Le “Comunità energetiche sono un grande opportunità per i Comuni dell’Umbria, ma vanno chiariti alcuni aspetti normativi e serve più informazione“. Il direttore di Anci Umbria, Silvio Ranieri parla in esclusiva a Tag24 Umbria del recente seminario organizzato dall’associazione delle municipalità regionale. Un summit, ospitato la scorsa settimana nella sede della Provincia di Perugia che ha consentito di fare il punto sul decreto CER, da poco varato dal Governo, e sugli strumenti che la Regione metterà a disposizione degli enti locali.
Comunità energetiche e autoconsumo: quale sarà il ruolo dei Comuni
Crisi dell’approvvigionamento di materie prime, aumento dei costi della bolletta, necessità di perseguire l’indipendenza energetica, decarbonizzazione dell’economia, finalità solidali. Sono solo alcuni degli obiettivi che si propone il decreto CER, lo strumento normativo che consente la nascita dei prosumer. Un termine che definisce chi è, allo stesso tempo, produttore e consumatore di energia rinnovabile. Gruppi di cittadini, enti locali, parrocchie, o imprese, che formano associazioni senza scopo di lucro per gestire impianti (il più delle volte fotovoltaici) e condividere l’energia prodotta.
Silvio Ranieri, direttore dell’Anci Umbria, è convinto che – superate le ultime incertezze di carattere normativo, per i Comuni questa novità possa rappresentare anche una grande opportunità.
Quali sono i dubbi maggiori per gli enti locali?
“Innanzitutto va chiarito il ruolo che devono e possono avere i Comuni – attacca Ranieri -. Potranno fare investimenti diretti o potranno concedere aree, spazi, coperture sui quali installare gli impianti? Potranno fare parte della Comunità energetica come autoconsumatori o potranno cedere l’energia prodotta anche ai cittadini e alle imprese? Per ora, gli enti locali stanno svolgendo un compito meritorio di animazione e informazione sul tema. Ma nelle prossime settimane andrà affrontato nel dettaglio il ruolo giuridico che potranno rivestire in questa rivoluzione energetica diffusa e sostenibile“.
Comunità energetiche: la sostenibilità come driver per lo sviluppo
Perché le CER rappresentano un’opportunità?
“Ci saranno importanti fondi a disposizione. Da un lato il PNRR, che premia i Comuni con meno di 5mila abitanti. Dall’altro i finanziamenti regionali annunciati anche durante il nostro incontro dall’assessore Morroni. Sono in uscita bandi per l’efficientamento energetico con le risorse FESR e FSC che daranno un aiuto importante agli enti e ai cittadini. Ma c’è da fare un discorso più ampio sulle opportunità economiche di questo strumento, che ha come finalità principale quella della sostenibilità“.
Vedete la possibilità di realizzare partnerariati pubblico-privati?
“Mi riferivo proprio a questo. Noi non pensiamo che questa mole di finanziamenti e incentivi debba servire a garantire un oligopolio dei grandi gruppi energetici. Non si deve guardare alle CER come a uno strumento fatto solo per sostenere i crescenti consumi elettrici. La ratio della norma è quella di favorire la decarbonizzazione energetica e risolvere anche il problema di quei cittadini più svantaggiati che, a causa della crisi, si sono visti aumentare in maniera insostenibile la bolletta. Quindi, ben vengano i partner privati. Ma che abbiano a cuore non solo il profitto o modelli di business aggressivi, ma queste finalità virtuose“.
Pensate a qualcuno in particolare?
“Il mondo dell’associazionismo imprenditoriale, che abbiamo riunito. E poi la cooperazione che non ha come unica visione quella del profitto, ma che ha anche alla sua base finalità solidaristiche e mutualistiche“.
Il ruolo delle municipalizzate e delle multiutility locali e il PNRR
I fondi del PNRR, in questo senso, possono aiutare anche i Comuni più piccoli…
“C’è un plafond importante che sta aiutando anche nuove assunzioni nei Comuni – afferma Ranieri -. Gli enti stanno rispondendo alla grande a questa sfida. Ma hanno carenze di organico che non aiutano sul versante della progettazione di una mole così rilevante di progetti. E, soprattutto i Comuni più piccoli, non sono dotati di energy manager o figure professionali avanzate come quelle richieste dal mondo dell’energia“.
E quale può essere il contributo portato dalle multiutility locali e dalle municipalizzate?
“Possono senz’altro giocare un ruolo importante. Hanno il polso del territorio e possono sostenere i Comuni associati. Possono recitare un ruolo importante di aggregatori“.
Le peculiarità dell’Umbria: tra armonizzazione del paesaggio e sviluppo
C’è poi il tema dell’integrazione degli impianti rinnovabili sul territorio. Lo vedete come un rischio o come un’opportunità?
“Gli spazi che possono mettere a disposizione i Comuni sono spesso integrati architettonicamente. Gli impianti fotovoltaici a servizio delle CER possono essere installati su tetti di immobili pubblici, capannoni, strutture sportive, parcheggi, senza consumare suolo. Da questo punto di vista è senz’altro un’opportunità. Ma c’è anche uno scenario più complesso“.
Quale?
“La programmazione delle energie rinnovabili e della loro armonizzazione col paesaggio è una competenza regionale. In questi anni molto lavoro è stato fatto, ma bisogna tenere conto delle peculiarità dell’Umbria. Siamo una regione di borghi antichi e di pregio. Dobbiamo garantire – conclude il direttore dell’Anci – che sia il paesaggio rurale sia quello urbano siano tutelati senza mettere freni allo sviluppo“.