02 Nov, 2025 - 09:30

Crolla la cassa integrazione in Umbria nel primo semestre 2025: segnali di ripresa nel mercato del lavoro

Crolla la cassa integrazione in Umbria nel primo semestre 2025: segnali di ripresa nel mercato del lavoro

Crolla la cassa integrazione in Umbria nei primi sei mesi del 2025, con un calo del 13,7% rispetto all’anno precedente. È questa la fotografia scattata dall’Ufficio Studi CGIA di Mestre, che evidenzia una dinamica differenziata tra le province di Perugia e Terni. Mentre Terni mostra una contrazione netta delle ore di Cig autorizzate, Perugia resta sostanzialmente stabile: il dato regionale segnala una ripresa del mercato del lavoro che si intreccia con l’ascesa di nuove assunzioni, soprattutto in settori tradizionali come turismo e costruzioni, confermando un cambiamento profondo nella domanda di lavoro.

Tra Perugia e Terni: i due volti del calo di cassa integrazione

Il trend umbro presenta due dinamiche distinte. A Perugia la cassa integrazione resta quasi invariata, con una crescita minima dello 0,5% (da 1,964 milioni di ore a 1,974 milioni nel primo semestre 2025). Terni, invece, segna il vero cambio di passo: qui le ore di Cig autorizzate crollano del 33,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da oltre 1,4 milioni a circa 945mila.

Nel complesso, in sei mesi le ore di cassa integrazione utilizzate dalle imprese umbre scendono da 3,38 a 2,91 milioni, con una diminuzione di circa 465mila ore - un risultato in controtendenza rispetto al dato nazionale, che registra invece un aumento del 22% delle autorizzazioni.

Il primato di Terni sul recupero produttivo trova riscontro anche nella graduatoria delle province italiane: secondo CGIA Mestre, Perugia si posiziona al 68° posto per incremento della Cig, mentre Terni è 96ª, confermando una minore esposizione agli ammortizzatori sociali.

Occupazione in crescita ma cambia la domanda: meno laureati, boom di profili generici

Alla flessione della Cig corrisponde una trasformazione più ampia del mercato del lavoro regionale. I dati Unioncamere evidenziano 4.380 assunzioni previste in Umbria solo per agosto 2025, con un saldo trimestrale positivo di 17.920 ingressi. Tuttavia, solo il 7% riguarda laureati, mentre crescono le figure senza specializzazione, trainate da settori come il turismo (19,1%) e le costruzioni (11,3%).

L’industria umbra cambia volto: alimentari e bevande soppiantano comparti storici come la metalmeccanica ed elettronica, segno di una polarizzazione verso settori meno innovativi.

“La vera sfida oggi è trovare la chiave perché l’economia umbra possa collocarsi stabilmente su livelli più elevati di innovazione, sia nelle attività tradizionali che in quelle ad alto contenuto tecnologico”, commenta il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, su Tag24 Umbria. “Serve un patto corale e concreto per spingere l’Umbria verso un salto di qualità, facendo leva sulla transizione digitale ed ecologica”.

Il mercato mostra anche alcune criticità: solo il 26% delle assunzioni è a tempo indeterminato o apprendistato, mentre il 74% resta precario, e il 51% delle posizioni aperte risulta difficile da coprire. “È fondamentale una forte sinergia tra tutte le istituzioni, regionali e nazionali, per costruire un futuro più solido, attrattivo e competitivo per il territorio”, aggiunge ancora Mencaroni.

Umbria, una regione che cambia tra dinamiche sociali e produttive

Secondo gli ultimi report, il mercato del lavoro umbro si semplifica e polarizza: meno competenze specialistiche, più profili generici, con una domanda formativa in calo e una presenza crescente di attività tradizionali. La precarietà lavorativa e la difficoltà di reperimento del personale restano sfide aperte che, unite alla flessione della cassa integrazione, propongono un equilibrio fragile e la necessità di investire su competenze, innovazione e stabilità.

In sintesi, il primo semestre 2025 in Umbria racconta una regione dove la cassa integrazione cala, il mercato del lavoro muta pelle e le assunzioni seguono nuove traiettorie, tra settori consolidati e tecnologie in rallentamento. Un quadro che invita il territorio a rafforzare la competitività e ad accettare la sfida della transizione economica e sociale.

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Federico Zacaglioni
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