Gli adeguamenti dei contratti delle coop sociali, che operano negli appalti dei servizi sanitari e socioassistenziali, sono frenati da una circolare di Anci nazionale. È quanto emerso in una riunione congiunta tra la stessa Anci regionale e i Comuni di Perugia e Terni. Collegate online anche le associazioni delle cooperative (AGCI Imprese sociali, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali) e i segretari territoriali di categoria di CGIL, CISL e UIL.
La questione in ballo non è secondaria. Perché, innanzitutto, può pesare in maniera rilevante sulle tasche dei dipendenti delle centrali cooperative, che hanno ottenuto un rinnovo con aumenti che decorre dal 2023. Ma allo stesso tempo, può avere un rilevante riflesso anche sui bilanci comunali, con la previsione di un significativo incremento percentuale annuo rispetto al costo del lavoro.
La situazione in Umbria è a macchia di leopardo. Terni, ad esempio, ha deliberato il recepimento degli aumenti contrattuali ed ha introdotto una “clausola di salvaguardia” per gli appalti. Mentre i sindacati lamentano di essere stati esclusi dal tavolo di trattativa da Perugia. Dove il Comune ha deciso di aprire il confronto solo con centrali cooperative e Anci.

Contratti coop sociali: Anci Umbria cerca la mediazione e aggiorna il tavolo alla prossima settimana

La complessa partita degli adeguamenti contrattuali riguarda circa 9.500 lavoratori in Umbria. Da quanto risulta ai sindacati tutte le cooperative hanno riconosciuto l’aumento contrattuale ai lavoratori.
Si tratta di un aumento dei costi di circa il 6% a partire dallo scorso mese di febbraio, con un incremento previsto di oltre il 15% entro il 2025. Aumenti che, se sono salutati con soddisfazione dai dipendenti che attendevano il nuovo contratto dal 2019, rischiano di mettere in crisi le coop che gestiscono gli appalti sanitari e socioassistenziali.

La materia è complessa – hanno spiegato i vertici di Anci, il direttore Ranieri e il presidente Toniaccini -. Perché incrocia molte normative: i nuovi codici degli appalti e dei contratti. È necessario un aggiornamento e un approfondimento rispetto alla situazione attuale, che verrà effettuato la prossima settimana con un nuovo tavolo di verifica“.

Il Comune di Terni, con l’assessore Sergio Cardinali, ha chiesto anche un tavolo con il coinvolgimento della Regione.Vorremo capire cosa vogliono fare sul servizio sanitario regionale – afferma -. Visto il continuo taglio delle risorse che vengono destinate a questo tipo di assistenza e le difficoltà in cui vengono vengono a trovarsi le famiglie che devono in qualche modo far fronte“.

Il Comune di Terni reclama la ricerca di una soluzione tecnica che consenta l’applicazione dell’accordo

Abbiamo richiesto che al tavolo si trovi una soluzione tecnica per consentire ai dirigenti di applicare l’accordo – afferma Sergio Cardinali, assessore allo sviluppo economico di Palazzo Spada -. È urgente trovare, quanto prima, una soluzione nel rispetto delle norme vigenti, che consenta la prosecuzione degli appalti evitando, nel contempo, la crisi delle coop. Da parte delle organizzazioni sindacali e delle stesse centrali cooperative, questa determinazione è stata molto apprezzata. Il punto di ricaduta, infatti, è la qualificazione professionale dei dipendenti, che erogano servizi fondamentali per le fasce più deboli e per i soggetti in difficoltà. Il mantenimento di standard elevati nelle prestazioni e la tutela di bambini, anziani, diversamente abili e famiglie con disagi, passa proprio per gli adeguamenti contrattuali e per la continuità assistenziale“.

Proprio il tema della continuità assistenziale è stato affrontato dal Comune di Terni con l’introduzione della clausola di salvaguardia.Abbiamo ribadito la la nostra volontà di inserire la clausola di salvaguardia dell’occupazione delle prossime gare – conclude Cardinali -. Vogliamo evitare che ad ogni appalto si inneschi il turnover dei dipendenti. a causa del diniego di farsi carico dei lavoratori impegnati nel servizio da parte di chi acquisisce i nuovi contratti. Questo non garantisce il mantenimento e la crescita della professionalità dei lavoratori. Che invece è un elemento, un requisito di qualità della cooperazione“.