In questi giorni l’Umbria si trova a un bivio, segnato da una crescita economica che stenta a decollare, per non dire che rimane statica. La pubblicazione dei dati Svimez ha gettato luce su una realtà preoccupante: l’assenza di una crescita economica significativa nella regione. Da qui l’acceso dibattito politico e le forti critiche dell’opposizione a Donatella Tesei sul fronte dell’economia. Le delle forze di opposizione puntano il dito, infatti, contro l’attuale amministrazione, accusata di non aver saputo impostare una politica economica efficace per la regione.
Secondo i consiglieri di opposizione, tra cui spiccano i nomi di Fabio Paparelli, Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni (PD) e Thomas De Luca (M5S), l’Umbria soffre di una mancanza di direzione chiara. Le critiche dell’opposizione alla Tesei si concentrano sull’assenza di una politica industriale definita, di una strategia per il rilancio dell’export e di un modello di sviluppo ben delineato. Inoltre, evidenziano la mancanza di una regia regionale efficace nella gestione dei fondi europei, fattori tutti che contribuirebbero al rallentamento economico della regione. Tutto questo, affermano, fa sì che “l’Umbria continui a perdere posizioni per colpa della Giunta Tesei“.
Tesei, economia: le dure critiche dell’opposizione
Le critiche mosse dall’opposizione alla Tesei e alla sua gestione dell’economia della regione sollevano questioni fondamentali sul futuro dell’Umbria. Le cifre parlano chiaro: si prevede una crescita del Pil umbro prossima allo zero per il 2024 (0,14%) e un modesto 0,78% nel triennio 2023-2025, ben al di sotto della media nazionale del 2,38%. Questi numeri, secondo l’opposizione, riflettono non solo una stagnazione economica, ma anche una perdita di competitività rispetto ad altre regioni italiane più dinamiche, come Toscana e Lazio.
L’opposizione identifica diverse cause alla radice dei problemi economici dell’Umbria. Tra queste, la mancata utilizzazione delle risorse europee del recovery fund per modernizzare e rendere più competitive le strutture produttive locali. Emblematici di questa situazione sono la vertenza ex Merloni, lasciata cadere nel dimenticatoio, e l’abbandono dell’area di crisi complessa Terni-Narni, oltre al mancato sviluppo di un accordo di programma per le Acciaierie di Terni che avrebbe potuto coinvolgere anche altri attori nel settore dell’energia verde.
Qual è la prospettiva per il futuro?
Le critiche delle opposizioni nei confronti della Tesei (e della sua giunta) sul fronte economico non sono ovviamente sterili. Di fronte a questa analisi, infatti, PD e M5S sono determinati nel dire che a emergere è la necessità di una nuova visione per l’economia umbra. A oggi, affermano, sembra difficile “risollevare le sorti di una regione che viene data come maglia nera del centro Italia“.
Questa visione non deve limitarsi, come ora, a celebrare timidi segnali di ripresa dell’occupazione “per altro senza contare che diminuiscono gli occupabili anche in virtù del calo demografico“. Ma deve affrontare in modo strutturale le sfide poste dalla modernizzazione produttiva, dall’innovazione e dall’internazionalizzazione. Solo così l’Umbria potrà aspirare a invertire la tendenza e a riconquistare un ruolo di primo piano nel panorama economico italiano. “Condividiamo le stesse difficoltà dell’altra regione governata dalle destre, le Marche, con l’aggravante di avere meno investimenti e una crescita, sul triennio, data per oltre un terzo inferiore a quella nazionale, per lo più caricata sulle spalle delle famiglie umbre“.
L’Umbria, in definitiva, si trova a un punto di svolta. Sarà cruciale per la giunta Tesei e per le future amministrazioni regionali affrontare queste sfide con determinazione, visione strategica e un impegno rinnovato verso lo sviluppo sostenibile e inclusivo. Solo attraverso un dialogo costruttivo e un’azione politica efficace sarà possibile garantire all’Umbria un futuro prospero e dinamico.