Comune di Terni e Confcommercio unite per la rigenerazione urbana grazie a 'Cities'. L'acronimo sta 'Città e Terziario: Innovazione Economia Socialità' ed è il progetto promosso dall'associazione di categoria nell'ottica di migliorare i centri urbani, sostenere le economie di prossimità e opporsi alla progressiva desertificazione commerciale. Ieri nello studio del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, è stato sottoscritto il protocollo d'intesa che vede impegnate amministrazione e associazione nel rilancio della città. Presenti, oltre al primo cittadino, il presidente di Confcommercio Stefano Lupi, la direttrice dell'associazione Maria Bruna Fabbri e l'assessora al Commercio Stefania Renzi.
"L’obiettivo del protocollo - si legge in una nota del Comune - è quello di affrontare, in modo condiviso, l’ampio novero dei fenomeni urbani, con una particolare attenzione agli impatti che generano sul sistema economico e più in generale sulla qualità urbana. L’integrazione delle politiche e delle azioni è il presupposto fondamentale di una strategia integrata di sviluppo, elaborata in modo collaborativo tra soggetti diversi e bilanciata, tramite analisi, sui bisogni, sui limiti e sulle potenzialità dell’ambito di riferimento".
Tra le varie novità anche l'attivazione di un tavolo congiunto con i referenti di Confcommercio e figure dell’amministrazione comunale "quale immediato strumento con cui dare concreta attuazione alla collaborazione operativa attraverso un approccio multidisciplinare, a cominciare dalla condivisione del progetto Cities" ovvero "il percorso che Confcommercio mette in campo per migliorare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità: un percorso che considera la città come laboratorio del cambiamento e si propone come piattaforma di conoscenza multidisciplinare".
La visione alla base del protocollo tra Comune di Terni e Confcommercio è quella della città intesa come laboratorio di cambiamento. Un luogo dinamico e in divenire dove si incontrano cultura, economia e innovazione sociale. In questo senso le attività commerciali giocano un ruolo chiave e lo sviluppo del terziario si inserisce in un panorama che va oltre quello del mero servizio configurandosi anche come attore civico e punto di riferimento delle comunità.
"Con la firma di questo protocollo - prosegue la nota - l’Amministrazione comunale e Confcommercio intendono condividere le proprie conoscenze, mettendole al centro del confronto con la comunità, con l’intento di promuovere una nuova visione della città, sostenere politiche urbane e territoriali che migliorano l’ambiente urbano e la vita dei cittadini, nonché favorire iniziative per lo sviluppo delle economie locali".
Il progetto 'Cities' prevede da parte di Confcommercio l'investimento su una piattaforma digitale che raccoglierà ed elaborerà dati e informazioni sulla mobilità delle persone in alcune zone strategiche della città. Si tratta di uno strumento innovativo che consentirà di delineare nel dettaglio l'evoluzione dei fenomeni urbani, un passo fondamentale per rendere migliore la città.
L'aspetto fondamentale sarà la condivisione di tali dati che porterà alla succesiva attuazione di partenariati pubblico-privati nell'ottica di implementare la vivibilità di Terni.
Nei giorni scorsi anche il Comune di Orvieto ha formalizzato la propria adesione al progetto 'Cities' di Confcommercio. Un passaggio che si inserisce nel più ampio impegno verso la creazione del 'Patto per lo Sviluppo Sostenibile', un progetto di ampio respiro per migliorare lo sviluppo economico, le infrastrutture, la formazione e il credito con l'obiettivo di contrastare lo spopolamento e rendere la città più attrattiva.
Gli esempi di Terni e Orvieto rappresentano tasselli importanti nell'impegno verso il tessuto sociale e urbano. Lo sviluppo del commercio è infatti un passaggio fondamentale per una città sana e in questo senso il progetto 'Cities' rappresenta una risposta concreta contro il rischio di desertificazione commerciale. Secondo l'ultima analisi di Confcommercio nazionale, infatti, tra 2012 e 2024 in Italia sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività del commercio ambulante. Una vera e proprio emorragia che evidenzia un problema che affligge tanto il centro quanto le periferie.