Nella storica sede Colacem della zona industriale della Vittorina è stata inaugurata la Biblioteca in Fabbrica, un progetto che unisce cultura, impresa e innovazione sociale.
Un’iniziativa, come ha sottolineato l’azienda, nata per “favorire relazioni, conoscenza e pensiero condiviso nei luoghi di lavoro”, trasformando lo spazio produttivo in un laboratorio di idee e di crescita collettiva.
La cerimonia di apertura si è svolta martedì 4 novembre davanti a un pubblico di oltre 300 persone: amministratori, collaboratori, cittadini e rappresentanti delle istituzioni.
Erano presenti il sindaco di Gubbio Vittorio Fiorucci e il presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti, a testimonianza di un’attenzione crescente verso i modelli d’impresa che sanno coniugare competitività e responsabilità sociale.
“La Biblioteca in Fabbrica è un segno concreto della nostra idea di impresa: innovazione attraverso la collaborazione e il dialogo. Crediamo che il valore economico si possa generare dall’incontro tra persone e saperi, in una logica aperta al mondo.”

Con queste parole il Cavaliere del Lavoro Carlo Colaiacovo, amministratore delegato di Colacem, ha salutato i presenti, sottolineando la volontà del gruppo di promuovere spazi di confronto e condivisione anche all’interno dei luoghi di produzione.
L’iniziativa, infatti, non nasce come semplice gesto simbolico, ma come progetto pilota destinato a essere progressivamente implementato anche negli altri stabilimenti Colacem in Italia e all’estero.
La biblioteca, curata e allestita in collaborazione con il personale aziendale, ospiterà testi di narrativa, saggistica, economia e filosofia del lavoro, in un’ottica di accessibilità e di educazione continua.
Ospite d’onore e testimonial dell’evento, il sociologo ed economista Mauro Magatti, docente di Sociologia generale all’Università Cattolica di Milano, ha tenuto una lectio dal titolo “Intelligenza artificiale: la frontiera dove cambia il lavoro, la società, la cultura”.
Magatti ha invitato a riflettere sul ruolo dell’uomo in un mondo dominato da processi automatizzati e algoritmi sempre più pervasivi:
“L’innovazione non deve ridurre l’uomo a un ingranaggio, ma generare spazi di senso e di libertà. La tecnologia, se vissuta come alleata, può ampliare le possibilità dell’essere umano, non sostituirlo.”

Durante l’incontro, Magatti ha presentato anche il volume “Macchine Celibi”, scritto insieme a Chiara Giaccardi, che esplora la necessità di integrare tecnologia e umanità, evitando i rischi di un progresso chiuso e autoreferenziale.
Il libro, da cui prende spunto l’intero progetto, propone una visione relazionale del lavoro: non più come catena produttiva, ma come rete di persone capaci di generare valore condiviso.
Con la “Biblioteca in Fabbrica”, Colacem compie un passo deciso verso un nuovo modello di welfare aziendale: non solo servizi per i dipendenti, ma un ambiente culturale che valorizzi il capitale umano.
Nel contesto industriale, l’iniziativa appare come una scommessa innovativa: riportare la parola, la lettura e il pensiero critico all’interno della fabbrica, per costruire un tessuto relazionale che favorisca la collaborazione e la creatività.
“L’impresa moderna – ha aggiunto Colaiacovo – non può più essere solo un luogo di produzione. Deve diventare anche un luogo di conoscenza, perché la conoscenza è la prima materia prima del futuro.”
Un messaggio che risuona particolarmente in un momento storico in cui le sfide della transizione digitale e della sostenibilità chiedono nuove competenze, ma anche nuovi significati del lavoro.
La giornata di inaugurazione si è svolta in un clima di grande partecipazione e interesse.
Numerosi i collaboratori Colacem che hanno contribuito all’allestimento e alla catalogazione dei volumi, trasformando l’iniziativa in un progetto corale.
Accanto ai testi di economia e management, la biblioteca accoglie opere di narrativa, poesia, filosofia, psicologia e storia, con l’obiettivo di stimolare la curiosità e la crescita personale dei lavoratori.
Tra i presenti, oltre alle autorità civili, anche rappresentanti del mondo culturale e accademico umbro. L’incontro con Magatti ha offerto un’occasione preziosa per discutere di intelligenza artificiale, etica e futuro del lavoro, temi sempre più centrali per le imprese e le comunità.
Con la Biblioteca in Fabbrica, Colacem riafferma la propria vocazione a un’impresa aperta, capace di mettere in relazione produzione, cultura e territorio.
Non un’iniziativa isolata, ma parte di una visione più ampia, che vede l’impresa come luogo di dialogo e di civiltà.
In un tempo in cui l’automazione rischia di rendere invisibile la persona, il gesto di aprire una biblioteca in un sito industriale assume un valore simbolico profondo: rimettere al centro la parola, la conoscenza e la relazione umana.

La fabbrica, cuore dell’operosità eugubina, diventa così anche cuore pulsante di cultura.
E mentre i volumi trovano spazio tra i macchinari e i computer, la “Biblioteca in Fabbrica” si propone come un ponte tra il pensare e il fare, tra la mente e le mani, tra l’uomo e la tecnologia.