È molto positivo il giudizio di CNA Umbria su All-In, la nuova manovra economica da 120milioni di euro presentata nei giorni dalla presidente della giunta Donatella Tesei e dall’assessore allo sviluppo economico della Regione Michele Fioroni.
“Esprimiamo un forte apprezzamento per le misure annunciate da Palazzo Donini – ha dichiarato Michele Carloni, presidente regionale della CNA -. Perché nel complesso sono mirate a favorire l’innovazione e la crescita dimensionale delle imprese umbre. un requisito indispensabile all’aumento del Pil e quindi a garantire sviluppo e benessere per la collettività. Contribuendo nel lungo periodo a migliorare i servizi per i cittadini. Bene, dunque, gli strumenti a sostegno di nuovi investimenti tecnologicamente avanzati, dell’efficientamento energetico dei capannoni e dei laboratori, dei processi di sostenibilità e digitalizzazione delle imprese. Anche attraverso l’applicazione dell’intelligenza artificiale. E quelli per l’internazionalizzazione”.
Dalla CNA dell’Umbria soddisfazione per l’entità dei contributi di All-in e per le misure per la crescita dimensionale delle imprese
La soddisfazione della CNA riguarda anche l’entità dei contributi. Quelli a fondo perduto, ad esempio, vanno dal 20 al 70% a seconda dello strumento. Un aspetto particolarmente rilevante, in un momento caratterizzato dal restringimento dei finanziamenti concessi alle piccole imprese dal sistema bancario. E dalla concomitanza di tassi di interesse ancora molto alti.
“È importante l’annuncio di strumenti finanziari finalizzati a sostenere la realizzazione degli stessi investimenti – aggiunge Carloni – sommandosi ai contributi a fondo perduto. Apprezziamo anche l’interesse verso le micro e piccole imprese artigiane Che molto probabilmente realizzeranno piccoli investimenti. Perché in questo caso, oltre al finanziamento del 100% del progetto, potranno contare anche su un contributo a fondo perduto che potrà arrivare fino al 40%”.
Al di là delle risorse stanziate “sarà importante la velocità con cui usciranno i bandi contenuti nella manovra e l’istituzione di un fondo regionale di riassicurazione. Uno strumento che possa aumentare le garanzie rilasciate dai Confidi nei confronti del sistema bancario e a favore delle imprese più piccole. Perché in un momento di bassa crescita del Pil, senza disponibilità di credito, le aziende non solo non possono programmare investimenti, ma si potrebbero verificare anche problemi di liquidità e, quindi, di continuità aziendale”.
In arrivo il nuovo Piano di transizione 5.0 del governo, con crediti di imposta per investimenti
Oltre ai primi bandi della manovra regionale, a settembre dovrebbe diventare operativo anche il nuovo Piano di Transizione 5.0. Con crediti di imposta importanti a favore delle imprese che investono.
“Non appena il governo pubblicherà i decreti attuativi – continua il presidente della CNA – sarà opportuno verificare, insieme ai tecnici della Regione, la possibile cumulabilità dei crediti di imposta 5.0 con gli incentivi regionali, per spingere al massimo i progetti di crescita dimensionale delle imprese”.
Per questo Michele Carloni auspica per le prossime settimane un intervento economico a favore della riduzione del costo del denaro anche da parte della Camera di Commercio dell’Umbria.
A minare i progetti di crescita delle imprese, tuttavia, resta la mancanza di personale specializzato, difficilmente reperibile sia per mancanza di competenze, sia per il disinteresse di molti disoccupati verso alcuni mestieri e professioni.
“La manovra della Regione cerca di dare risposte anche su questo fronte attraverso incentivi alle assunzioni e a favore della formazione continua di lavoratori e imprenditori. Ma la grande riflessione a cui non possiamo e non dobbiamo sfuggire, soprattutto alla vigilia delle elezioni regionali, è quella sull’attrattività: quella delle imprese umbre agli occhi dei giovani disoccupati, finora scarsa, e quella dell’Umbria, che si sta progressivamente invecchiando e spopolando, verso nuovi potenziali residenti. Perché è certo – conclude Michele Carloni – che, senza personale e competenze, le imprese umbre, così come il Pil, non possono crescere”.