Oggi 21 giugno 2024, la Fondazione Perugia ha acquisito la preziosa Collezione Albertini durante un’asta parigina organizzata dalla casa d’aste Mirabaud Mercier. Questo evento segna il ritorno in Italia di una raccolta di documenti e coperte in pergamena risalenti al XIV e XV secolo, di inestimabile valore culturale, artistico e storico. Con un prezzo di aggiudicazione di 305.000 euro, oltre ai diritti d’incanto, la collezione comprende 153 lotti, che riflettono un importante patrimonio legato alla storia amministrativa e giudiziaria del Comune di Perugia.
La Collezione Albertini rappresenta una testimonianza unica della vita politica e sociale di Perugia durante il Medioevo. Le coperte in pergamena erano originariamente parte dei registri dei podestà, dei capitani del popolo, dei giudici e dei sindaci. Questi documenti non solo attestano l’attività amministrativa della città, ma offrono anche uno sguardo sui personaggi che hanno governato Perugia. Le decorazioni e le raffigurazioni, tra cui il Grifo – simbolo della città – e gli emblemi dei magistrati, sono preziose fonti iconografiche che arricchiscono la comprensione della storia locale.
Dal punto di vista artistico, le coperte sono espressioni magnifiche dell’arte della miniatura e della decorazione del libro medievale. Ogni pezzo è finemente decorato e dipinto, riflettendo le tecniche e gli stili artistici dell’epoca. Questo tesoro non solo valorizza l’arte di quel tempo, ma rappresenta anche un importante esempio del patrimonio araldico, essendo molte delle decorazioni legate agli stemmi e ai simboli delle famiglie nobiliari e delle cariche pubbliche.
La collezione deve il nome al giurista Luigi Albertini
La collezione deve il suo nome al giurista Luigi Albertini, che a metà dell’Ottocento la acquistò da Josef Spithorer, un antiquario e diplomatico peruviano residente a Parigi. Portata in Francia, la collezione è rimasta in possesso degli eredi di Albertini fino all’asta del 2024. La migrazione della collezione ha significato che per molti decenni, un pezzo significativo della storia di Perugia è stato conservato lontano dalla sua sede originaria, privando studiosi e cittadini dell’accesso diretto a questo patrimonio di conoscenza.
Il ritorno della Collezione Albertini a Perugia rappresenta una riconquista culturale e simbolica per la città. La Fondazione Perugia, guidata dal presidente Alcide Casini, ha sottolineato l’importanza di questo recupero, definendolo un atto dovuto per la cultura e l’identità del territorio. Il ritorno in patria della collezione non solo arricchisce il patrimonio culturale locale, ma offre anche nuove opportunità di studio e ricerca per storici e appassionati.
Una delle prime azioni previste dopo il ritorno della collezione sarà la ricostruzione dell’unità documentaria. Le preziose coperte erano state staccate dagli antichi registri dell’amministrazione giudiziaria, tuttora custoditi presso l’Archivio di Stato di Perugia. Riunendo questi elementi, sarà possibile ricostruire i registri originali, ripristinando un contesto storico e archivistico che fornirà una visione più completa e dettagliata della vita amministrativa di Perugia nel Medioevo e nel Rinascimento.
Aperta la strada a una nuova ricerca storico-artistica
La disponibilità della Collezione Albertini aprirà nuove strade per la ricerca storica e artistica. Gli studiosi avranno la possibilità di analizzare questi documenti da vicino, esaminando non solo il contenuto scritto, ma anche le tecniche artistiche e i materiali utilizzati. Questo studio potrà rivelare nuove informazioni sui metodi di produzione dei documenti, sui contesti sociali e politici dell’epoca e sui profili dei magistrati raffigurati.
Il ritorno della collezione offre anche l’opportunità di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale di Perugia. Eventi, mostre e pubblicazioni potranno in seguito essere organizzati per presentare al pubblico i risultati delle ricerche.
Il ritorno della Collezione Albertini a Perugia è un evento di grande rilevanza culturale e storica. La Fondazione Perugia, attraverso un significativo impegno economico, ha riportato in Italia un pezzo fondamentale della sua storia.
Questo recupero non solo arricchisce il patrimonio culturale locale, ma apre anche nuove prospettive per la ricerca e la valorizzazione della storia e dell’arte di Perugia. Come affermato da Alcide Casini, questo successo è motivo di grande orgoglio e soddisfazione, confermando la missione della Fondazione come custode e promotrice dell’arte e della cultura.