Erano giorni di forte tensione quelli che precedevano il 31 marzo, quando le lavoratrici e i lavoratori della sede e del magazzino di Coop Centro Italia a Castiglione del Lago si preparavano ad incrociare le braccia per uno sciopero di 4 ore, proclamato dalla Filcams Cgil di Perugia. Il presidio davanti alla struttura, previsto dalle 8.30 alle 12.30, si sarebbe inserito in un contesto di crescente insoddisfazione e preoccupazione. Questo sciopero avrebbe seguito quello del 20 febbraio, in cui i lavoratori avevano manifestato per richiedere maggiore trasparenza sul piano industriale della cooperativa e l’istituzione di tavoli tematici a livello territoriale. Nonostante le attese, però, in quella occasione non erano emerse novità significative circa i contenuti del piano, limitandosi a promesse di un impegno a convocare tali tavoli, senza però fissare date concrete.
Nonostante il quadro di incertezze, la Filcams Cgil ha deciso di revocare lo sciopero previsto per il 31 marzo, accogliendo come “positiva” la recente firma di un verbale di accordo ex articolo 47 relativo alla fusione di Coop Centro Italia. L’accordo prevede impegni concreti, tra cui la costituzione di tavoli tematici sulla sede e la logistica, con il primo incontro fissato per il 14 aprile. "Positiva la recente firma del verbale di accordo ex art. 47 relativo alla fusione, che include impegni concreti e la costituzione di tavoli tematici sulla sede e la logistica di cui il primo fissato per il 14 aprile”, ha dichiarato la Filcams Cgil.
Il sindacato ha sottolineato che questi tavoli rappresentano un passo importante “per affrontare le questioni relative alla fusione, agli effetti e agli strumenti necessari al fine di evitare eventuali ricadute occupazionali che avrebbero conseguenze drammatiche oltre che per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, anche per il tessuto economico e sociale del Trasimeno e di tutta l’Umbria”.
Nonostante l'accordo raggiunto, la Filcams Cgil ha deciso di mantenere lo stato di agitazione fino a quando non si otterranno "esiti chiari e soddisfacenti" dai tavoli di confronto. La revoca dello sciopero non segna una vittoria definitiva, ma rappresenta piuttosto una sospensione temporanea, in attesa che le promesse vengano tradotte in azioni concrete.
Ma fino a quando si protrarrà questa condizione? I rappresentanti sindacali hanno chiarito che la condizione di agitazione proseguirà finché non arriveranno risposte chiare. L'obiettivo è ottenere riscontri concreti e rassicuranti su temi cruciali, in particolare sulla garanzia della stabilità occupazionale e sulla tutela delle risorse umane coinvolte nel processo di fusione.
La situazione, dunque, rimane appesa a un filo. La fusione di Coop Centro Italia, accompagnata dai relativi cambiamenti organizzativi, potrebbe avere ripercussioni dirette non solo sui dipendenti, ma anche sull’economia del territorio circostante. L’incertezza aleggia tra i lavoratori, che da tempo attendono risposte concrete e rassicuranti riguardo alla loro occupazione, ma anche tra le autorità locali, preoccupate per le possibili ricadute sociali ed economiche che un’eventuale crisi occupazionale potrebbe generare.
In un contesto già di per sé delicato, in cui il settore della grande distribuzione organizzata sta affrontando profonde trasformazioni, le preoccupazioni legate alla salvaguardia dei posti di lavoro e al mantenimento dei livelli occupazionali restano al centro del dibattito. In un panorama che oscilla tra speranze e timori, il sindacato ha scelto di mantenere alta l’attenzione sul tema, monitorando attentamente l’evolversi della situazione. Il vero banco di prova sarà rappresentato dai tavoli di confronto che si apriranno ad aprile, quando si spera di arrivare a soluzioni concrete e soddisfacenti, che possano garantire un futuro stabile tanto per i lavoratori quanto per l’equilibrio economico del territorio.