Negli ultimi anni, l’Umbria è stata testimone di un fenomeno in crescita che ha suscitato preoccupazioni diffuse: la coltivazione di marijuana. Quello che un tempo poteva essere considerato un problema marginale si sta trasformando in una realtà sempre più diffusa, come dimostrano i recenti episodi di sequestri e arresti avvenuti nella regione. Gli interventi delle forze dell’ordine, sebbene costanti, mettono in luce una situazione che necessita di un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni.
Uno degli episodi più recenti si è verificato tra Villa Pitignano e Pieve Pagliaccia, nelle campagne perugine. Durante la notte tra martedì e mercoledì, i Carabinieri di Perugia sono intervenuti in un terreno dove era stata segnalata la presenza di un’auto sospetta. Tuttavia, quello che sembrava un normale intervento per prevenire un furto si è rivelato essere molto di più. Sul posto, i militari hanno trovato il proprietario del terreno, un uomo di cinquant’anni, che apparentemente si trovava lì per riposarsi dopo il lavoro. Ma dietro a una casetta di legno, i Carabinieri hanno scoperto una serra ben nascosta, contenente 15 piante di marijuana, protette da un sistema di spirali in rame per l’elettrocoltura.
Questa scoperta ha portato a successive indagini, che hanno svelato una situazione ancora più complessa. Nel garage della casa dell’uomo, infatti, i militari hanno trovato un barattolo di vetro contenente 255 grammi di hashish, nascosto sotto un tavolo e coperto da mattoni. L’uomo, difeso dall’avvocato Guido Maria Rondoni, ha successivamente patteggiato una condanna a due anni di carcere, con pena sospesa, ed è stato rimesso in libertà.
I carabinieri hanno proceduto a un arresto anche a Fontivegge
Un altro episodio significativo si è verificato a Perugia, in via Mentana, vicino alla stazione di Fontivegge. Un 21enne, fermato dalla polizia per un controllo, è stato trovato in possesso di alcuni grammi di marijuana e di una somma di 400 euro. Ma è stata la perquisizione domiciliare a rivelare la vera entità dell’attività illecita: quasi 220 grammi di hashish nascosti nell’armadio della stanza da letto, insieme a un bilancino di precisione, indicativo di una probabile attività di spaccio.
Anche in questo caso, il giovane ha patteggiato una condanna a un anno e mezzo di carcere, con pena sospesa, oltre al pagamento di una multa di 4.000 euro. Questo episodio mette in luce un aspetto preoccupante del fenomeno: l’età sempre più giovane dei coinvolti in attività legate alla coltivazione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Questi episodi sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più ampio che sta interessando l’Umbria. Le campagne umbre, con la loro vasta estensione e la presenza di aree isolate, offrono un terreno fertile per la coltivazione illegale di marijuana. Gli agricoltori locali, spinti da difficoltà economiche, potrebbero essere tentati di integrare i propri redditi attraverso attività illecite, mentre i giovani, spesso privi di alternative occupazionali, possono vedere nella coltivazione e nello spaccio di droga una via d’uscita dalla disoccupazione.
La coltivazione di marijuana può costituire fonte di reddito per giovani disoccupati
Le forze dell’ordine sono costantemente impegnate nel monitoraggio del territorio, ma la vastità delle aree interessate e l’ingegnosità dei coltivatori rendono difficile un controllo capillare. Le piantagioni sono spesso nascoste in luoghi impervi o all’interno di serre costruite appositamente, come nel caso di Villa Pitignano, e sono protette da sistemi tecnologici avanzati che complicano ulteriormente le operazioni di individuazione.
La mancanza di opportunità lavorative e la crescente disillusione rispetto al futuro possono spingere i giovani a cercare guadagni facili, entrando in un circolo vizioso di illegalità e violenza.
La lotta contro le piantagioni di marijuana richiede l’impegno costante delle forze dell’ordine. L’uso di tecnologie avanzate, come i droni, potrebbe rappresentare un valido aiuto per monitorare le aree più difficili da raggiungere e individuare le piantagioni nascoste.
Inoltre, è fondamentale che la giustizia sia in grado di agire con decisione, garantendo che chi abbia esercitato attività illecite riceva le giuste sanzioni. Le condanne con pena sospesa, sebbene giustificate in alcuni casi, possono dare l’impressione di un trattamento indulgente, che non rispecchia la gravità del reato.