Confartigianato Terni esprime forte preoccupazione per la questione dell’Accordo di Programma Arvedi AST. A tre anni dall’acquisizione delle acciaierie di Terni da parte del gruppo Arvedi, nonostante gli annunci soprattutto in coincidenza delle scadenze elettorali, l’Accordo di Programma Arvedi-AST, che dovrebbe garantire investimenti per un miliardo di euro, è scomparso dall’agenda politica.
“Non ci risulta che sia stato fatto alcun passo avanti – afferma in un comunicato l’associazione presieduta da Mauro Franceschini -. E il territorio rischia di essere privato degli investimenti programmati. Inoltre, i fondi di parte pubblica che erano stati messi in campo dal Governo e autorizzati dall’UE sono fondi destinati. E quindi non possono essere tenuti inutilizzati all’infinito e consistono anche in fondi PNRR, che sono soggetti a scadenze ravvicinate“.
Confartigianato Terni su AST: “Questioni aperte non hanno ancora trovato soluzione”
Secondo l’associazione degli artigiani di via Casale, delle diverse questioni che risultavano ancora aperte all’inizio del 2024 non sono ancora state risolte. Confartigianato elenca, ad esempio, il fattore di natura ambientale, con l’intervento sulla discarica. Sul quale, però, dopo lunghe e tese trattative col Comune di Terni, si è arrivato all’approvazione del protocollo d’intesa e al varo del progetto della doppia impermeabilizzazione della discarica di Valle.
Sono, in realtà, altri gli elementi critici ancora da risolvere. I nodi più delicati da sciogliere, evidenziati dalla stessa Arvedi-AST e citati anche da Confartigianato, sono quelli di natura energetica. Con il costo dell’energia ancora troppo alto rispetto ai competitor europei. E con una soluzione strutturale per l’approvvigionamento energetico a costi competivi ancora da trovare. Il ministro Urso ha deciso di stralciare la questione da quella discussa al tavolo del MIMIT, ma la problematica più impattante sui bilanci dell’acciaieria, resta ancora aperta.
“Da affrontare anche i temi di natura occupazionale e di natura finanziaria – continua la Confartigianato Imprese di Terni – con la programmazione e utilizzo dei fondi. Non ci risulta che alcuna di queste questioni sul tappeto abbia trovato soluzione. Anzi, al contrario, il passare infruttuoso del tempo sta complicando sempre di più la ricerca di una soluzione, nel sostanziale disinteresse della politica locale e nazionale“.
Dall’associazione datoriale arriva, dunque, un appello a Governo, Regione Umbria e Comune di Terni. “Devono agire di comune accordo e in tempi brevi – spiega la nota – per sbloccare la situazione, garantire la firma dell’accordo, l’avvio degli investimenti sul sito produttivo e scongiurare la perdita delle risorse destinate all’accordo medesimo“.
Non solo acciaieria, Confartigianato chiede alle istituzioni anche un piano straordinario di commercio e artigianato a Terni
A pochi giorni dal successo ottenuto con lo “Sbaracco” di fine estate, l’associazione di via Luigi Casale, rimette sul piatto anche la propria piattaforma per il varo di un piano straordinario di rilancio di commercio e artigianato a Terni.
“L’odierna pesante crisi delle attività localizzate nel centro città di Terni – afferma l’associazione – dipende da un complesso di fenomeni. Che vanno affrontati anche con politiche di maggiore controllo e sicurezza. Di maggiore e più efficace lotta al degrado. Di migliore accessibilità e vivibilità complessiva al centro. Che va ricercata con politiche complesse della mobilità che guardino sia ai flussi veicolari che non veicolari“.
Per tutti questi motivi, Confartigianato rilancia la proposta di concordare con il comune di Terni un piano di emergenza. Volto a contrastare le chiusure commerciali e artigianali e per il sostegno dei livelli di vivibilità del centro città. Quattro gli elementi fondamentali su cui si basa la piattaforma degli artigiani ternani.
“Proponiamo un programma di eventi pensato per il commercio tradizionale a posto fisso e per l’artigianato – spiega Confartigianato in una nota -. E poi, nuove regole per la realizzazione degli eventi su area pubblica nel centro città. Che evitino rischi di conseguenze negative nei confronti delle attività in sede fissa. Infine, riduzioni della fiscalità locale per le imprese (TARI, Canone Unico, ecc.). Infine, un impegno straordinario (politiche e risorse dedicate) per il decoro, la sicurezza e le manutenzioni. Con particolare riferimento agli arredi urbani e all’installazione di videocamere di sorveglianza, ai controlli alla circolazione veicolare“.