Perugia, dopo il recente abbattimento della ‘Tampon Tax‘, si conferma un Comune amico delle donne. All’interno del territorio comunale ci saranno infatti sei strutture che si arricchiranno di nuovi servizi gratuiti rivolti a donne e famiglie con figli fino al terzo anno di età. Offriranno informazioni, supporto psicologico e genitoriale, orientamento e consulenza per l’allattamento, mediazione familiare e culturale, supporto all’inserimento lavorativo delle donne e per il disbrigo di pratiche quotidiane. Le iniziative rientrano nel progetto ‘Consultori familiari 2.0‘ promosso dal Comune di Perugia, in qualità di capofila della Zona sociale 2, e si estenderà anche a Corciano e Torgiano.

Dove rivolgersi e quali sono i nuovi servizi del progetto ‘Consultori familiari 2.0’

Il progetto ‘Consultori 2.0’ vuole costituire una buona pratica da estendere all’intero territorio regionale. Presentato ieri in una conferenza stampa a Palazzo dei Priori, erano presenti la sindaca Vittoria Ferdinandi, l’assessora alle Politiche sociali e alle Pari opportunità, Costanza Spera oltre ai rappresentati dell’Usl Umbria 1 e dei numerosi partner.

Ad aderire all’iniziativa sono quattro consultori (Madonna Alta, Ponte San Giovanni, Ponte Felcino e Ellera di Corciano), il Centro per le famiglie in via Diaz (Madonna Alta) e la sede dell’associazione Libera…mente Donna in via Santini (Elce). Al loro interno donne e famiglie avranno a disposizione uno sportello con équipe multidisciplinari in cui potranno confrontarsi con varie figure professionali come psicologi, educatori, assistenti sociali, mediatori culturali e ostetriche.

Nel Comune di Perugia gli interventi per potenziare i consultori familiari possono contare su uno stanziamento di circa 270mila euro (269.565) provenienti dal Fondo ministeriale per le politiche per la famiglia. Tra i risultati attesi, la creazione di una rete di servizi facilmente accessibili e la riduzione degli accessi ai servizi specialistici attraverso una maggiore prevenzione.

Il coinvolgimento del terzo settore

Tra le novità di ‘Consultori 2.0’ a Perugia c’è la modalità con cui l’intero progetto è stato messo a terra chiamando a raccolta gli enti del terzo settore interessati a diventarne parte attiva che hanno risposto a una apposita call. A farsi avanti sono stati il Consorzio Auriga (con i consorziati Asad soc. coop. soc., Borgorete soc. coop. soc., Nuova Dimensione soc. coop. soc., Polis soc. coop. soc.) in qualità di capofila dell’associazione temporanea di scopo nata con Acli – sede provinciale di Perugia – Aps, Arca di Noè soc. coop. soc., Il giardino della salute Aps, Associazione Libera…mente Donna Ets. Da lì è partita la co-progettazione che ha fatto tesoro del precedente progetto, ‘Percorso nascita’ del 2021.

Il secondo step è stato la sottoscrizione dell’accordo di collaborazione con la Usl Umbria 1- Distretto del Perugino affinché le sedi dei consultori ospitassero le attività di progetto, con i servizi aggiuntivi e il personale specializzato dedicato.

Ferdinandi: “Serve una comunità intera per accompagnare le donne nel percorso della maternità”

La sindaca Ferdinandi ha sottolineato l’importanza delle misure a sostegno di donne e famiglie pur nella complessità della situazione attuale “in un momento in cui le amministrazioni locali soffrono per i tagli“. La prima cittadina ha voluto soffermarsi sulla delicatezza del momento della maternità e su quanto i consultori siano presidi imprescindibili nel percorso che “mi fanno pensare – ha detto – quanto sia necessaria una intera comunità per accompagnare e sostenere la donna che si confronta con la maternità, il grande mistero della vita.

Questo progetto – ha detto l’assessora Spera – si caratterizza per una maggiore capillarità territoriale e una più ampia varietà di servizi messi a disposizione delle famiglie rispetto a ‘Percorso Nascita’. Ci rivolgiamo a un target potenziale di più di mille nuclei familiari, di cui il 20 per cento con vulnerabilità, visto che già la progettazione passata aveva interessato quasi 1.300 nuclei“. Spera ha evidenziato il fondamentale apporto dai soggetti del territorio con gli operatori del terzo settore, dell’associazionismo e del mondo della sanità. Una prassi che, promette, verrà adottata anche in futuro. “Questa, pertanto, sarà una modalità operativa che utilizzeremo per migliorare e potenziare in servizi anche in altri ambiti con l’idea di assicurare una presa in carico a 360 gradi. Auspico che tale impostazione possa essere colta da altre zone sociali dell’Umbria”.