Il cammino verso la reale integrazione è fatto di gesti concreti. A dimostrazione di ciò la Regione Umbria ha messo sul piatto due importanti provvedimenti che rientrano nella legge regionale 18/1990 relativamente agli interventi a favore delle politiche su immigrazione e l’integrazione. Si tratta del ripristino della Consulta regionale immigrazione e di uno stanziamento da 53mila euro destinati a interventi sul territorio. A spiegare nel dettaglio in cosa consistono è stato l’assessore regionale al Welfare e all’Istruzione Fabio Barcaioli.
La Giunta Proietti sta puntando molto sul confronto partecipato coinvolgendo direttamente i cittadini. In questo senso è previsto il ripristino della Consulta regionale immigrazione, l'organismo tecnico previsto dall’art. 3 della legge regionale 18/1990, che da tempo non era più operativa. Un organismo dove siederanno i rappresentanti di realtà associative, istituzionali, sindacali e culturali che potranno presentare domanda grazie ad un apposito avviso di prossima pubblicazione.
"La ricostituzione della Consulta - ha osservato l'assessore Barcaioli - è un passo necessario per aggiornare il confronto istituzionale sull’integrazione, rendendolo aderente alle profonde trasformazioni sociali e demografiche avvenute in Umbria negli ultimi anni. La Consulta dovrà tornare a essere uno spazio di ascolto e proposta, capace di raccordare esperienze diverse in una visione condivisa".
La Consulta immigrazione è presente in diverse città e regioni ed è l'organismo rappresentativo dei cittadini stranieri e migranti presenti sul territorio. La Consulta, tra i compiti principali, ha quelli di promuovere la partecipazione attiva, favorire il dialogo interculturale e l'integrazione reale.
Si tratta di uno strumento che dà voce alla comunità straniera attraverso il confronto interculturale intorno a diverse tematiche, esprime pareri e formula proposte, all'insegna del rispetto reciproco intervenendo su vari aspetti della vita sociale e aggregativa. Come ogni Consulta, sono previste riunioni periodiche per affrontare eventuali criticità, discutere delle proposte e promuovere iniziative su più livelli.
Al centro dell'azione regionale c'è la volontà di essere vicini ai territori e alle diverse istanze rappresentate dai cittadini in materia di integrazione. Lo stanziamento da 53mila euro, previsto nel bilancio regionale 2025, rappresenta il primo passo del Programma annuale degli interventi che andrà ad implementare azioni educative, sociali e culturali su proposta di enti locali, scuole, associazioni e cooperative sociali.
I fondi, specificano dalla Regione, saranno così ripartiti: 10mila euro destinati a Comuni e altri enti pubblici, 15mila euro alle scuole, 20mila euro alle associazioni e 8mila euro alle cooperative sociali.
"Con questo atto - ha dichiarato Barcaioli - ribadiamo l’impegno della Regione nel sostenere la coesione sociale attraverso iniziative che nascono nei territori, promuovono l’inclusione e valorizzano il ruolo attivo delle comunità. Riteniamo strategico il coinvolgimento diretto di enti pubblici, scuole, associazioni e cooperative nel costruire percorsi condivisi di integrazione".
Secondo l'ultimo Dossier Statistico sull'Immigrazione presentato a marzo, in Umbria nel 2024 gli stranieri residenti erano 89.735 ovvero il 10,5% della popolazione, con un incremento dell'1,3% rispetto al 2023 (88.571).
La comunità più numerosa è quella rumena (25,4%), seguita da Albania (12,1%), Marocco (10,1%), Ucraina (5,7%), Macedonia del Nord (3,5%), Cina e Nigeria entrambe al 3%, Ecuador (2,6%), Moldavia (2,2%) e Filippine (2,1%). La provincia di Perugia fa registrare la presenza maggiore con 67.394 cittadini stranieri residenti che ammontano a circa un terzo in quella di Terni dove invece sono 22.341.
Tra le particolarità della popolazione straniera in Umbria c'è che la maggior parte è costituita da donne che rappresentano il 54,4% del totale, un dato che rende il cuore verde d'Italia la prima regione del Paese per "femminilizzazione dei flussi". Infine, per quanto riguarda la natalità, è emerso che il 14,2% dei bambini nati in Umbria è figlio di genitori stranieri.