Polemiche in consiglio comunale e con Confcommercio, per l’approvazione di quello che una volta si chiamava piano del commercio. Oggi il nome di quello strumento di programmazione della disciplina delle attività di vendita è diventato DPAC. Ma la sostanza è la medesima. Il nuovo testo del documento è stato approvato con i 18 a favore di Alternativa Popolare. Hanno votato contro Fratelli d’Italia, PD e Gruppo Misto mentre 2 consiglieri si sono astenuti.
Ma qual è il motivo di polemica? La bomba era deflagrata nella tarda serata di ieri. Quando Confcommercio aveva diffuso un comunicato stampa allarmato. Dopo un incontro tra l’associazione e l’assessore al commercio Stefania Renzi.
“Nelle aree già definite “critiche” quali ad esempio le zone industriali-artigianali – ha detto l’associazione dei commercianti -, la proposta di modifica consentirebbe l’apertura di nuove medie superfici di vendita fino a 1500 mq. Superando, mediante specifiche deroghe, le limitazioni precedenti. Che prevedevano autorizzazioni fino a 900 mq. In queste zone si riscontrerebbero aperture di attività più grandi. Inoltre, una maggiore concentrazione di medie superfici superiori. Ed una conseguente ed ulteriore polarizzazione commerciale. Con rilevanti effetti negativi per il commercio di prossimità“.
Di tutt’altro avviso Renzi. Che in consiglio ha cercato si spiegare la ratio della norma. “Questo documento – ha detto – si limita a valutare soltanto quei progetti che richiedano un incremento di un solo livello commerciale. Riguarda insediamenti in aree già commerciali. Quindi non andiamo ad impattare minimamente su aree industriali ed artigianali. Questo tipo di interventi, peraltro, devono comportare un beneficio assoluto e comprovato all’area nel quale si insediano. Preservando il consumo di nuovo suolo e promuovendo progettazioni integrate con il tessuto urbano, soprattutto periferico. Progetti che valorizzino la componente verde, la mobilità dolce e la fruibilità della popolazione residente. Anche attraverso opere complementari alle realizzazioni commerciali“.
Commercio, il dibattito in consiglio tra le polemiche sul piano. E sullo sfondo un nuovo store da mille metri quadrati
Tutto ok? Manco per sogno. Perché la polemica ha investito il dibattito consiliare. Già, perché sullo sfondo della battaglia si sono innestate due questioni. La prima delle ultime ore, con l’annuncio dell’apertura di un nuovo store di abbigliamento sportivo a Maratta, da circa mille quadrati. E poi la seconda ben più annosa e diffusa a livello nazionale dello spopolamento del centro storico. E della desertificazione degli esercizi di vicinato.
A cavalcare i due temi soprattutto i consiglieri del centrodestra. Ma anche il PD ha polemizzato, anche se il via libera alle grandi e medie superfici di vendita cresciute come funghi nelle aree limitrofe al centro cittadino è cominciata con le amministrazioni dei primi anni Duemila.
Cecconi e Proietti di FdI, ad esempio, – anche usando iperboli come quella di definire una media superficie vendita “mega-store” – hanno picchiato duro sulle scelte dell’amministrazione. E sulle posizioni della maggioranza. Chiedendo sgravi fiscali e un intervento immediato per rivitalizzare il centro storico. O il consigliere Pastura che ha lanciato l’idea di un nuovo metodo di lavoro. Quello, ad esempio, di individuare metodologie di confronto permanente con le associazioni di categoria. O di individuare strumenti come il “town center manager” per rivitalizzare il centro.
In supporto all’assessore Renzi è arrivato l’intervento dell’assessore allo sviluppo economico Sergio Cardinali. Che ha ricordato i progetti di rivitalizzazione del centro storico attraverso la localizzazione delle sedi universitarie. E la disponibilità di fondi, attraverso Cassa Depositi e Prestiti, per attivare iniziative di housing destinate agli studenti. Renzi, dalla sua, ha annunciato un tavolo per il taglio delle tasse coordinato dal direttore generale del Comune.
I contenuti del nuovo documento di programmazione e il caso del nuovo store sportivo
Sul caso del nuovo negozio da mille metri quadri, l’assessore Renzi ha chiarito che il Comune non aveva strumenti per opporsi all’apertura. “Questa procedura autorizzativa era stata avviata durante la precedente amministrazione. Ed è già stato presentato un ricorso al TAR, rispetto al quale l’amministrazione sarebbe stata soccombente. Perché il cambio di regolamento sarebbe arrivato in corsa, mettendo il Comune in una posizione perdente. Che avrebbe riguardato anche altri casi. Io ringrazio anche i consiglieri di minoranza per gli spunti dati. In molto casi condivisibili. Ma stiamo giù lavorando per attuare cambiamenti: università in centro e tavolo sulle tassazioni“.
Le linee di indirizzo del nuovo piano del commercio approvato dal consiglio comunale erano già state approvate ad aprile 2023 in Giunta. E poi il documento è stato preadottato con atto del Consiglio comunale dell’agosto dello stesso anno. Ma subito impugnato al TAR Umbria per la necessità di apportare integrazioni e modifiche sulle base degli input politici. Per questo motivo il documento non ha avuto efficacia fino ad oggi, quando il Consiglio comunale si è di nuovo espresso.
Tra le novità, l’attivazione del tavolo di concertazione così come prevede la legge regionale 10 del 2014 nell’ambito dell’attività di monitoraggio.
Il documento presentato oggi è frutto di una serie di incontri del tavolo di concertazione, dove sono state discusse e approfondite le tematiche di indirizzo della giunta comunale. Al tavolo hanno partecipato le associazioni di categoria e le richieste e le proposte avanzate. Nel documento ci sono novità nell’ambito delle norme di attuazione per valorizzare e promuovere azioni migliorative ambientali e infrastrutturali in taluni interventi di nuovi insediamenti commerciali in determinate aree.
Aggiornati anche i dati statistici, demografici, economici ed ambientali rispetto al 2023. Dall’analisi effettuata, si conferma il trend di decrescita demografica della città e le difficoltà dei settori produttivi e commerciali. Risulta invece interessante la crescita dei flussi turistici, che anche nel territorio ternano, possono determinare una significativa modifica della geografia dei consumatori. In questo contesto, l’offerta commerciale legata alla valorizzazione del territorio, alla promozione dei prodotti tipici e di qualità, alla valorizzazione degli esercizi di vicinato, soprattutto nel centro storico, rappresenta un potenziale di crescita del settore che va sostenuto sia da corrette politiche localizzative sia da interventi più generali di valorizzazione e di fruibilità del centro città.
Invariata la suddivisione delle zone secondo le varie vocazioni (residenziali, commerciali, produttive, industriali e artigianali) ed i criteri localizzativi che tendono a limitare fenomeni di eccessiva localizzazione di grandi superfici commerciali a discapito di aree storicamente vocate al commercio, come il centro storico della città.