"I Ceri corrono come batte il cuore della città". Anche quest'anno, la Corsa dei Ceri Mezzani ha regalato a Gubbio una giornata intensa, vibrante, scandita dal suono del Campanone, dalle grida dei ceraioli e dall'abbraccio della città intera. Una tradizione viva, pulsante, che ha coinvolto centinaia di giovani e migliaia di spettatori.
La mattinata è cominciata presto, con la sveglia dei Tamburini alle 6:30, seguita dall'Alzata in Piazza Grande, eseguita in modo magistrale dai ceraioli dei tre Ceri.
"Un'Alzata da manuale, composta e vibrante. Si vede che i ragazzi hanno nel sangue questa Festa", ha commentato un ceraiolo veterano presente sul posto.
Poi, nel pomeriggio, la città si è disposta lungo il percorso, come ogni anno, per attendere il passaggio dei Ceri Mezzani tra ali di folla festante. Il ritmo era quello giusto, l'energia era quella delle grandi occasioni.
Ma nel cuore della corsa, all'altezza delle Colonne di Barbi, si è vissuto un momento di paura. Il Cero di Sant'Antonio, lanciato lungo il Corso, si è inclinato in modo anomalo e, per ragioni ancora da chiarire, è caduto verso la folla ai margini.
Un giovane ceraiolo sangiorgiaro, presente tra il pubblico, è stato colpito alla tempia sinistra. Secondo il racconto di un testimone oculare, "è caduto a terra e ha perso conoscenza per qualche istante. La scena ha bloccato il fiato a tutti".
Immediato l'intervento dei soccorsi: le ambulanze sono arrivate nel giro di pochi minuti. Il giovane è stato soccorso sul posto, con i sanitari che hanno riscontrato un vasto ematoma nella zona temporale sinistra. Per fortuna, ha riacquistato i sensi poco dopo, apparendo vigile e collaborativo al momento del trasporto per accertamenti.
È stato un attimo di grande tensione. Ma tutto è stato gestito con prontezza e sangue freddo
Nonostante l'incidente, i Ceri hanno proseguito la loro corsa tra gli applausi, con grande compostezza e rispetto. I Capodieci hanno dato prova di equilibrio e spirito di squadra, dimostrando di saper tenere alto il valore della Festa anche nei momenti difficili.
La Corsa è proseguita regolarmente fino alla Basilica di Sant'Ubaldo, dove il Cero di Sant'Ubaldo ha compiuto il tradizionale gesto simbolico: è riuscito a chiudere il portone del chiostro, lasciando fuori gli altri due Ceri. Un epilogo dal forte valore rituale..
I giovani ceraioli hanno dimostrato ancora una volta di essere all'altezza della loro eredità. Hanno corso con passione, con serietà, con il cuore rivolto a Sant'Ubaldo.
"Sono giovani, ma già grandi. Quello che hanno fatto oggi rimarrà nella memoria della città", ha detto uno dei Capodieci del 15 maggio presente all'arrivo.
La caduta del Cero di Sant'Antonio non ha intaccato lo spirito della Festa. Al contrario, ha fatto emergere la solidarietà, la prontezza, la compattezza di una comunità che sa affrontare anche gli imprevisti con lucidità e coraggio.
La Festa è un organismo vivo. E quando qualcosa va storto, il cuore della città batte ancora più forte.
Al termine della giornata, mentre la città comincia a riprendere fiato, il pensiero va al giovane colpito dal Cero. Attendiamo tutti notizie dal nosocomio di Branca per conoscere esattamente le sue condizioni che al momento dell'arrivo delle ambulanze non sembravano gravi.
La Corsa dei Ceri Mezzani 2025 si chiude così: con un momento di commozione, con la forza della tradizione che sa reggere anche alle difficoltà, e con la certezza che ogni anno, ogni corsa, è un tassello prezioso nel grande mosaico dell'identità eugubina.
Perché a Gubbio, anche quando un Cero cade, è tutta la città che si rialza.