È arrivato il via libera della Giunta regionale al Contratto di Fiume del Basso Nera, che adesso potrà muovere le prime mosse e diventare uno strumento di valorizzazione turistica e ambientale della provincia di Terni.
La delibera è stata approvata prima di Ferragosto su proposta dell’assessore Enrico Melasecche. E impegna la Regione a condividere e sostenere il processo di programmazione negoziata che porterà al varo del nuovo strumento di pianificazione territoriale.

L’obiettivo è quello di portare a sistema le diverse istanze che ruotano intorno al sistema fluviale. Ci sarà quindi una visione unitaria, ma anche una governance integrata e un’azione coordinata tesa alla promozione paesaggistica e territoriale dell’ambito. Che arriva a comprendere tutta l’area attraversata dal fiume Nera nei Comuni di Ferentillo, Arrone, Polino, Montefranco, Terni, Narni, San Gemini e Stroncone, compresa la Cascata delle Marmore e il lago di Piediluco.

Per partire è stata costituita una Aggregazione Temporanea di Scopo. Che vede coinvolti Alta Scuola (come capofila), il Consorzio Tevere Nera e il Museo Hydra. Che ora hanno il via libera alla predisposizione di un progetto di fattibilità.

Contratto di Fiume del Basso Nera, la parola agli ideatori: “Mettere a sistema l’identità dei luoghi”

Alessandro Capati Contratto fiume Basso Nera

A spiegare le finalità dell’iniziativa a Tag24 Umbria è Alessandro Capati. Architetto, animatore territoriale, è una delle anime più attive del Museo Hydra, l’esposizione multimediale della Cascata delle Marmore.

Il Contratto di fiume è uno strumento nuovo per questo territorio. Una opportunità di riqualificazione fluviale basata sulla cooperazione e l’innovazione. Come intendete operare?

L’idea di realizzare un Contratto di Fiume per l’area del Basso Nera – spiega Capati – è inclusiva. Parte dalla Valnerina fino alla confluenza con il Tevere e comprende anche CAscata delle Marmore e Piediluco. Nasce prima di tutto dalle caratteristiche intrinseche di qualità paesaggistica e di naturalità dell’area individuata. Si tratta di particolarità ben evidenziate dal “Piano Paesaggistico Regionale”. E poi dalla presenza di evidenze storico culturali, si pensi alla Cava Curiana e alla navigabilità del Fiume fin dall’epoca romana. Infine dalle peculiarità identitarie dei luoghi di grande pregio paesaggistico. Ma lo strumento, nella nostra idea, darà anche una mano a risolvere le criticità che ancora si riscontrano“.

Quali sono i problemi maggiori per il Basso Nera?

Beh, ci sono da elevare i requisiti qualitativi in alcuni tratti del fiume e anche in laghi e bacini. Sia dal punto di vista ambientale sia in termini di vivibilità e decoro della risorsa fiume. Compreso il problema delle inondazioni non ancora completamente risolto in larghi tratti. Temi, questi ultimi, che l’attuale “era” di cambiamenti climatici impone di affrontare in termini di interventi di adattamento”.

Qual è stato il percorso che avete seguito per arrivare al via libera allo studio di fattibilità?

Abbiamo ripreso in mano i fili di iniziative avviate negli anni precedenti, ma che non erano approdate a conclusione. L’idea è venuta con il secondo Forum delle Acque, organizzato da Hydra – Museo Multimediale Cascata delle Marmore, lo scorso anno. In collaborazione con Alta Scuola, società partecipata da Regione, Comune di Orvieto e Comune di Todi, abbiamo ipotizzato di avviare un percorso di Contratto di Fiume per il Fiume Nera. A seguito di quell’evento, il Consorzio Tevere Nera, il Museo Hydra, l’Ecomuseo Terre di Hydra e Alta Scuola hanno deciso di formare l’Aggregazione Temporanea di Scopo, con l’idea di redigere il progetto di fattibilità“.

Dopo l’ok dalla Regione, appuntamento a settembre con il nuovo Forum delle Acque

Ora che è arrivato l’ok della Regione, quali saranno i prossimi passaggi?

La Regione Umbria ha da subito appoggiato l’idea – prosegue l’architetto Capati -. E l’assessorato di Enrico Melasecche, con delega al rischio idrogeologico, ha riconosciuto questo percorso con un atto di indirizzo approvato dalla Giunta il 7 agosto. Il Contratto di Fiume rappresenta oggi uno strumento partecipativo e cooperativo. Che alla luce dei cambiamenti climatici in corso, degli eventi di siccità e di alluvione recentemente avvenuti nel territorio, delle prospettive attinenti alla strategia nazionale di sviluppo sostenibile, può portare alla definizione di un “Programma d’azione” di breve e medio/lungo periodo“.

Di cosa vi occuperete in questo strumento che rappresenta una “cassetta degli attrezzi” per la programmazione territoriale del percorso fluviale?

“Beh, possiamo prevedere azioni, interventi strutturali e non strutturali su asset strategici. Che vanno dai rischi alla prevenzione. Dalla manutenzione alla resilienza e sicurezza. Ci occuperemo di agricoltura, paesaggio, boschi, ecosistemi, risorse idriche. E ancora, di fruizione degli spazi fluviali e lacuali e di sviluppo economico sostenibile“.

Quando inizierà la partecipazione su questi argomenti? Quando si aprirà il dibattito col territorio?

C’è alle porte la grande occasione del prossimo Forum delle Acque, in programma a Terni e Marmore il 27-28 settembre. Si tratta di un evento organizzato da Museo Hydra e Pro Loco Marmore, grazie al finanziamento della Fondazione Carit. Che sarà in gran parte dedicato all’esposizione dei progetti previsti, allo stato attuale del Contratto di Fiume e alla partecipazione delle nuove generazioni della cittadinanza alle attività progettuali“.