Lo scontro politico e sociale sul futuro ampliamento del Centro commerciale di Collestrada a Perugia si accende. Dopo la ripresa dei confronti istituzionali, divisioni tra le associazioni di categoria e un confronto sempre più serrato tra la proprietà della grande facility commerciale e il Comune di Perugia, cresce di tono il confronto. Che ora vede protagonisti i promotori, che chiedono risposte chiareall'amministrazione, e i sindacati che criticano il progetto.
Zero consumo di suolo, rigenerazione urbana, viabilità migliorata, nuova fermata ferroviaria e centinaia di posti di lavoro. Con un progetto da 125 milioni di euro, Eurocommercial Properties rilancia l’ampliamento del centro commerciale Collestrada, presentandolo come un investimento strategico per la città e coerente con gli obiettivi di sostenibilità e pianificazione urbana del Comune di Perugia. Ma l’operazione, che ha già ottenuto i pareri favorevoli di Regione, Anas e RFI, continua a incontrare resistenze.
Dopo un acceso confronto istituzionale con la sindaca Vittoria Ferdinandi, a prendere posizione sono ora anche CGIL e CISL, che con Filcams e Fisascat sollevano dubbi sul reale impatto occupazionale dell’intervento e sulla tenuta del tessuto economico locale. I sindacati si schierano così con il Comune e con Confcommercio, chiedendo una visione di lungo periodo e criticando l’approccio “a spot” dell’iniziativa. La frattura è ormai aperta.
Il progetto promosso da Eurocommercial, società olandese attiva nella gestione di 24 centri commerciali in Europa, si basa su una serie di interventi che puntano a trasformare l’area di Collestrada in un nodo urbano integrato. Nessun consumo di nuovo suolo, ma recupero di aree dismesse, 32.000 metri quadrati di rinaturalizzazione a verde, riduzione stimata delle emissioni di CO₂ pari a 280 tonnellate l’anno, autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, e un sistema di mobilità in linea con il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.
Sul fronte della viabilità, l’intero pacchetto – valutato in circa 12 milioni di euro – prevede l’allargamento delle corsie stradali, la modifica degli svincoli di Collestrada, il raddoppio del sottopasso e nuovi collegamenti ciclo-pedonali, oltre a una velostazione e a un parcheggio di interscambio da 850 posti. A completare il quadro, un progetto per la realizzazione di una nuova fermata ferroviaria, siglato con Regione Umbria e RFI.
Secondo Eurocommercial, tutto questo risponde a criteri di interesse pubblico e contribuirebbe non solo a riqualificare un’area strategica per la città, ma anche ad attrarre nuovi flussi e opportunità. “È necessario – ha fatto sapere la società – un dialogo istituzionale trasparente. Non poniamo ultimatum, ma chiediamo chiarezza dopo mesi di stallo”.
La società, da ultimo,evidenzia l’impatto occupazionale con circa 600 posti di lavoro stabili e un indotto di cantiere di circa 250 occupati, oltre alle ricadute sulle imprese locali.
Lo stallo amministrativo, però, è solo una delle criticità. A infiammare il dibattito arrivano ora le parole di CGIL e CISL e le rispettive categorie del terziario Filcams e Fisascat, che con un comunicato congiunto hanno messo in discussione la sostenibilità economica e occupazionale dell’investimento. I dubbi riguardano soprattutto la promessa di circa 800 posti di lavoro, di cui 600 nel centro commerciale e 200 durante i lavori.
“Abbiamo già visto annunci simili in altri progetti, ma nella realtà si traducono spesso in contratti a termine nella fase di avvio, senza reali prospettive di stabilizzazione,” affermano i sindacati. “In una regione come l’Umbria, che già presenta una delle più alte densità di superficie commerciale per abitante, nuove aperture rischiano di cannibalizzare il mercato esistente. È un equilibrio fragile, e in gioco ci sono posti di lavoro attuali, non solo futuri”.
Anche il tema della viabilità non convince del tutto. “La nuova stazione ferroviaria può essere utile, ma è realizzabile anche indipendentemente dal centro commerciale,” sottolineano. “E il raddoppio delle rampe della superstrada all’uscita di Ponte San Giovanni resta una priorità. Serve una strategia condivisa, non interventi scollegati tra loro”.
Sul piano amministrativo, il progetto aveva ricevuto un primo via libera nel luglio 2023, quando la Giunta comunale approvò la variante urbanistica. L’istruttoria tecnica si è chiusa formalmente a marzo 2024, ma l’attuale Giunta non ha ancora preso una posizione definitiva. La sindaca Ferdinandi ha più volte ribadito la volontà di valutare l’iniziativa all’interno di una riflessione più ampia sul modello di sviluppo della città.
I sindacati chiedono ora un tavolo di confronto istituzionale permanente: “Non possiamo più decidere caso per caso. È il momento di definire, insieme, che visione abbiamo di Perugia da qui ai prossimi venti o trent’anni”.
Il progetto Collestrada si conferma dunque un banco di prova per la politica urbanistica cittadina, mettendo di fronte due modelli differenti: da un lato l’investimento privato come leva per la rigenerazione urbana, dall’altro la richiesta di una governance pubblica più forte e capace di orientare le scelte in un’ottica di sistema.