La Sala Consiliare di Palazzo Pretorio, sabato pomeriggio, farà da cornice all’incontro pubblico di presentazione delle Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare, una rete territoriale che mira a valorizzare e salvaguardare l’agrobiodiversità e le tradizioni ad essa correlate. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Gubbio e introdotta dall’assessore allo Sviluppo Economico Micaela Parlagreco, coinvolgerà esperti del 3A‑Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria – tra cui Mauro Gramaccia e Valentina Dugo – e includerà testimonianze di realtà già attive sul territorio.
Le Comunità del Cibo sono state formalmente istituite ai sensi dell’art. 13 della Legge nazionale 194 del 1° dicembre 2015. Tra i principali strumenti introdotti figurano:
l’Anagrafe nazionale della Biodiversità agricola e alimentare
la Rete nazionale e il Portale nazionale della biodiversità
gli Itinerari della Biodiversità
e appunto, le Comunità del Cibo e della Biodiversità.
A livello regionale, l’Umbria recepisce la normativa tramite la Legge regionale 12/2015 e la DGR 796/2017, istituendo un Registro regionale e una rete di conservazione e sicurezza.
Secondo la definizione di ARSIAL, una Comunità del Cibo è un ambito locale che può raggruppare:
aziende agricole, agricoltori custodi, allevatori
ristoratori, artigiani, gruppi di acquisto solidale
istituzioni, università, centri di ricerca
scuole, mense scolastiche, associazioni, esercizi commerciali.
Gli obiettivi principali includono:
conservazione e trasmissione delle conoscenze su risorse genetiche autoctone
avvio di filiere corte e sistemi colturali a basso impatto
recupero del sapere agricolo tradizionale e delle sementi tramite selezione naturale
realizzazione di orti didattici e urbani.
Le Comunità del Cibo funzionano attraverso reti locali partecipative, pensate per:
collegare agricoltori, cittadini, scuole, ristoratori, istituzioni e centri di ricerca
promuovere filiera corta, sostenibilità ambientale, recupero delle cultivar e razze autoctone
valorizzare economicamente le produzioni locali e stimolare coesione sociale.
Secondo l’assessore Parlagreco, “Sostenere le comunità del cibo significa investire nella nostra identità profonda, promuovendo sviluppo economico sostenibile, tutela dell’ambiente e valorizzazione del sapere agricolo locale. Queste esperienze possono diventare motori di coesione e innovazione… contribuendo a costruire un’economia più giusta e radicata nei valori della comunità.”
Il programma, pensato per coinvolgere operatori e cittadini, include:
Orario | Intervento |
---|---|
17.30 | Saluti e introduzione – Micaela Parlagreco |
17.45 | “Le Comunità del Cibo come strumento di promozione locale” – Mauro Gramaccia & Valentina Dugo (3A‑Parco 3A‑PTA Umbria) |
18.15 | Testimonianze di realtà umbre già attive |
18.30 | Discussione aperta |
L’iniziativa, aperta a tutti, è rivolta a operatori del settore, associazioni, istituzioni, studenti e cittadini interessati a scoprire le potenzialità delle Comunità del Cibo.
Nel maggio 2025, a Perugia – in occasione della Giornata Nazionale della Biodiversità di interesse agrario e alimentare – l’Umbria Biodiversity Network ha promosso un confronto sull’attuazione delle Comunità del Cibo, registrando partecipazione attiva di ricercatori, aziende agricole e cittadini. L’evento ha esplorato strumenti normativi, criticità e strategie per «riportare biodiversità sulla terra e sulla tavola».
Progetti già attivi in altre regioni – come quelli di ARSIAL nel Lazio dedicati all’oliva Sirole o alla cipolla di Cannara – dimostrano come queste comunità possano diventare modelli di economia circolare, patrimonio culturale e attrattività territoriale.
Le Comunità del Cibo si inseriscono in un contesto più ampio di reti nazionali e internazionali. Ad esempio:
Slow Food, con programmi come l’Arca del Gusto, i Presìdi, i Mercati della Terra e l’iniziativa Terra Madre.
La rete Terra Madre, nata nel 2004, oggi conta migliaia di comunità in oltre 150 Paesi impegnate nella salvaguardia delle produzioni locali.
Associazioni come Civiltà Contadina promuovono lo “scambio di sementi antiche” e orti scolastici per salvaguardare la biodiversità e la cultura contadina.
Questi movimenti dimostrano che le Comunità del Cibo non sono solo una normativa, ma un fenomeno culturale globale.
Le Comunità del Cibo affrontano questioni cruciali:
Erosione genetica e rischi climatici: difendere varietà e razze locali è una strategia di resilienza agricola.
Presidio del territorio e del paesaggio rurale: agricoltura diffusa significa tutela dei suoli, dell’acqua, della biodiversità ambientale.
Formazione e educazione: orti scolastici, corsi, iniziative didattiche promuovono consapevolezza nelle nuove generazioni.
Valore economico locale: filiere corte valorizzano i prodotti tipici, garantendo equità e reddito ai produttori.
Coesione sociale: condividere saperi e pratiche rafforza legami comunitari e identità di un territorio.
L’incontro a Palazzo Pretorio è un’opportunità per:
conoscere strumenti e opportunità normative e finanziarie, come il Fondo nazionale per la biodiversità e i Programmi di Sviluppo Rurale/PAC.
avviare Comunità del Cibo tematiche (es. cereali antichi, legumi, ortaggi locali, latticini tradizionali, olio, cipolla).
coinvolgere scuole e università per creare orti didattici e formare future generazioni di agricoltori custodi.
facilitare connessioni con Slow Food e Terra Madre, partecipando a reti nazionali e internazionali.
promuovere eventi pubblici come mercati, degustazioni, visite in azienda, per sensibilizzare cittadini e valorizzare l’offerta agroalimentare locale.
Le Comunità del Cibo e della Biodiversità sono più di un semplice strumento normativo: sono un modello partecipativo, un “ecosistema agricolo, culturale ed economico” che unisce sostenibilità, valorizzazione, tradizione, innovazione e coesione.
L’appuntamento di Gubbio – con il coinvolgimento di istituzioni, agricoltori, ricercatori e cittadini – può segnare un momento di svolta: un invito a far fiorire semi antichi, pratiche condivise e passi concreti verso un’agricoltura radicata, resiliente, responsabile.