L’Umbria è in crisi economica e il suo tasso di sviluppo si meridionalizza, invece di agganciarsi alla locomotiva del centro-nord, ma le costruzioni reggono. E anzi, insieme al turismo, trascinano l’economia della regione grazie alla capacità di generare reddito e occupazione. L’analisi fatta qualche giorno fa dallo Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) è raccolta dalla Filca CISL dell’Umbria. Che con il suo segretario regionale, Giuliano Bicchieraro, interviene sulle tendenze dell’andamento economico produttivo umbro. Ponendo l’accento sul ruolo di costruzioni ed edilizia.
“I numeri e le statistiche sono incontrovertibili, inesorabili e impietose – attacca Bicchieraro -. Questo è il commento che mi sento di fare, dopo aver letto il rapporto della Svimez. Il report ci racconta una realtà economica produttiva dell’Umbria che la vede nelle ultime posizioni a livello nazionale. Addirittura per quanto riguarda il PIL siamo buoni ultimi. Le regioni del Sud crescono più delle regioni del Centro, addirittura la Puglia cresce più di tutte le altre regioni anche del Nord. Quello però che ci preme sottolineare, come Filca Cisl Umbria, è che il settore che cresce, evidenziando un dato in contro tendenza, è quello delle costruzioni. Il settore anticiclico per eccellenza, insieme al turismo, tant’è che è proprio questo l’altro comparto che cresce”.
Filca CISL Umbria: “Massima attenzione alle costruzioni nelle politiche pubbliche per fermare la crisi”
Il segretario regionale della Filca Cisl Umbria, Giuliano Bicchieraro, ha deciso di intervenire nel dibattito economico regionale dopo la pubblicazione del rapporto Svimez 2024. Dal quale esce una fotografia molto negativa dell’Umbria, sempre più vicina come performance economiche alle regioni del Meridione. (Qui l’analisi della Filca).
“Il settore delle costruzioni, per le sue peculiari caratteristiche – prosegue Bicchieraro – è in grado di far crollare, stabilizzare o far crescere l’economia di un intero Paese. Per questo diciamo ormai da tempo che occorre un piano industriale delle costruzioni attraverso il quale pianificare una serie di interventi che vanno nella direzione della prevenzione rispetto ai rischi naturali comuni a tutto il territorio nazionale, ovvero sismico, idraulico e idrogeologico“.
Insomma, per il sindacato di edilizia e costruzioni c’è da rimettere in sicurezza un intero territorio e sarà proprio il settore delle costruzioni a dover fare questo lavoro. Non solo. Il nostro patrimonio edilizio per circa il 70% è stato realizzato prima degli anni ’70. Quindi si dovrà procedere a mettere in sicurezza, visto che i primi capitolati antisismici sono del 1974, un’infinità di edifici.
“Il processo di adeguamento antisismico è fondamentale in Umbria. Molti immobili andranno rinnovati, alcuni ristrutturati, altri demoliti e ricostruiti. E nella fase di “rigenerazione”, quasi tutti andranno anche efficientati da un punto di vista energetico. Dunque – spiega il segretario umbro della Filca CISL – sarà altro lavoro per il nostro settore e serviranno risorse. Dalla nuova legge di bilancio sembra ci saranno a disposizione circa 25 miliardi. Per cui chiediamo, oltre che la conferma di alcune misure che riguardano l’alleggerimento del cuneo fiscale per le fasce medio basse, anche che il resto delle risorse vengano usate per gli investimenti pubblici e privati”.
Settore “dopato” dal Superbonus 110%, per l’occupazione e attrarre i giovani ecco i corsi per periti edili
Per il segretario della Filca CISL, dopo la riforma del patto di stabilità e con un debito pubblico a quasi 3 mila miliardi di euro, le risorse per gli investimenti saranno sempre di meno. Per cui le risorse pubbliche non vanno sprecate. Infrastrutture, ammodernamento degli edifici, messa in sicurezza del territorio diventano strategici in questa ottica. Il rapporto Svimez, però, ha evidenziato che il dato di crescita del settore è stato “dopato” dal Superbonus 110%.
“Le costruzioni – prosegue Bicchieraro – hanno però risposto anche in Umbria generando un effetto moltiplicatore. E poi c’è stato un effetto importante sull’occupazione. Nel periodo post pandemia, la possibilità di essere ricollocati o assunti ha riguardato cinquantenni e over 50. Il settore delle costruzioni per primo è stato protagonista di questo fenomeno, avendo bisogno di personale qualificato e specializzato. Queste particolari figure professionali risiedono per la massima parte in fasce di età medio alte. Questo anche perché i giovani purtroppo non scelgono il settore delle costruzioni per emanciparsi economicamente e socialmente, ritenendolo poco attrattivo. Anche in questa direzione ci si sta muovendo, vista l’importanza che ricopre il settore oggi e ricoprirà in futuro, organizzando attraverso la bilateralità della formazione, dei corsi di studi per periti edili“.
Insomma, secondo la Filca CISL, quella della formazione è una delle strade migliori per attirare giovani nel settore. Attraverso una qualificazione in partenza e non durante la carriera lavorativa.
“Sia il Paese tutto, sia nello specifico la nostra regione – conclude Bicchieraro – dovranno sfruttare l’occasione di crescita che è dato da questo settore. Incentivandolo e concertando con le parti sociali, sindacati ed imprese, misure che possano creare occasione di sviluppo e crescita. Noi come Filca Cisl Umbria siamo pronti a fare la nostra parte”.