Rafforzare il Codice Rosa partendo da chi, ogni giorno, è in prima linea nei pronto soccorso e nei servizi territoriali. È la strada scelta dalla Usl Umbria 2, che ha investito in un percorso di formazione biennale dedicato agli operatori coinvolti nei casi di violenza. Il 28 novembre si chiude il quarto modulo di un progetto che sta ridisegnando il modo di lavorare in rete, con l’obiettivo di offrire alle vittime un’accoglienza più preparata, coordinata e capace di prendersi cura anche delle ferite invisibili.
Alla base del percorso c’è l’idea che nessun professionista, da solo, possa dare risposte complete a chi subisce abusi. Per questo la Usl Umbria 2 ha messo in campo un lavoro corale, sostenuto dalla direzione generale e portato avanti da un gruppo di professioniste motivato a costruire una vera rete aziendale e territoriale. Il progetto non si limita a illustrare le procedure del Codice Rosa, ma punta a far dialogare mondi diversi – sanitario, sociale, psicologico, legale – per seguire le vittime lungo tutto il percorso di cura.
La formazione si fonda su alcuni assi centrali: lavorare in modo interdisciplinare, costruire alleanze con istituzioni e realtà del territorio, ampliare il raggio d’azione del Codice Rosa a tutte le vittime di violenza, senza distinzioni. In questa visione rientra anche la Stanza Rosa, lo spazio dedicato nei pronto soccorso che la Usl Umbria 2 immagina sempre più come un vero “Luogo di Comunità”, dove la rete dei servizi e delle persone che la compongono sappia intercettare, riconoscere e accogliere chi chiede aiuto.
Il modello adottato dalla Usl Umbria 2 è ispirato alla cosiddetta formazione “empowering”, una metodologia che arriva dalla psicologia di comunità e che privilegia il coinvolgimento attivo di chi partecipa. L’obiettivo non è solo trasferire nozioni tecniche, ma rendere gli operatori più consapevoli del proprio ruolo, rafforzare le competenze relazionali e comunicative e farli sentire realmente “parte della soluzione” quando si trovano di fronte a un sospetto di violenza.
Per comprendere meglio che cosa accade a chi subisce un trauma e impostare interventi adeguati, il percorso dedica ampio spazio alla teoria del trauma. In questo quadro si inserisce la collaborazione con EMDR Italia: hanno partecipato ai moduli formativi la presidente Isabel Fernandez e le professioniste Isabella Gioiosi e Cristina Mastronardi, che hanno portato il punto di vista della psicotraumatologia specialistica. Il metodo EMDR, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle terapie elettive per la cura dei traumi, rappresenta un riferimento importante per la presa in carico dei casi più complessi.
La formazione sul Codice Rosa nella Usl Umbria 2 è strutturata su un programma continuativo di due anni, articolato in più moduli che intrecciano aspetti tecnici e sviluppo delle cosiddette soft skills. Si va dai momenti dedicati all’interdisciplinarietà e all’analisi condivisa dei punti di forza e di criticità del sistema, ai moduli centrati sugli aspetti psicologici e sulle modalità di presa in carico delle vittime, fino a quelli focalizzati sulla storia e sull’evoluzione del Codice Rosa all’interno dell’azienda.
Una parte significativa del percorso guarda però anche al rovescio della medaglia: il trauma vicario, ovvero il rischio che chi lavora quotidianamente a contatto con storie di violenza possa subirne a sua volta le conseguenze emotive. Il quarto modulo è interamente dedicato a questo tema e propone strumenti, fattori di protezione e interventi mirati a salvaguardare il benessere psicologico degli operatori. Un elemento di originalità del progetto, ideato da Mirella Cleri insieme alle colleghe responsabili degli altri moduli, è proprio l’attenzione congiunta alla qualità dell’intervento e alla salute di chi lo mette in pratica.
Per la Usl Umbria 2 questo percorso formativo rappresenta un tassello di un disegno più ampio: costruire un sistema di intervento contro la violenza sempre più integrato, capace di tenere insieme competenze diverse e livelli differenti di responsabilità. La formazione viene considerata un primo passo, da consolidare nei prossimi mesi con una collaborazione ancora più stretta tra servizi sanitari, istituzioni locali e realtà del territorio.
L’orizzonte è quello di assicurare a ogni vittima un percorso chiaro e continuativo, fatto di "ascolto, accoglienza e supporto", grazie a operatori preparati, a una rete che dialoga e a spazi come la Stanza Rosa che diventino punti di riferimento riconoscibili per la comunità umbra.