La crisi politica all’interno del Partito Democratico di Gubbio si è intensificata con l’ultimo attacco diretto tra due figure centrali della scena politica locale: l’ex sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati e il sindaco di Gualdo Tadino, nonché ex commissario del PD eugubino, Massimiliano Presciutti.
Le tensioni sono esplose in seguito alla lettera aperta di Presciutti, che ha provocato una forte reazione da parte di Stirati, il quale ha risposto con un lungo intervento pubblico, mettendo in discussione il ruolo e le motivazioni di Presciutti nel gestire il partito.
Filippo Stirati, che sta cercando di ottenere una candidatura alle prossime elezioni regionali, ha lanciato un duro attacco a Presciutti, accusandolo di ostacolare attivamente il suo percorso politico. Stirati ha descritto l’intervista di Presciutti come il culmine di una serie di attacchi, definiti da lui come “volgari”, a cui non ha potuto rispondere direttamente a causa della sua assenza durante gli incontri politici in cui questi attacchi sarebbero stati mossi.
Nel suo intervento, Stirati ha ricordato il contributo che ha dato al territorio durante il suo mandato come sindaco di Gubbio, evidenziando come fosse riuscito a ricostruire la credibilità del centrosinistra dopo un periodo di crisi politica causato da altri esponenti politici. Ha sottolineato che il suo impegno politico non è mai stato dettato dall’ambizione personale o dalla ricerca di potere, ma dal desiderio di servire la comunità.
Stirati rinfaccia a Presciutti “un’azione proditoria di rara vigliaccheria” durante la vicenda del Covid-19
Stirati non ha risparmiato critiche su come Presciutti abbia gestito la situazione durante la pandemia da Covid-19, ricordando l’episodio in cui il sindaco gualdese chiese di istituire una zona rossa a Gubbio. L’ex sindaco di Gubbio ha definito questo gesto come “un’azione proditoria di rara vigliaccheria”, evidenziando il deterioramento dei rapporti tra i due.
L’ex sindaco ha inoltre accusato Presciutti di aver usato il ruolo di commissario del PD a Gubbio per bloccare la propria possibile candidatura alle regionali, descrivendo questa strategia come parte di un piano orchestrato per ostacolare il suo ritorno in politica regionale.
Stirati ha voluto ricordare i successi ottenuti durante il proprio mandato, rimarcando il fatto che nel 2014 riuscì a vincere le elezioni comunali con il 73% dei voti, sconfiggendo un candidato del PD che, a suo dire, non rappresentava davvero il partito. Ha descritto il suo impegno politico come trasparente, disinteressato e orientato esclusivamente al bene della città, mettendo in evidenza il lavoro svolto per restituire dignità e slancio a Gubbio.
Stirati afferma di non aver “mai chiesto o preteso posti e collocazioni”
Stirati ha voluto anche chiarire la sua posizione rispetto alla politica in generale, affermando che la sua carriera di insegnante di liceo lo ha tenuto lontano dalle dinamiche di potere e dalle ambizioni personali che, secondo lui, caratterizzano molti dei suoi avversari politici. “Non ho mai chiesto o preteso posti e collocazioni! Anche oggi vale la stessa cosa”, ha dichiarato, sottolineando che la sua motivazione è sempre stata quella di contribuire alla crescita della comunità.
A complicare ulteriormente la situazione all’interno del PD di Gubbio sono intervenuti i reggenti del partito, che hanno preso posizione contro Massimiliano Presciutti dopo le sue dimissioni da commissario. I reggenti, tra cui Giovanni Manca, Gianni Fabbretti, Ubaldo Casoli, Giovanna Uccellani e Nicola Aloia, hanno espresso il loro sgomento per le parole di Presciutti e hanno sollevato dubbi sulle vere motivazioni che lo avevano spinto ad accettare il ruolo di commissario.
