Commercio in crisi a Terni, con serrate a raffica per gli esercizi al dettaglio di grandi catene dell’abbigliamento. Chiude Conbipel, col suo grande magazzino all’interno del Cospea Village. E chiudono anche Terranova e Terranova Kids in corso Tacito, nel salotto buono della città. In quello che una volta le associazioni del commercio pensavano di vendere e posizionare come “il più grande centro commercio all’aperto dell’Italia centrale”.
Invece quel centro commerciale ideale, che si dipana con le sue vetrine e i suoi esercizi tra le vie della dowtown, è diventato – da qualche anno, non certo un fenomeno recente – una giungla d’acciaio di serrande abbassate. E poi c’è anche il fenomeno delle chiusure dei piccoli esercizi di prossimità. Uno su tutti lo storico Visaggio di corso del Popolo, che nei giorni scorsi ha appeso i cartelli del “Tutto fuori, svendita totale per chiusura“. Se ne va così un altro brand storico del commercio ternano, dopo i tanti esercizi di prossimità che hanno già chiuso le saracinesche, lasciando spazio a riconversioni, franchising e qualche bar.
Commercio a Terni: la Filcams Cgil e la Fisascat Cisl manifestano per scongiurare le chiusure
“Quando una grande azienda decide di chiudere un punto vendita – affermano i segretari di Filcams Cgil e Fisascat Cisl – non si interessa o non tiene conto degli effetti che quella decisione ha sulla vita delle persone in carne ed ossa. Perché quel punto vendita magari lo considera solo un ramo secco da tagliare”. Una situazione che ieri era riferita alle lavoratrici di Conbipel Terni, il negozio situato all’interno del centro commerciale Cospea, che ha annunciato la chiusura per la fine di agosto. Ma che oggi riguarda i dipendenti di Terranova e Terranova Kids. Il gruppo romagnolo Teddy – che controlla anche i marchi Rinascimento e Calliope – ha deciso di chiudere il punto vendita. Una determinazione che è stata motivata dal calo di vendite e di fatturato registrato da almeno un paio di anni.
Ieri le 8 lavoratrici, molte con famiglie a carico e in certi casi monoreddito, hanno incrociato le braccia per uno sciopero dell’intera giornata. E, insieme ai loro sindacati, Filcams Cgil e Fisascat Cisl, hanno dato vita ad un presidio con volantinaggio all’interno del centro commerciale e raccolto centinaia di firme di clienti e consumatori contrari alla chiusura del negozio.
La richiesta dei sindacati: “Scongiurare le chiusure ed evitare i licenziamenti”
“Chiediamo all’azienda di tornare sui suoi passi e alle istituzioni di farsi carico della situazione di queste lavoratrici – hanno detto Lucia Rossi, segretaria della Filcams Cgil di Terni, e Sergio Sabatini della Fisascat Cisl -. Perché la perdita del posto di lavoro non sarebbe solo un dramma per loro, ma un’ulteriore ferita per il territorio. Bisogna considerare, infatti, che non si tratta purtroppo di un caso isolato. E non dimentichiamo che le vittime di questa decisione sono donne – hanno concluso i sindacalisti -. Un motivo in più per scongiurare questa chiusura e i relativi licenziamenti, in un territorio in cui l’occupazione femminile fatica terribilmente a trovare spazio”.
Sulle due vicende simbolo delle chiusure di grandi catene intervengono anche i gruppi consiliari del PD e di Innovare per Terni.
“Appena ieri abbiamo aderito alla mobilitazione dei lavoratori di Conbipel, per la decisione assunta dalla società di lasciare Terni – dice il capogruppo Francesco Filipponi -. Oggi dobbiamo purtroppo prendere atto di un’identica decisione assunta da un altro marchio dello stesso settore ovvero Terranova. Siamo vicini ai lavoratori ed alle lavoratrici nonché alle sigle sindacali interessate, da questa nuova drammatica scelta. Condividiamo in particolare il lavoro e la richiesta della Filcams Cgil, qualora il trasferimento in altri locali si realizzasse, l’impegno a riassorbire i lavoratori interessati. Il settore del commercio vive a Terni un momento assolutamente critico. Intendiamo fare la nostra parte in consiglio comunale, sia per la vertenza Conbipel sia per la vertenza Terranova, attraverso atti e interlocuzioni, seppure da forze di minoranza“.