La Coppa Davis un po’ intimorisce. Hai voglia a chiamarla insalatiera d’argento. Hai voglia a dire che sta facendo il tour di tutta l’Italia (il Davis Trophy Tour), dopo la strepitosa cavalcata di Sinner e compagni nella notte magica di Malaga. Se si escludono i ragazzi delle scuole che hanno tenuto a battesimo la mostra della Coppa a Terni, nel museo del Caos fino alle 19 di stasera, gli altri si godevano l’argenteo trofeo con gli occhi luccicanti della nostalgia.
“Ancora mi ricordo che cosa facevo nel 1976, quando Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Corrado Barazzutti sconfissero 4-1 il Cile“, dice il vicesindaco di Terni Riccardo Corridore, rimirandosi il trofeo. E Marco Schenardi, uno che ha giocato anche la Coppa delle Coppe con la maglia del Vicenza, non si limita a fare gli onori di casa da assessore allo sport.
“Tutti guardano alla vittoria sportiva – spiega coinvolto – ma pochi si soffermano a pensare il grande lavoro che c’è dietro alla conquista di un trofeo così. È vero che c’è il talento di Jannick Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Simone Bolelli e Lorenzo Sonego. Ma è anche vero che senza l’impegno di un intero movimento, di chi opera dietro le quinte, da capitan Volandri in giù, sarebbe impossibile portare a casa un risultato così rilevante per tutto lo sport italiano“.
Coppa Davis: il taglio del nastro con autorità e giovanissimi. Un passaggio di testimone
C’erano i vertici del Coni e della Federtennis umbra e ternana all’inaugurazione. Moreno Rosati vice presidente del Coni regionale, Fabio Moscatelli delegato provinciale del Coni, Gianni Daniele, già team manager della squadra nazionale di Coppa Davis e dirigente della Federazione nazionale. E per il Comune di Terni, che ha fatto gli onori di casa, il vicesindaco Riccardo Corridore, l’assessore allo sport Marco Schenardi e quello ai lavori pubblici Giovanni Maggi. Al taglio del nastro ha partecipato anche Alessia Quondam Luigi, assessore allo sport del Comune di Narni.
Volti emozionati anche quelli dei ragazzi delle scuole ternane. Travolti dalla Sinnermania lanciata dai suoi supporters più affezionati i “Carota Boys”. Un passaggio di testimone ideale rispetto ai nostalgici della magica impresa di 47 anni fa a Santiago del Cile. Per loro anche due campi da tennis allestiti sul piazzale del museo, per cominciare ad avvicinarsi alla racchetta e dare il via a un boom di praticanti che non si vedeva da decenni.
Moscatelli e Corridore: “Un onore per la città di Terni che diventa importante”
La lacrimuccia si affaccia all’occhio del maestro di tennis e delegato del Coni Fabio Moscatelli. Uno come lui, che ha trascorso la vita sulla terra rossa e sul cemento dei club del ternano, sembra tornato un bambino nella stanza dei giocattoli. “Per noi è un onore incredibile avere qui questo trofeo– afferma prima del taglio del nastro -. Ripaga tanti anni di sacrifici e promozione ed è un grande strumento per avvicinare i giovani allo sport“.
Gli fa eco Riccardo Corridore, il vicesindaco, che loda il Davis Trophy Tour. “Aver deciso di portare la Coppa a Terni – chiarisce – è un segnale importante del ritorno alla ribalta della nostra città. È una grande emozione avere qui una vera e propria icona dell’Italia che vince. E la nostra città è una grande risorsa nazionale, che ora finalmente viene riconosciuta per il ruolo che riveste“.