Un consigliere comunale di un Comune dell’area del Trasimeno è al centro di un’inchiesta con pesanti implicazioni. Già noto per il suo ruolo nella passata legislatura e recentemente rieletto, il consigliere è stato segnalato alla Procura per truffa aggravata nei confronti della sua azienda, dell’INPS e dell’INAIL. L’indagine, condotta dal Nucleo Carabinieri Forestali di Città della Pieve, ha portato alla luce una serie di reati legati all’abuso di permessi lavorativi per partecipare a battute di caccia al cinghiale.

Le accuse contro il consigliere comunale includono truffa aggravata nei confronti del datore di lavoro, falso ideologico per induzione a pubblico ufficiale (il medico di base) nei certificati medici e truffa aggravata ai danni dell’INPS e dell’INAIL. Secondo i Carabinieri Forestali, il consigliere avrebbe dichiarato falsi infortuni e malattie per assentarsi dal lavoro, mentre in realtà partecipava a battute di caccia al cinghiale.

L’indagine è iniziata grazie a una dettagliata segnalazione che ha spinto i Carabinieri Forestali a incrociare i dati delle timbrature badge del consigliere con i certificati medici e i verbali delle battute di caccia. Questo incrocio ha rivelato che il consigliere risultava contemporaneamente presente sul posto di lavoro e nelle battute di caccia, sollevando sospetti di attività fraudolente.

Le prove acquisite dai Forestali a carico del consigliere comunale riguardano tre stagioni di caccia

Le prove raccolte dai Carabinieri Forestali si concentrano su tre stagioni di caccia: 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024, con particolare attenzione ai periodi tra ottobre e gennaio. Le documentazioni fornite dai vertici dell’azienda T.S.A. e dall’ambito territoriale di caccia ATC Perugia 1 sono state dirimenti. Le discrepanze tra le timbrature badge e le presenze alle battute di caccia indicano con evidenza che il consigliere abusava dei permessi per malattia e infortunio per dedicarsi alla caccia.

L’indagine non si ferma al consigliere comunale. Anche i comportamenti e le dichiarazioni degli altri cacciatori della stessa squadra sono sotto scrutinio. Un altro componente del gruppo è indagato per truffa aggravata a carico del proprio datore di lavoro, suggerendo una possibile rete di complicità e supporto reciproco nelle attività illegali. Le dichiarazioni rilasciate dagli altri cacciatori sembrano essere state orchestrate per agevolare e coprire le attività fraudolente del consigliere.

La truffa aggravata nei confronti del datore di lavoro si basa sull’accusa che il consigliere abbia dichiarato falsamente la propria presenza sul posto di lavoro mentre era impegnato in attività di caccia. Questa accusa implica una violazione della fiducia e un abuso delle risorse aziendali.

Il falso ideologico per induzione a pubblico ufficiale riguarda la manipolazione dei certificati medici per ottenere permessi di assenza dal lavoro. Indurre un medico a rilasciare falsi certificati costituisce un grave abuso del sistema sanitario e una violazione delle leggi sulla frode.

L’accusa più pesante è quella di truffa aggravata ai danni di INPS e INAIL

La truffa aggravata ai danni dell’INPS e dell’INAIL implica che il consigliere abbia percepito indebitamente indennità di malattia e infortunio mentre partecipava a battute di caccia. Questo non solo costituisce un reato contro le istituzioni previdenziali, ma rappresenta anche un danno economico per lo Stato.

Le conseguenze legali per il consigliere comunale potrebbero essere severe, includendo sanzioni pecuniarie, risarcimenti e possibili pene detentive. La sua posizione come consigliere comunale è inevitabilmente compromessa, e potrebbero essere necessari provvedimenti disciplinari o dimissioni. Inoltre, il caso potrebbe portare a una revisione delle politiche di controllo delle assenze per malattia e infortunio nelle aziende locali, nonché a una maggiore vigilanza sulla trasparenza e l’onestà dei funzionari pubblici.

Il caso del consigliere comunale dell’area del Trasimeno rappresenta un grave esempio di abuso di potere e fiducia. Le accuse di truffa aggravata, falso ideologico e frode ai danni delle istituzioni previdenziali evidenziano la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità sul posto di lavoro. È necessario ripristinare la fiducia nelle istituzioni e garantire che simili abusi non si ripetano in futuro.