Versa in condizioni disastrate la strada comunale numero 79 del Vago, nella zona San Martino in Colle. La Giunta Stirati aveva stanziato nel bilancio 2023 la somma di 70mila euro per la sistemazione tra buche, avvallamenti e situazioni di pericolo, in un tratto dove la pioggia trascina l’acqua a valle creando grossi problemi a una delle famiglie residenti nella zona. Nel 2008 quella stessa famiglia era stata costretta a evacuare dopo un’alluvione. L’acqua piovana scesa a valle ha avuto ripercussioni sotto la strada obbligando la famiglia a rimanere fuori casa per otto mesi.

Gli abitanti della zona hanno constatato che i 70mila euro previsti per i lavori sono spariti all’improvviso dal bilancio 2024. Da una verifica eseguita da un funzionario comunale è emerso che il Comune era pronto a intervenire mantenendo l’impegno, ma dopo alcuni giorni la popolazione ha appreso che il progetto sarebbe stato bloccato, a quanto pare, per realizzarne altri più urgenti e magari più produttivi dal punto di vista elettorale.

In condizioni disastrate la strada che serve la zona di San Martino in Colle

Al di là dei ragionamenti politici, è diventato un mistero quello stanziamento che si ritiene vitale per la messa in sicurezza e la vivibilità di quell’area oggi in condizioni disastrate, tenuto conto che lì vivono diverse famiglie e anche aziende agrituristiche. La strada di circa un chilometro risulta fortemente malridotta. I residenti ricordano come il sindaco Filippo Mario Stirati annunciò pubblicamente, nell’illustrare a fine 2023 il piano delle opere pubbliche, che tra gli interventi programmati c’era anche la strada di San Martino in Colle.

I successivi colloqui degli abitanti con gli uffici comunali non lasciavano presagire questa situazione incresciosa che apre interrogativi sulle modalità di gestione delle risorse economiche finalizzate per l’urbanistica e i lavori pubblici. L’ultimo contatto con il Comune risale a una decina di giorni fa quando i funzionari hanno ammesso che stavano lavorando sul progetto. Poi all’improvviso tutto è cambiato. Oggi nessuno sa perché e dove siano finiti quei 70mila euro.

Gravi criticità anche a Zappacenere

A Gubbio arrivano inoltre segnalazioni dalla zona di Zappacenere, nella zona sud di Gubbio, nei pressi del tratto sterrato che segue via Nucci, al di sotto della nuova SS219 Pian d’Assino.

Ai bordi della stradina, molto frequentata dagli amanti del fitness e delle passeggiate all’aria aperta, si sono misteriosamente accumulati ampi mucchi di detriti, composti da pietrisco di piccole e grandi dimensioni, che ostacolano in parte la marcia di chi percorre quel tratto di strada con i mezzi a motore.

Ma c’è di più: qualcuno ha riversato il materiale nel fosso al di sotto della cosiddetta “variante” e compattato con qualche veicolo, come si deduce dalle impronte di ruote rimaste impresse sulla superficie.

I molti frequentatori della zona domandano se questo rappresenti un intervento messo in atto dall’amministrazione comunale o se, al contrario, possa derivare dall’abbandono da parte di ignoti di materiale edile da smaltire in maniera diversa e in un altro luogo.

Una discarica per materiali edilizi?

E ci pare l’ipotesi più realistica. È molto facile che da qualche cantiere si sia preferito smaltire il materiale di risulta non nelle discariche ma mimetizzandolo nell’imbrecciatura della strada. In ogni caso, questa circostanza genera un problema di non poco conto. L’acqua del fosso e quella che scola dalla strada soprastante, non riesce a inserirsi nel canale, perciò fuoriesce invadendo la superficie stradale e generando per l’erosione, creando buche anche di grosse dimensioni sull’arteria sterrata.

I frequentatori della zona chiedono dunque che vi sia chiarezza sulla vicenda oltre a richiedere un tempestivo intervento che possa scongiurare l’ulteriore deterioramento di una strada frequentata, più di quanto si possa pensare, dai tanti amanti dell’aria aperta che la percorrono ogni giorno. Forse oltre a pensare alla sgambatura dei cani ai quali il Comune dedica addirittura una zona di alto valore archeologico, come quella del Teatro Romano, com’è giusto che avvenga, sarebbe anche il caso risolvere le necessità degli umani con spazi dedicati a loro.