In una nota congiunta, i reggenti hanno criticato duramente l’operato di Presciutti, suggerendo che il suo impegno non fosse realmente volto a ricostruire il PD di Gubbio, ma che fosse piuttosto finalizzato a portare avanti interessi politici personali, forse anche legati a una sua possibile candidatura alle regionali. “Non vorremmo certo venire a scoprire nel tempo che in realtà la sua messa a servizio, motivo a suo dire per accettare il ruolo da commissario a Gubbio, nascondesse un maldestro tentativo di perorare candidature regionali su commissione“, si legge nella nota.
La crisi politica interna al partito crea un clima di grande incertezza in vista delle regionali
I reggenti hanno anche difeso la loro gestione del partito, sottolineando come lo statuto del PD sia un documento fondamentale che regola la vita democratica interna e che garantisce trasparenza nelle decisioni. Hanno accusato Presciutti di aver ignorato il ruolo della reggenza e di aver agito senza consultare gli organi locali del partito, concentrando i suoi sforzi su altre priorità politiche.
Con le elezioni regionali sempre più vicine, il PD di Gubbio si trova in una situazione di grande incertezza. Il partito è ancora scosso dalla sconfitta alle elezioni comunali di giugno, che hanno consegnato la città nelle mani del centrodestra dopo 78 anni di guida progressista. Questa sconfitta, secondo i reggenti del partito, ha lasciato il centrosinistra locale in uno stato di sofferenza, aggravato dalle divisioni interne e dai personalismi che continuano a emergere.
Il dibattito sulle candidature per le regionali è acceso, e l’attacco di Stirati a Presciutti non fa che alimentare ulteriormente le tensioni. Da una parte, Stirati cerca sostegno all’interno del partito per sostenere la sua candidatura, dall’altra i reggenti cercano di mantenere l’unità del centrosinistra, evitando che le ambizioni personali danneggino di più il partito.
La nota di Liberi e Democratici invita il PD a trovare la coesione interna
Giunge intanto una lettera da Liberi e Democratici (LeD) dove esprimono alcune riflessioni critiche riguardo alle proposte di riunificazione del Partito Democratico (PD) eugubino.
Secondo il gruppo, prima di parlare di ricostruzione della sinistra a Gubbio, il PD locale dovrebbe ritrovare la propria coesione interna, risolvendo la crisi politica, dato che il commissariamento attuale, voluto dal segretario regionale Tommaso Bori e affidato al sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, non è accettato da una parte consistente del partito. I LeD sottolineano che molte persone si riferiscono ancora ai reggenti nominati all’interno dell’Unione Comunale, e ciò rende il commissario una figura priva di legittimità.
I LeD affermano che l’inclusione di altre esperienze politiche, come quelle civiche, potrà avvenire solo dopo che il PD avrà risolto le proprie divisioni interne. Criticano inoltre il tentativo di coinvolgere coloro che, durante le ultime elezioni, hanno sostenuto il candidato di centrodestra Rocco Girlanda, ritenendo che ciò rappresenti una mancanza di riflessione sul ruolo che questi hanno avuto nella sconfitta del PD.
Rivendicano inoltre il valore delle forze civiche, come Liberi e Democratici e Città Futura, che hanno governato la città negli ultimi dieci anni, mantenendo Gubbio fedele ai valori della sinistra. Secondo loro, queste forze sono ingiustamente guardate con sospetto o, peggio ancora, con il desiderio di estinguerle per reintegrarle nel PD.
I LeD si dicono disponibili al dialogo, ma non accettano di ricevere lezioni da chi ha portato il PD locale al suo punto più basso negli ultimi anni creando una profonda crisi politica la suo interno.
Il gruppo conclude ribadendo che il PD deve risolvere i propri problemi interni prima di potersi aprire ad altre forze politiche. Fino ad allora, i LeD non saranno disponibili a partecipare a processi di facciata che non affrontano le reali esigenze del territorio.