La crisi del commercio a Terni è legata a doppio filo con le vertenze industriali che hanno interessato il territorio negli ultimi anni. Ne è convinto Sergio Cardinali, ex segretario della Filctem Cgil e oggi assessore comunale allo sviluppo economico. Parecchie di quelle vertenze, soprattutto quelle del Polo chimico, l’assessore le ha vissute sulle barricate. E così, a pochi giorni dalla notizia delle chiusure di Conbipel e Terranova e dopo l’intervento della collega Stefania Renzi a Tag24 Umbria, l’ex sindacalista prestato alla politica vuole approfondire l’analisi di contesto. E proporre alcune soluzioni, nell’ottica di integrare le dinamiche economiche dei diversi settori produttivi.

Accanto a queste considerazioni, ci sono poi quelle politiche. Con Cardinali che rilegge all’indietro la storia degli accordi siglati nell’ambito delle vertenze territoriali, accusando le istituzioni del passato di avere accettato accordi al ribasso sul lavoro. Che hanno impoverito il tessuto economico cittadino e la capacità di spesa delle famiglie.

Crisi del commercio a Terni, per Cardinali un filo rosso lega le vertenze industriali alle serrande abbassate

In un’intervista a Tag24 Umbria, l’assessore al commercio Stefania Renzi aveva fatto il punto sulla crisi del commercio a Terni. Chiedendo di evitare di mettere insieme le chiusure delle grandi catene, spesso oggetto di ricambio, con quelle degli esercizi di vicinato. O dei piccoli negozi al dettaglio specializzati. E aveva chiarito che bisognerà abituarsi alla mobilità del lavoro.

Assessore Cardinali, lei ha davanti le immagini della manifestazione delle dipendenti Conbipel. Cosa ne pensa?
I sindacati fanno bene a sollevare il problema del lavoro – inizia il titolare della delega allo sviluppo economico -. Si tratta di un dramma che coinvolge in prima persona coloro che vedono chiudere la propria azienda e poi fanno fatica a ricollocarsi. Però c’è bisogno di analizzare la situazione un po’ più in profondità, se vogliamo affrontare le cause della malattia prima che si manifestino i sintomi“.

A cosa imputa queste chiusure a raffica?

Un primo elemento sul quale porre l’attenzione è rappresentato dall’alternarsi di crisi economiche a cambiamenti radicali dei modelli di produzione e di consumo. Se questo è un processo fisiologico e generalizzato, ce n’e ‘è un altro molto più grave. E soprattutto che implica delle gravi e precise responsabilità. Si tratta della totale incapacità di cogliere le opportunità del territorio attraverso politiche di sviluppo economico da parte dei soggetti preposti a questo compito“.

A cosa si riferisce in particolare?

Al fatto che i lavoratori sono stati per anni sulle barricate, mentre le istituzioni del passato, Comune e Regione, erano assenti. Si tratta di un filo rosso che lega le vicende del commercio con quelle dell’industria. Se funziona la produzione manifatturiera, cresce la ricchezza e prospera il terziario. Viceversa, c’è impoverimento trasversale e le serrande si abbassano. Nel territorio ternano ci sono delle costanti. Le vicende altalenanti delle acciaierie, ad esempio, sono state quasi sempre concluse con accordi al ribasso per il territorio. Le tante vertenze che hanno riguardato il Polo Chimico (Basell, Meraklon, Treofan), hanno visto i lavoratori e i sindacati impegnati a difendere il lavoro e le istituzioni assenti. I fallimenti dei centri di ricerca industriale e degli Incubatori di impresa, come Isrim e Bic, hanno vavuto lo stesso destino“.

La polemica politica con le precedenti amministrazioni di Comune e Regione

Insomma, secondo Sergio Cardinali c’erano già gli allarmi rossi lampeggianti, ma nessuno è intervenuto per mettere in sicurezza il lavoro…

Proprio così – continua l’ex sindacalista -. Il riflesso della crisi dell’industria e la mancanza di lavoro di qualità comporta una contrazione dei consumi e la crisi conseguente delle attività commerciali. Chi oggi grida all’allarme è esattamente chi ha governato negli ultimi venti anni ed è responsabile dello scempio che non nasce ora, ma ha radici lontane“.

E la vostra amministrazione come pensa di porre rimedio alla situazione?

Oltre alle importanti iniziative di cui parla la collega Renzi, e che sono strettamente legate al mondo del commercio e all’attrattività cittadina, la giunta Bandecchi è concentrata a supportare un nuovo sviluppo sostenibile. Si tratta di una strada obbligata: innazitutto quando si parla di AST, ma anche di supportare e integrare le produzioni del polo chimico. E poi dobbiamo rilanciare l’attività di ricerca e sostenere le imprese emergenti. Infine, deve passare una nuova visione dell’Università, sempre di più in centro e non marginalizzata ai confini della città. Il polo scientifico e didattico ternano deve diventare attrattativo per giovani da fuori provincia. Che rivitalizzino il centro cittadino e le attività che vi sono localizzate. Mi passa una battuta?“.

Prego…

Vicino ai lavoratori bisogna starci prima. Perché quando l’attività è chiusa è tardi… Lo dico con un pizzico di esperienza dell’argomento. Vorrei chiedere a chi parla oggi dove sia stato negli ultimi venti anni. Il sottoscritto era in mezzo ai lavoratori in lotta, cercando sempre una prospettiva lungimirante, purtroppo senza nessun supporto istituzionale, anzi… Adesso dobbiamo cambiare le cose: ci vorrà un po’ di tempo e molto lavoro, ma i risultati verranno“.