La città di Gubbio si trova oggi ad affrontare una crisi immobiliare senza precedenti. Il mercato delle case in affitto è caratterizzato da prezzi spesso altissimi, con richieste che in alcuni casi raggiungono i livelli di città metropolitane come Roma e Milano. Questa situazione sta spingendo i residenti a lasciare la città, generando un impatto sociale significativo e un cambiamento radicale nel tessuto urbano.

Una delle cause principali della crisi immobiliare di Gubbio è la crescita esponenziale delle strutture ricettive per turisti, come Bed and Breakfast e appartamenti per brevi soggiorni. Negli ultimi anni, la forte vocazione turistica della città ha attratto investimenti nel settore dell’ospitalità, portando molti proprietari a destinare le proprie abitazioni a questo tipo di attività. Questo ha ridotto drasticamente la disponibilità di case per affitti a lungo termine, poiché gli affitti turistici sono diventati molto più redditizi per i proprietari.

Oggi, secondo una ricerca sulle principali piattaforme immobiliari, nel Comune di Gubbio si contano appena un centinaio di appartamenti disponibili, la maggior parte dei quali destinati a turisti piuttosto che a cittadini in cerca di una sistemazione stabile. A questo fenomeno si aggiunge la riconversione di numerosi casolari in agriturismi, che sottraggono ulteriori unità abitative al mercato residenziale. Questo contesto ha reso estremamente difficile per i residenti trovare una casa, e ha influito negativamente sulla vivibilità della città.

La crisi immobiliare a Gubbio ha avuto effetti devastanti sui prezzi degli affitti

La carenza di case disponibili ha avuto un effetto devastante sui prezzi degli affitti, che oggi variano dai 700 fino ai 2000 euro al mese, cifre decisamente fuori portata per la maggior parte dei residenti, specialmente per giovani e famiglie con redditi medi. I prezzi di Gubbio, città che fino a pochi anni fa aveva un costo della vita molto più contenuto, si stanno allineando a quelli delle grandi città, dove la pressione abitativa e la domanda di alloggi sono molto più elevate. Questa situazione rende impossibile, per molti, trovare un’abitazione dignitosa e accessibile.

Oltre al mercato degli affitti, anche quello della compravendita è stato pesantemente influenzato. Attualmente, un appartamento degli anni ’60 di medie dimensioni, spesso in condizioni non ottimali, può costare tra i 170.000 e i 200.000 euro, una cifra che rappresenta quasi il doppio rispetto a quindici anni fa. Questa escalation dei prezzi ha colpito anche le zone periferiche della città, spingendo i costi di acquisto oltre i limiti sostenibili per molte famiglie.

La crisi abitativa di Gubbio non è solo un fenomeno di mercato, ma una realtà che sta profondamente influenzando la vita dei cittadini. Molti eugubini hanno già lasciato la città, incapaci di sostenere i costi degli affitti e impossibilitati a trovare una casa adeguata per le loro esigenze. La storia di una giovane eugubina, che ha dovuto trasferirsi a causa della difficoltà nel trovare un’abitazione, riflette una condizione ormai diffusa: “Mi sono dovuta trasferire perché non trovavo una sistemazione a un prezzo accessibile, mai al di sotto degli 800 euro mensili”, racconta, “gli appartamenti in affitto poi sono spesso in condizioni pessime, adatti al massimo a uno studente – anche se qui universitari non esistono – non certo a chi cerca una sistemazione stabile e dignitosa”.

Impossibile per i giovani trovare case in affitto a lungo termine

Un altro cittadino tra i 30 e i 35 anni descrive come il mercato sia saturo di case “vetuste, spesso con evidenti problemi strutturali”, aggiungendo che “i pochi immobili ristrutturati hanno prezzi comparabili a quelli di grandi città come Milano, se non superiori. Per una casa alle porte del centro mi hanno chiesto 900 euro al mese!”. Questa situazione, racconta, si riflette chiaramente nei gruppi social locali, come “Cerco offro casa in affitto a Gubbio”, dove la domanda di case è costante, ma le offerte scarseggiano o addirittura mancano del tutto.

La crisi immobiliare sta avendo un impatto rilevante sul tessuto sociale di Gubbio, spingendo i residenti a cercare abitazioni nei comuni limitrofi o in altre città più accessibili. Il fenomeno sta contribuendo a uno spopolamento progressivo della città, che ha visto una diminuzione della popolazione, passata dai 30.859 residenti all’inizio del 2022 ai 30.520 dell’aprile 2024. Questo declino demografico rischia di innescare un “inverno demografico” per Gubbio, che potrebbe vedere ridotte le giovani famiglie, i lavoratori locali e, più in generale, la vitalità della città.

La trasformazione delle abitazioni in strutture turistiche, pur portando benefici economici immediati ai proprietari, riduce drasticamente la disponibilità di case per residenti, creando un effetto domino. Con meno persone disposte a vivere in città a causa dei costi eccessivi, anche il tessuto commerciale locale e la vita comunitaria ne risentono. Le attività commerciali, che già soffrono in molti centri storici italiani a causa della concorrenza delle grandi catene e dei cambiamenti nei consumi, si trovano a fronteggiare una riduzione dei clienti locali e una dipendenza sempre maggiore dal turismo stagionale.

Necessari interventi per riequilibrare il mercato degli affitti a lungo termine

Oltre alla crescita delle strutture turistiche, il fenomeno riflette una tendenza più ampia che sta colpendo molte città storiche italiane: l’attrazione di investitori esterni che acquistano proprietà per convertirle in alloggi turistici o per speculare sulla loro rivendita. Inoltre, la scarsità di nuove costruzioni e la mancanza di politiche di edilizia residenziale pubblica hanno contribuito a ridurre l’offerta di case disponibili per affitti a lungo termine.

Alcuni interventi potrebbero contribuire a riequilibrare il mercato immobiliare di Gubbio:

  1. Incentivi per l’affitto residenziale a lungo termine: Misure fiscali o incentivi per i proprietari di immobili potrebbero spingerli a destinare le loro proprietà al mercato residenziale anziché al turismo.
  2. Regolamentazione degli affitti turistici: L’introduzione di norme che limitino il numero di giorni in cui una proprietà può essere affittata a turisti o che prevedano autorizzazioni specifiche potrebbe ridurre la pressione sul mercato immobiliare.
  3. Sostegno all’edilizia residenziale pubblica: Investimenti in progetti di edilizia pubblica o agevolata potrebbero incrementare l’offerta di abitazioni a prezzi accessibili.
  4. Piani di sviluppo abitativo locale: Collaborazioni tra Comune e investitori privati per progetti di ristrutturazione e sviluppo di case per residenti potrebbero aiutare a frenare l’esodo dei cittadini e a riportare equilibrio nel mercato.