Un incontro formativo e informativo sui pericoli che si celano nel web per rendere consapevoli famiglie, docenti e anziani sulla corretta navigazione online. Si terrà domani martedì 28 maggio presso la Sala polivalente “L’Occhio” di Tavernelle alle 17.30 e approfondirà argomenti di grande attualità quali il cyberbullismo, l’adescamento online e l’uso consapevole dei social network. L’iniziativa è promossa dall’Istituto comprensivo Panicale-Paciano-Piegaro con il supporto dell’associazione CSR “Quartilio Fratini” e vedrà l’intervento di Maurizio Petroni, presidente dell’associazione Matrix e segretario del sindacato di polizia COISP in servizio presso la Polizia Postale di Perugia, in qualità di relatore.
L’incontro di domani a Panicale: che cos’è il cyberbullismo
La comunità educante da anni svolge progetti di interesse atti a contrastare l’odioso fenomeno del cyberbullismo e delle sue molteplici manifestazioni. Ma che cos’è esattamente il cyberbullismo? Una definizione puntuale la fornisce il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
“Il cyberbullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di materializzarsi in ogni momento perseguitando le vittime con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web e sui social network. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo“.
Le insidie del web: non solo cyberbullismo
Rispetto alla tv, dove i contenuti sono controllati e esistono delle fasce orarie strutturate, internet non ha filtri. Con un dispositivo in mano, chiunque può andare incontro a potenziali pericoli come la violenza, il furto di identità, l’hate speech e, appunto, il cyberbullismo. I minori e in generale i più fragili, sono le prime vittime del fenomeno perché internet, che è un campo aperto, dove non c’è un vero controllo, può facilmente fungere da amplificatore delle fragilità individuali.
Molte persone, in particolare i giovani, che nella vita off line presentano vulnerabilità, sono portati a cercare interazioni e socializzazione on line. I dati pubblicati dall’Unicef riguardo al fenomeno del cyberbullismo sono preoccupanti: nei paesi industrializzati, dove è più diffuso, tra il 5 e il 10% della popolazione minorile ne è stato vittima, con conseguenze psicofisiche che non possono essere sottovalutate.
“In un’era in cui la tecnologia e i social media sono parte integrante della nostra vita quotidiana” ha detto in proposito dell’incontro di domani la dirigente scolastica Aurelia Brita “è essenziale comprendere i pericoli che possono derivare dall’uso improprio di questi strumenti. L’unica arma veramente efficace per tutelare i nostri ragazzi è la promozione di una cultura della sicurezza, che favorisca un uso corretto e soprattutto consapevole della rete, offrendo alle nuove generazioni la possibilità di sperimentarne le enormi potenzialità senza tuttavia trascurarne i rischi, nella prospettiva della costruzione di un ambiente digitale rispettoso e positivo per tutti”.
L’educazione civica nelle scuole: uno strumento fondamentale
Gli argomenti relativi ai fenomeni di odio presenti in rete vengono da anni trattati nelle scuole nell’ambito dell’educazione civica che si attesta sempre più come fondamentale strumento di consapevolezza per le nuove generazioni. L’educazione civica è diventata a tutti gli effetti materia scolastica grazie alla Legge 92 del 2019 e dal settembre 2020 viene impartita in maniera trasversale a partire dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Tre sono gli ambiti di riferimento della materia. Il primo è la Costituzione, con riguardo al diritto, sia nazionale che internazionale, alla legalità e alla solidarietà. Il secondo riguarda lo sviluppo sostenibile, con interventi di educazione ambientale e volti alla conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio. L’ultimo ambito riguarda invece la cittadinanza digitale. Ogni docente, nell’ambito dell’insegnamento della propria materia, è tenuto a trattare durante l’anno scolastico dei temi che abbiano attinenza con le tre aree.