Si è svolta ieri, in un affollatissimo teatro Lyrick di Assisi, l’Assemblea Generale di Confindustria Umbria in cui si sono celebrati gli 80 anni dell’associazione. Nel corso dell’Assemblea il presidente Vincenzo Briziarelli ha presentato un quadro chiaro delle questioni centrali per il futuro economico e sociale della regione. Oltre a rappresentare circa l’80% del valore aggiunto manifatturiero prodotto in Umbria, Confindustria pone l’attenzione su giovani e sul piano industriale strategico per il territorio.

In particolare sottolinea alla platea gremita del teatro l’urgenza di frenare l’emigrazione dei giovani. “Sono sempre più numerosi i giovani che lasciano la regione per costruirsi altrove un futuro formativo e professionale“, spiega il presidente. Si tratta di una “perdita di risorse straordinaria, non bilanciata dai flussi di ritorno né dall’attrazione di altre competenze. Il fenomeno non è ovviamente solo una questione locale, ma è un problema nazionale che riguarda la cosiddetta “fuga di cervelli” di cui si parla da diversi anni. Un fenomeno però che colpisce l’Umbria in modo allarmante, spingendo il presidente di Confindustria a chiedere una reazione concreta da parte delle istituzioni e delle imprese locali.

Giovani e opportunità sul territorio, l’Assemblea Generale di Confindustria

Proprio su questo punto il presidente di Confindustria Umbria, parlando di giovani e territorio, rimarca l’importanza di investire nelle eccellenze umbre, dalle università alle aziende. Per offrire ai ragazzi e alle ragazze le stesse opportunità presenti in altre città italiane che, da anni, hanno compiuto investimenti strategici in settori chiave. È necessario quindi creare un ambiente che incentivi i giovani a restare, puntando su istruzione, imprese innovative e un territorio competitivo così che le competenze locali possano fiorire senza la necessità di migrare.

È necessario creare un rapporto ancora più stretto tra Istituzioni, parti sociali, associazioni, università“, afferma Briziarelli. “Per definire un Piano industriale di medio lungo periodo che, partendo dalla valorizzazione dei tanti punti di eccellenza esistenti, possa disegnare un quadro organico degli obiettivi a cui tendere e degli strumenti necessari per raggiungerli“.

Il piano industriale e la necessità di un’alleanza strategica

Uno dei pilastri della strategia proposta da Confindustria riguarda pertanto la creazione di un piano industriale integrato per il territorio. Sviluppato attraverso una collaborazione stretta tra istituzioni, associazioni, università e parti sociali. Briziarelli mette in evidenza a più riprese come sia fondamentale costruire un piano industriale a medio-lungo termine, fondato sui punti di forza esistenti ma orientato verso obiettivi ambiziosi e sostenibili. Questo piano dovrebbe mettere in luce le aree di eccellenza regionali e disegnare una strategia unitaria per il futuro. Strategia che, è evidente, riguarda in larga parte l’inserimento dei giovani nel tessuto industriale e lavorativo del territorio.

In un contesto così delineato, a giocare un ruolo cruciale sono le relazioni industriali che “auspichiamo libere da retaggi di culture antiaziendalistiche“, aggiunge il presidente. Che prosegue: “Ribadiamo la nostra disponibilità ad una collaborazione franca con le organizzazioni sindacali, con le quali dovremo anche affrontare con rinnovato impegno il tema della sicurezza sul lavoro“. Tale approccio mira a costruire un dialogo più costruttivo e moderno tra le parti, per favorire uno sviluppo sostenibile che tenga conto sia delle esigenze delle imprese che dei lavoratori.

80 anni di Confindustria Umbria, al centro giovani e territorio: fondamentali collaborazioni interregionali

Proprio riguardo a giovani e territorio, Confindustria Umbria ritiene essenziale collocare la strategia di sviluppo della regione in una prospettiva interregionale, creando cioè connessioni e alleanze con aree limitrofe e territori più avanzati. Briziarelli prende come esempio l’Hub Abruzzo-Umbria-Marche, presieduto dal rettore Oliviero, e lo delinea come una “esperienza pilota” che potrebbe rappresentare un modello di sviluppo per la regione. È cruciale, dice, “creare connessioni forti, corridoi, con le aree limitrofe e con quelle più sviluppate del Paese, perché la dimensione locale spesso non è sufficiente per politiche adeguate ai tempi“.

Questa visione si estende anche ad ambiti quali la tecnologia, l’intelligenza artificiale, la sicurezza informatica e la sanità, ma coinvolge anche settori come il turismo, le infrastrutture e la formazione. Con l’obiettivo di preparare l’Umbria ad affrontare le sfide del futuro, Briziarelli ha citato le linee guida dello studio “Umbria 2032”, un progetto che racchiude 17 progetti bandiera pensati per favorire la crescita economica e l’integrazione regionale.

Il discorso del presidente di Confindustria Umbria rappresenta a tutti gli effetti una chiamata all’azione per tutti gli attori economici e sociali della regione. Il suo è un invito chiaro a unirsi in una visione comune di sviluppo in cui la centralità dei giovani e il rilancio della manifattura sono obiettivi strategici per costruire un’Umbria più competitiva e attrattiva.