Non è solo un messaggio. È una preghiera, un invito, un lascito morale. Brunello Cucinelli, imprenditore umbro tra i più stimati al mondo, fondatore della casa di moda che porta il suo nome e simbolo del “capitalismo umanistico”, ha affidato ai giovani una lunga lettera carica di riflessione, cultura e visione. Un appello accorato, dal tono quasi lirico, in cui li esorta a diventare protagonisti di una "umanistica rivoluzione", destinata a dare vita a un Tempus novum, un tempo nuovo.
"Dobbiamo nutrirci della speranza", scrive Cucinelli, "ma questa da sola forse non è sufficiente, e allora dobbiamo anche mettere in pratica l'azione, come una sorta di umanistica rivoluzione illuminata dalla memoria, e fissa sul domani".
Un passaggio che rappresenta l’architrave del pensiero di Cucinelli: la memoria come radice, l’azione come motore, il futuro come orizzonte. In questa visione, i giovani sono la chiave, il cuore pulsante di una trasformazione che ha la misura del sacro.
Non è la prima volta che Cucinelli si rivolge alla gioventù con parole che richiamano la cultura umanistica. Ma questa lettera assume una forma più intima, quasi paterna. L’imprenditore cita filosofi e pensatori del passato, Esiodo, Socrate, Seneca, Sant’Agostino, Boccaccio, tutti accomunati da una certa severità nei confronti dei giovani della loro epoca.
"Molti uomini importanti", ricorda, "hanno criticato quelli della vostra età con parole severe", ma l’intento di Cucinelli non è condannare: è capovolgere la narrazione. "Ogni giorno penso a voi come al centro del mondo", continua, "vi vedo nel tempo passato e nel Tempus novum che sta per arrivare". Non mancano passaggi poetici, intensi, profondamente umani: "Vedo voi, o giovani, come uno di quei fiori, anche voi pieni di vigore, profumati dei vostri sogni e dei lontani orizzonti che la vostra anima abita".
In questa visione, la giovinezza è "il luogo più incantato e più ferace", ed è proprio per questo che deve essere coltivata con attenzione e rispetto. Non una risorsa da plasmare secondo logiche economiche, ma un’anima collettiva da ascoltare e accompagnare.
Il Tempus novum evocato da Cucinelli non è una semplice epoca storica. È una rivoluzione dell’anima, un cambiamento antropologico guidato dalla misura, dalla bellezza e dalla giustizia.
"Non so, o miei cari giovani, se queste parole accarezzino la vostra anima - afferma -, ma se vorrete desiderare il Tempo nuovo, se lo renderete reale e vivo, dovrete abitarlo con quella misura che i greci ci hanno insegnato, a poco a poco, rispettandolo come figli del Creato, così non brucerà nel vento, ma vivrà in eterno; tutto questo, ne sono convinto, non può accadere senza una umanistica rivoluzione, e voi ne potrete essere il motore". Quella misura, concetto chiave del pensiero greco, è la guida contro ogni eccesso e contro l’arroganza della tecnica priva di umanità. È un invito all’equilibrio, al rispetto del Creato, alla consapevolezza del limite. Secondo Cucinelli, il Tempus novum vivrà solo se sarà abitato da giovani consapevoli del proprio ruolo nella Storia. Il tono della lettera si fa infine accorato, quasi confidenziale. Cucinelli si rivolge ai giovani con un affetto che supera la retorica:
"Miei cari giovani, vi prego, smentite quei saggi, che furono forse deboli nelle riflessioni che avete letto; siate piuttosto lo specchio di un'altra realtà, che vedo io, e non solo io, quella di giovani pieni di amore, simboli di vita, ardimentosi, scrigni di pietre preziose, espressione della natura che procede continuamente creando, bisognosi di qualcosa che solo noi genitori, nonni, e adulti, possiamo darvi: un ascolto, una parola, una carezza; tali cose sono il nutrimento dell'anima. Brunello".
Una realtà fatta di amore, coraggio, espressione creativa, desiderio di senso. E soprattutto di bisogni spirituali che solo gli adulti possono accompagnare con gentilezza: Non solo parole. È la sintesi del pensiero che Cucinelli ha portato avanti per decenni, nella vita e nell’impresa.