Anche in Umbria oggi, martedì 30 aprile, Coldiretti festeggia la giornata dell’orgoglio. E lo fa attraverso due appuntamenti. Si inizia la mattina alle ore 10,30 a Terni presso il Garden Hotel, per proseguire nel pomeriggio a Perugia, alle ore 16,30, presso l‘Hotel Quattrotorri.

Una giornata importante – fanno sapere i vertici nazionali dell’associazione in una nota – ancora di più nell’anno delle celebrazioni degli 80 anni della più grande associazione agricola d’Italia e d’Europa”.

Coldiretti festeggia la giornata dell’orgoglio

Sono non meno di 50mila gli agricoltori in tutte le province d’Italia che, da nord a sud del Belpaese, si sono mobilitati per riunirsi oggi, martedì 30 aprile, in ben 96 assemblee sul territorio nazionale, di cui due in Umbria – durante la mattina a Terni, nel pomeriggio a Perugia – in occasione della Giornata dell’orgoglio Coldiretti.

L’obiettivo della mobilitazione è quello di costruire, partendo dalla base, le prossime battaglie che vedono l’associazione agricola Coldiretti impegnata nei mesi da qui in avanti, in considerazione anche delle elezioni europee di giugno 2024.

Tanti e diversi sono i temi al centro del dibattito, dalla raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti alla fauna selvatica, passando per la moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali.

Senza dimenticare le richieste contro le importazioni sleali, il falso made in Italy, così come l’esortazione a introdurre un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici.

Coldiretti Umbria, presidente Albano Agabiti: “Trasparenza sulle etichette per proteggere l’agroalimentare italiano”

“La raccolta firme per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti, sarà uno dei temi principali che affronteremo con gli agricoltori, con l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi che deve diventare una priorità” comunica il presidente regionale di Coldiretti Umbria Albano Agabiti, presente alle assemblee regionali di oggi, martedì 30 aprile, con le presidenti provinciali, Anna Chiacchierini per Perugia e Dominga Cotarella per Terni.

“Non è più accettabile – dice ancora Albano Agabiti – assistere a scene come quelle vissute durante la mobilitazione del Brennero, dove si è visto arrivare dei prosciutti, del concentrato di pomodoro, della frutta o della verdura e diventare con l’ultima trasformazione sostanziale a tutti gli effetti dei prodotti italiani”.

Ecco perché per il presidente Agabiti la giornata dell’orgoglio rappresenta “l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero“.

Direttore Mario Rossi: “Emergenza fauna selvatica”

“Un altro dei temi principali che sarà affrontato durante le assemblee – anticipa Mario Rossi, direttore Coldiretti Umbria – sarà come quello della fauna selvatica incontrollata, diventata da tempo un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza”.

“I cinghiali e altre specie stanno divorando il lavoro degli agricoltori e allevatori, spesso costretti ad abbandonare i propri territori – spiega Rossi – Mancano i piani regionali straordinari di controllo e degli strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto se pensiamo a quello che sta accadendo con la peste suina in alcune province italiane”.

“Per questo Coldiretti – aggiunge il direttore dell’associazione in Umbria, Rossi – ha già chiesto un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro e con la fauna selvatica che è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina”.