"Un’altra occasione persa. E Gubbio, ancora una volta, resta a guardare." Così commenta, con un filo di amarezza, un albergatore del centro storico. La Pasqua 2025 è passata, ma non senza lasciare il segno. Un segno negativo, evidente, doloroso per chi vive di turismo in una città che ha fatto del suo patrimonio storico, artistico e paesaggistico un vanto e una promessa. Una promessa che, tuttavia, si è infranta ancora una volta contro la realtà di numeri deludenti, silenzi istituzionali e lavori in corso senza fine.
La crisi del turismo pasquale a Gubbio non arriva come un fulmine a ciel sereno. Già nel 2024 si erano avvertiti segnali di stanchezza, di disaffezione, di calo di presenze. Ma quest’anno, nel 2025, la situazione si è aggravata. Nonostante un calendario favorevole, con le festività collocate in modo da incentivare i cosiddetti “ponti”, le strutture ricettive eugubine hanno registrato un netto calo rispetto agli anni precedenti.
I dati raccolti da fonti non ufficiali, parlano chiaro: rispetto al 2023, le presenze turistiche durante il periodo pasquale sono diminuite di oltre il 18%, un dato che scende addirittura al 25% se si prendono in esame le strutture extra-alberghiere come B&B, case vacanze e agriturismi. Numeri che fanno male, e che rivelano un trend consolidato che chi amministra avrebbe dovuto intercettare per tempo.
"Si fa finta di nulla, o peggio, si raccontano versioni accomodanti senza fondamento," dice una commerciante del centro, che ammette di non aver mai visto così poche persone nei giorni del Triduo Pasquale.
Una delle cause principali del calo di presenze, secondo gli operatori del settore, è lo stato in cui versa il centro storico. Lontano dall’essere una cartolina vivente pronta ad accogliere i turisti, il cuore della città appare "prigioniero di cantieri infiniti", con transenne, ponteggi, chiusure e deviazioni che limitano fortemente l’accessibilità e la godibilità dei luoghi simbolo della città.
"Ci sono zone dove si cammina tra mezzi da cantiere e ruspe parcheggiate, altro che atmosfera pasquale," denuncia un gestore di ristorante, che ha dovuto chiudere un giorno per lavori di manutenzione sulla rete idrica annunciati con un preavviso minimo.
I lavori, certamente necessari in un centro antico come quello eugubino, sembrano però pianificati senza tener conto dei picchi stagionali. "È inaccettabile che Gubbio si presenti così proprio nei momenti in cui dovrebbe offrire il meglio di sé," insiste un rappresentante di Confcommercio. I divieti di transito e le limitazioni ai parcheggi fanno il resto, scoraggiando anche il turismo di prossimità, tradizionalmente importante per la città.
Dietro le cifre, dietro i cantieri, c’è un’altra grande assente: la strategia. Gli operatori turistici denunciano la mancanza di un piano, di una visione condivisa, di un coordinamento tra amministrazione, associazioni e imprenditori del settore. "Non si può improvvisare: il turismo va costruito giorno per giorno", dice un imprenditore che gestisce tre strutture in città.
Secondo molti, la Giunta Fiorucci avrebbe peccato di inerzia, sottovalutando l’importanza di eventi, attrazioni e comunicazione proprio nei momenti chiave dell’anno. "Pasqua arriva ogni anno, e ogni anno ci si comporta come se fosse una sorpresa," ironizza amaramente un operatore culturale. Va detto a questo proposito che è tuttavia ingiusto accusare la Giunta Fiorucci di questa situazione dopo circa 80 anni di governo incontrastato delle sinistre.
Lamentele e preoccupazioni arrivano da più parti, anche da chi in passato ha avuto ruoli vicini all’amministrazione. Ma a prevalere, in pubblico, è ancora una certa reticenza: "Si cerca di alzare un po’ di fumo per evitare polemiche, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti", racconta una guida turistica, rimasta ferma nei giorni di Pasqua per mancanza di prenotazioni.
Un’analisi dei dati degli ultimi tre anni aiuta a comprendere meglio la portata della crisi:
Anno | Presenze Pasquali (stimate) | Variazione % rispetto all’anno precedente |
---|---|---|
2023 | 18.400 | +2,1% |
2024 | 15.300 | -16,8% |
2025 | 12.500 | -18,3% |
Mentre in molte città umbre — da Assisi a Spoleto, passando per Orvieto e Todi — si registra una ripresa o quantomeno una tenuta, a Gubbio il dato è in caduta libera. Questo nonostante la città goda di un’offerta artistica e paesaggistica di primissimo livello e di una posizione strategica, facilmente raggiungibile sia dall’Umbria che dalle regioni limitrofe.
La domanda che si fanno ora gli operatori è semplice: e adesso? Come si può invertire la rotta?
"Serve una svolta netta, un cambio di passo radicale," afferma un noto imprenditore locale del settore enogastronomico. Le proposte non mancano: dalla revisione della mappa dei cantieri, per renderli meno impattanti nei periodi sensibili, alla creazione di eventi tematici attrattivi, fino al rilancio del marketing territoriale, oggi quasi assente.
C’è chi propone una consulta permanente sul turismo, in grado di coinvolgere direttamente gli operatori nelle scelte strategiche. Altri chiedono una vera e propria cabina di regia, con esperti del settore e un cronoprogramma condiviso. Ma ciò che tutti, senza eccezione, chiedono è chiarezza, ascolto, concretezza.
Gubbio resta una città meravigliosa. Nessuno lo nega. Ma oggi è "una bellezza ferita, ingabbiata, tradita dalla politica, ieri come oggi." È questa la sensazione diffusa tra chi ogni giorno apre la propria attività con fatica e passione, sperando che arrivi quel turista che a Pasqua, invece, non si è visto.
Il rischio, dicono in molti, è che si entri in un circolo vizioso difficile da rompere: meno presenze, meno investimenti; meno eventi, meno attrattività; meno visibilità, meno visitatori. E mentre altre città investono, programmano, si reinventano, Gubbio sembra impantanata, come i suoi cantieri, in una burocrazia senza respiro.
"Il problema è che ci si abitua al declino. E quando ti abitui, allora hai già perso." Così conclude, con amarezza e lucidità, una storica albergatrice. E il suo sguardo, più dei numeri, racconta tutta la preoccupazione di una città che rischia di smarrire se stessa.