorte limitata e su un unico contesto ospedaliero, condizioni che ne riducono la generalizzabilità.

Per confermare l’affidabilità e la trasferibilità dell’indice, sono previsti passaggi successivi mirati, tra cui: validazioni multicentriche su campioni più ampi e rappresentativi; studi prospettici in diversi setting assistenziali, comprese strutture territoriali, reparti di lungodegenza e hospice; analisi sull’impatto dell’uso routinario di CALLY su mortalità, durata della degenza ed esiti funzionali.

Tra gli obiettivi dichiarati rientra inoltre l’integrazione dell’indice in percorsi clinici standardizzati, così da renderlo uno strumento strutturale per la stratificazione del rischio e l’orientamento delle decisioni assistenziali nei pazienti anziani.

Impatto sul sistema assistenziale

Se validato su scala più ampia, CALLY potrebbe rappresentare per i team clinici uno strumento a basso costo, di immediata applicabilità e alto valore operativo. Consentirebbe una stratificazione rapida e oggettiva del rischio, agevolando decisioni su intensificazione terapeutica, priorità di valutazione geriatrica e intensificazione del monitoraggio; al contempo orienterebbe una distribuzione delle risorse più mirata ed efficiente. 

Per la popolazione anziana ciò si tradurrebbe potenzialmente in diagnosi più tempestive, interventi calibrati sul grado di fragilità, percorsi assistenziali personalizzati e una maggiore equità nell’accesso alle cure.

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Francesco Mastrodicasa
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