Alcuni residenti di Terni insieme a gruppi ambientalisti hanno sollevato nuovamente preoccupazioni significative riguardo l’impatto dell’inquinamento industriale delle Acciaierie di Terni sulla qualità della vita e sulla salute pubblica. Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo comitato Prisciano-Terni Est, costituito da circa un mese, la rappresentante Giorgia Menciotti ha evidenziato l’importanza della responsabilità collettiva verso la salute dei cittadini.
“Alle istituzioni chiediamo di tutelarci“, afferma Menciotti, “perché capiamo le esigenze produttive e industriali, ma la salute dei cittadini, i disagi, le spese sono temi che non possono vederci lasciati da soli“. Alla conferenza hanno partecipato anche esponenti di Italia Nostra a alcune associazioni ambientaliste come WWF Terni e Mountain Wilderness.
Il comitato Prisciano-Terni Est riporta l’attenzione sulle polveri
“Sono mamma di un bambino di tre anni e mezzo verso il quale ho delle responsabilità” – continua Giorgia Menciotti – “tutti a Terni dovremmo avvertire le stesse responsabilità nei confronti del nostro presente e del futuro. Verso la salute di tutti noi, di chi vive e lavora a Terni“. La situazione ambientale in città è al centro delle preoccupazioni del comitato Prisciano-Terni Est, che ha messo in luce la problematica delle polveri e dei metalli pesanti, come nichel e cromo esavalente, che affliggono uno dei quartieri adiacenti ad Arvedi Ast.
Ancora Menciotti: “Il problema polveri riguarda chi vive nella zona di Prisciano e borgo Bovio, ma la questione metalli pesanti, nichel, cromo esavalente, l’inquinamento dell’aria riguarda tutta la conca ternana“. “Quando sento parlare di sostenibilità ambientale delle Acciaierie“, prosegue, “penso alle polveri che continuano ad invaderci nelle nostre abitazioni, che ricoprono piazzali, auto, piante, tetti, grondaie“. Queste sostanze, come spiega la rappresentante del comitato, non solo si depositano su superfici esterne, rendendo la pulizia difficile e poco efficace, ma rappresentano anche e soprattutto un rischio per la salute, essendo agenti cancerogeni.
La vicepresidente del comitato ha presentato un campione di queste polveri in conferenza stampa, mostrando la loro attrazione magnetica come prova della loro composizione metallica. “Basta avvicinarle ad una piccola calamita che queste polveri, questi materiali si attaccano“.
Un problema che va avanti da anni
Le polveri rappresentano solamente una parte delle tante preoccupazioni espresse dal comitato Prisciano-Terni Est. Secondo i recenti dati forniti dall’Arpa, è stato registrato infatti un incremento dei livelli di nichel e cromo nell’aria tra il 2021 e il 2023, sostanze notoriamente riconosciute come cancerogene.
Ma non è tutto. “A Prisciano vige ancora l’ordinanza dell’ex sindaco Di Girolamo che vieta le coltivazioni, segno che il problema è ancora esistente e presente“, sottolinea il comitato. Da evidenziare è anche la cessazione, dal 2019, delle analisi su prodotti alimentari locali come latte, uova e ortaggi: un argomento su cui il comitato intende richiedere spiegazioni alla Usl.
“Infine continuiamo a fare i conti con odori nauseabondi: di plastica mista a zolfo, altre volte di ferro e saldature. E con le vibrazioni del suolo che provocano il tintinnio di vetri e porte e che di certo non fanno bene alle nostre abitazioni. Questa è la quotidianità, da anni. E le istituzioni che dicono?”. Proprio su questo punto, sul ruolo delle istituzioni nel garantire il benessere cittadino, il comitato è dubbioso. In particolar modo, dopo l’incontro con Arpa e il confronto con gli ingegneri di Arvedi Ast, esprime scetticismo riguardo la realizzazione dei progetti proposti dall’azienda: “Sarebbe bellissimo se i progetti che ci hanno illustrato venissero realizzati. Ma, sinceramente, dopo tutti questi anni ci sono solo dubbi, rabbia e sconforto“.
Italia Nostra e le associazioni ambientaliste sull’inquinamento di Ast
Il responsabile di Italia Nostra a Terni, Marco Sansoni, comprende appieno la frustrazione del comitato e ricorda: “Sessant’anni fa ai cittadini di Papigno che ponevano dubbi sull’inquinamento del loro borgo gli venne detto che dovevano portare pazienza. Che in fondo quelle polveri e quei sedimenti erano innocui“. “Non era così” – prosegue – “oggi la pazienza è finita e soprattutto c’è maggiore consapevolezza”.
Quello portato avanti non è un “accanimento” nei confronti di Ast, ci tiene a specificare Sansoni, “ma la volontà di fare piena luce, perché di fronte ad immagini satellitari come quelle del parco scorie o della discarica non è possibile mettere la testa sotto la sabbia“. Quello che si vuole sottolineare è l’urgenza di un risanamento concreto da parte di Ast-Arvedi e di un’azione politica decisa: “I dati dicono che le concentrazioni di nichel, cromo esavalente e cromo nell’aria e nei terreni eccedono i limiti permessi e ciò riguarda tutta la città, anche i lavoratori Ast e non solo i residenti di Prisciano“.
Il dibattito sul landfill mining legato all’ampliamento della discarica siderurgica, continua Sansoni, distoglie l’attenzione da una realtà di rifiuti pericolosi accumulati in modo precario. “È ora di agire tutti insieme“. Parola a Giuseppe Rinaldi del WWF di Terni che richiama l’attenzione sulle indagini e le azioni legali scatenate dalla costruzione della galleria Terni-Rieti sotto la discarica di Valle. Mette in luce anche che dal 2001 Papigno si trova in un Sito di Interesse Nazionale (Sin) tra i più inquinati in Italia secondo il Ministero dell’Ambiente. Sito che necessita urgentemente di bonifica.
“Ok per il landfill mining ma che le tecniche siano le migliori disponibili e che ciò proceda di pari passo con la bonifica del Sin. Terni ha criticità ambientali storiche che devono essere affrontate per il bene di tutti“, conclude Rinaldi.