Nel palazzo della politica regionale, il disegno di legge sui tributi locali ha superato il primo scoglio, incassando l’ok della Commissione competente. Cinque mani alzate, tutte della maggioranza, mentre l’opposizione ha preferito alzarsi e uscire, lasciando l’aula senza una parola. Il provvedimento, frutto del lavoro della Giunta, resta però in bilico: il passaggio in Assemblea legislativa sarà decisivo per trasformarlo in legge.
Tre tentativi di modifica, firmati da Laura Pernazza, sono stati liquidati prima della votazione finale. A illustrare i dettagli, l’assessore Tommaso Bori, affiancato dal direttore regionale Luigi Rossetti.
Nei corridoi di Palazzo Donini si è aperta una trattativa che pesa come piombo. La Giunta ha messo sul tavolo una proposta fiscale straordinaria, concepita per evitare il commissariamento della sanità. Un provvedimento spinoso, presentato ai vertici di Cgil, Cisl e Uil, che potrebbe alleggerire le casse regionali ma appesantire quelle dei cittadini.
"Dobbiamo arrivare a un patto auspicabilmente condiviso per salvare l'Umbria dal commissariamento e non subire imposizioni fiscali che sarebbero distruttive" ha dichiarato Stefania Proietti. A preoccupare, l’impatto di eventuali aumenti sull’economia quotidiana delle famiglie. L’ipotesi, ancora in fase di confronto, dovrà trovare una sintesi entro metà aprile, prima che si attivino automaticamente le aliquote massime su tutte le fasce di reddito.
La Giunta ha garantito che il confronto non finirà qui. Il dialogo proseguirà con categorie economiche, ordini professionali e rappresentanze istituzionali.
La posizione più netta è arrivata dalla Cgil, che ha bollato la proposta come insostenibile per lavoratori e pensionati. La sigla ha espresso disagio per la convocazione tardiva e l’assenza di dati utili per elaborare alternative.
"Non abbiamo neanche avuto il tempo di studiare i dati e portare all'incontro proposte alternative", ha dichiarato il sindacato. "Pur essendo consapevoli che il buco nella sanità non è stato provocato dall'attuale Giunta regionale - spiega la Cgil - e che ci sia l'urgenza di intervenire, per noi non è comunque accettabile che a ripianarlo siano i lavoratori e pensionati".
Nel mirino soprattutto l’incremento Irpef, previsto da subito. Meno immediati gli effetti su Irap e bollo auto. Il sindacato ha richiamato il contesto: stipendi bassi, servizi già in affanno, e un sistema sanitario che rischia di non reggere. Sul tavolo c’è anche la possibilità di mobilitazioni.
Nel campo della maggioranza, la tensione è palpabile. I consiglieri che sostengono l’esecutivo regionale accusano l’opposizione di aver girato le spalle al confronto per non affrontare il peso delle gestioni precedenti.
"Come gruppi di maggioranza - è detto in una loro nota - di fronte alla gravità del quadro presentato, e considerando anche i pesantissimi tagli del governo nazionale (40 milioni nei prossimi tre anni), abbiamo rimarcato la necessità di non mettere la testa sotto la sabbia".
Il messaggio è chiaro: restare fermi avrebbe significato subire, con effetti a cascata sulle fasce più fragili e sul sistema dei servizi. Meglio una manovra dura ma costruita con il contributo delle parti sociali. In discussione non c’è solo una legge di bilancio, ma la tenuta dell’intero impianto sanitario regionale.
Ad Assisi parte la corsa del centrosinistra con Stoppini
Intanto, sulla scena elettorale di Assisi si muove ufficialmente Valter Stoppini. Il vicesindaco uscente raccoglie il testimone della presidente Proietti, con l’appoggio compatto della maggioranza attuale: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Socialisti, civici e anche pezzi di centrosinistra che guardano a sinistra, da Avs a Rifondazione.
A sostenerlo, anche Italia Viva e @Sinistra. Il debutto della candidatura avverrà il 29 marzo alla Domus Pacis, dove insieme a Stoppini parleranno i principali esponenti della coalizione e la presidente della Regione. In gioco non c’è solo una fascia tricolore, ma la continuità di un progetto amministrativo che ha già vinto nel 2016 e nel 2021.