12 Jun, 2025 - 12:10

Coriglia, l'area archeologica di Castel Viscardo entra nel sistema di promozione Orvietano-Amerino

Coriglia, l'area archeologica di Castel Viscardo entra nel sistema di promozione Orvietano-Amerino

La popolazione umbra è ritenuta da molti la più antica d'Italia. Un'antica leggenda narra che i greci chiamassere gli umbri "Ombrici" perché sopravvissuti alle piogge quando la terra fu inondata. Leggende a parte, l'intero territorio umbro è disseminato da testimonianze di epoche arcaiche che, in buona parte, sembra siano ancora da scoprire. Tra le scoperte più suggestive degli ultimi quarant'anni figura a pieno titolo l'area archeologica di Coriglia a Castel Viscardo, piccolo Comune nei pressi di Orvieto, in provincia di Terni.

Nel 1986 qui, nei boschi vicino al fiume Paglia, vennero rinvenuti i resti di un'antica necropoli etrusca. Da allora l'area, che risale al settimo secolo avanti Cristo e che è stata sempre frequentata, senza interruzioni, fino all'età medievale, viene scavata, indagata e interrogata dagli studiosi.

Recentemente il sito di Castel Viscardo è entrato a far parte del progetto 'Tiber Pallia-Immersive discoveries', finanziato con risorse dell’Area Interna Sud-Ovest Orvietano. Un importante passo avanti che vede uniti cinque siti etrusco-romani di quattro Comuni attraversati dai fiumi Paglia e Tevere.

Cos'è la rete Tiber-Pallia

La rete Tiber-Pallia costituisce un itinerario archeologico nel territorio Orvietano-Amerino coinvolgendo oltre a Coriglia, anche Orvieto (Crocefisso del tufo e Campo della Fiera), Montecchio (Vallone San Lorenzo) e Lugnano in Teverina (Poggio Gramignano). Un'ottima notizia per i visitatori che potranno fruire di percorso archeologico-culturale integrato, immersivo e multimediale.

Nei giorni scorsi si è provveduto all'installazione di un nuovo pannello interattivo che descrive e guida i visitatori nell’area archeologica di Coriglia attraverso il quale poter scoprire la storia e i segreti dei siti con un'esperienza immersiva tra passato e presente. La web app, alla quale si accede con la scansione dei QR code presenti sui pannelli, permette una visita virtuale e in realtà aumentata con una ricostruzione degli antichi insediamenti.

Ad arricchire l'esperienza un podcast narrativo in sei episodi sviluppato insieme ai curatori scientifici dei siti culturali che spiega aspetti importanti legati all'archeologia del territorio in lingua italiana, inglese, spagnola e tedesca. Per i giovani visitatori e per le scuole vi è infine anche un edugame con una caccia al tesoro interattiva alla ricerca di antichi reperti archeologici.

La collaborazione con le università statunitensi

Coriglia, come altri siti archeologici italiani, rappresenta un'area di interesse e studio anche per gli archeologici provenienti dall'estero. Da pochissimo infatti è partita la 18esima campagna di scavo che vede coinvolti due college americani: il Saint Anselm College e il Kansas City Art Institute. L'iniziativa che si svolge su concessione del Mic, il Ministero della Cultura, è il risultato di una collaborazione di lungo corso tra il Comune di Castel Viscardo, la Soprintendenza Archeologica e le Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria 

Fino alla fine di giugno saranno impegnati sul campo una trentina di studenti americani, affiancati da un team internazionale di docenti e archeologi. A coordinare le attività, la direttrice scientifica Amanda Chen e la responsabile dello scavo Silvia Simonetti.

In particolare, la campagna in corso, grazie a un innovativo approccio topografico, si concentrerà sulle vie di comunicazione e sui collegamenti tra Corgilia e le principali vie romane. Il sito di Coriglia in epoca romana era infatti attraversato da due vie consolari, la via Traiana Nova e via Cassia. L'area, inoltre, sorgeva nei pressi di una fonte di acqua sulfurea che negli anni '60 vide sorgere anche un impianto termale oggi dismesso.

L'obiettivo è ricostruire il ruolo strategico dell'insediamento all'interno del sistema viario antico oltre a una possibile individuazione della fase etrusca. Nel corso degli anni molte strutture sono già state riportate alla luce. Ogni anno, come sottolineato da Simonetti, emergono nuove testimonianze grazie alla collaborazione Italia-Usa che vede impegnati tanti studenti.

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Sara Costanzi
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