La Corte d’assise d’appello di Perugia ha confermato la condanna a otto anni di reclusione per omicidio preterintenzionale a carico di Samuel Obagbolo. Il verdetto, già pronunciato in primo grado dal gip di Terni il 27 settembre scorso, è stato ribadito oggi dai giudici perugini.

Secondo le indagini condotte dall’Arma, coordinate dal pm Barbara Mazzullo, la vittima è stata aggredita con calci e pugni durante una lite scoppiata per futili motivi la sera del 27 novembre 2022 in via Romagna, nel quartiere di borgo Bovio a Terni.

Condanna a 8 anni per omicidio a Borgo Bovio. L’avvocato: “Ci sono lacune”

Obagbolo, ventottenne originario della Nigeria, era stato arrestato dai carabinieri in seguito alla morte di un tunisino di 39 anni, avvenuta la sera del 27 novembre 2022 nel quartiere ternano di borgo Bovio. Secondo l’accusa, la vittima sarebbe stata aggredita con calci e pugni durante una lite culminata in tragedia.

All’uscita dall’aula, l’avvocato difensore Francesco Montalbano Caracci ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione. “Leggeremo con attenzione le motivazioni ma andremo certamente in Cassazione“, ha dichiarato il legale. “La dinamica dell’accaduto non è stata mai chiarita fino in fondo, a nostro giudizio non è stata indagata a sufficienza“, ha aggiunto, sottolineando le lacune che, a suo avviso, caratterizzano l’indagine: “La dinamica dell’accaduto non è stata mai chiarita fino in fondo perché, a nostro giudizio, questo procedimento ha evidentemente sofferto di indagini non complete“.

La difesa di Obagbolo punta ora a un ulteriore esame del caso da parte della Suprema Corte, confidando in una revisione delle prove e delle circostanze che hanno portato alla condanna. L’avvocato Montalbano Caracci insiste sulla necessità di approfondire la dinamica dei fatti, ritenendo che non sia stata completamente chiarita.

Durante l’udienza, dopo l’intervento della procura generale, hanno preso la parola gli avvocati delle parti civili. Paolo Cipiccia rappresenta la figlia della vittima, mentre Maurizio Filiacci assiste la sorella, il cognato e i nipoti di Ridha Jamaaoui. Successivamente, è stata la volta della difesa di Obagbolo.

La camera di consiglio è stata relativamente breve, durando meno di un’ora. Questo ha portato a una rapida conclusione dell’udienza, ma la vicenda giudiziaria è ben lontana dall’essere chiusa in modo definitivo. 

Cosa è successo nel 2022: la vittima voleva fermare una rissa

La sera del 27 novembre 2022 il quartiere di Borgo Bovio è stato segnato da un violento omicidio. Ridha Jamaaoui, tunisino di 39 anni, è stato brutalmente ucciso. L’uomo ha subito almeno sei colpi alla testa e al volto, che lo hanno reso irriconoscibile. L’aggressore ha continuato a infierire anche quando Ridha era già a terra in fin di vita.

Ridha era intervenuto per sedare una lite tra due persone, scoppiata a seguito di un incidente stradale. La perizia del medico legale, Luca Tomassini, ha rivelato in prima istanza che l’uomo aveva consumato una notevole quantità di alcol. Tomassini ha depositato una relazione di sessanta pagine in cui descrive le cause della morte come un’insufficienza cardio-respiratoria acuta, provocata dalle gravi lesioni al cranio e dal soffocamento dovuto al vomito.

Secondo il medico legale, si è ritenuto che la vittima abbia ricevuto pugni mentre era in piedi e calci dopo essere caduta a terra. Gli esami tossicologici condotti dalla dottoressa Paola Melai hanno evidenziato una concentrazione di alcol etilico di 1,36 grammi per litro, indicando che Ridha era sotto l’effetto di elevate quantità di alcol al momento della sua morte.

Un testimone, residente nella zona, aveva raccontato agli investigatori di aver cercato di inseguire uno degli aggressori, ma senza successo. Il testimone, originario del sud Italia e residente a Terni da anni, ha raccontato agli inquirenti di aver assistito all’aggressione mentre Ridha interveniva per sedare una lite tra due persone. La lite, iniziata dopo un incidente stradale, si è rapidamente trasformata in un brutale pestaggio. Il testimone ha descritto quei momenti di terrore, in cui Ridha è stato colpito ripetutamente fino a perdere la vita.