A Perugia sarebbero rinvenuti dei collegamenti tra una presunta associazione criminale di matrice nigeriana e alcuni esponenti della criminalità organizzata della regione Campania afferenti alla sfera d’influenza del Clan dei Casalesi. E’ quanto emerso, con particolare riferimento a un soggetto ritenuto al vertice del clan, da una recente operazione investigativa condotta dai carabinieri del comando provinciale di Perugia.

Clan dei casalesi arriva a Perugia

I carabinieri del comando provinciale di Perugia hanno dato esecuzione a una ordinanza cautelare nei confronti di 24 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico, alla detenzione e allo spaccio di ingenti quantità di droga, in particolar modo eroina.

Per dieci di loro è stata disposta la custodia in carcere, per altri tre si è optato per gli arresti domiciliari, mentre per i restanti undici è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Quattro tra questi, tuttavia, risultano ad oggi irraggiungibili alle forze dell’ordine.

Tra i ventiquattro, comunque, uno specifico indagato è stato riconosciuto quale membro del “Clan dei Casalesi“; a costui, nella fattispecie, il provvedimento cautelare è stato notificato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove il soggetto si trova rinchiuso per estorsione.

L’intervento dei carabinieri di Perugia

L’intervento dei carabinieri ha interessato, oltre alla provincia di Perugia, anche quelle di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese. Le indagini erano già state avviate, infatti, nei primi mesi dello scorso anno e i fatti rinvenuti in questi giorni costituiscono l’evoluzione delle operazioni concluse dal nucleo investigativo perugino a giugno e ad agosto del 2022 nel cui ambito erano stati raggiunti, tra provvedimenti cautelari e arresti in flagranza, ben 45 soggetti, con il relativo sequestro di 24 chili di eroina e una somma in denaro pari a 150.000 euro.

Successivamente gli investigatori – così spiega in una nota la procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone che si è occupata del caso “Clan dei Casalesi” – dopo l’arresto di tre nigeriani, con oltre un chilo e mezzo di eroina in tasca, sono riusciti a ricostruire una rete di soggetti sia connazionali, fissi a Perugia, sia italiani, giudicati in grado d’importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di droga dall’estero.

Un giro di spaccio da 15 milioni di euro

Dall’indagine dell’Arma è emerso, inoltre, che il gruppo, definito unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un’abitazione presa in affitto nel centro storico di Perugia, presso la quale sarebbero stati stoccati e rivenduti, nel giro di pochi mesi, centinaia di chili di droga.

I carabinieri sostengono che, per mano di decine di pusher, venissero quotidianamente alimentate le piazze di spaccio di Umbria, Toscana, Marche e Campania. Non è tutto. Gli sviluppi investigativi hanno permesso di appurare che il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l’associazione a delinquere era l’Europa del nord.

Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato contestato ai 24 soggetti indagati un traffico di circa 250 chili di stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro.

Il Clan dei Casalesi

Il Clan dei Casalesi è uno dei più potenti clan camorristici in Italia, originario della provincia di Caserta, in Campania. Si tratta di una federazione di bande criminali unite tra loro, seppur ciascuna goda di una propria autonomia nel proprio comune d’appartenenza. Il clan affonda le sue radici nella seconda metà del XX secolo e si connota da subito per una struttura piramidale, con una cupola e una cassa comune.

Il clan risulta attivo anche in altre regioni del Belpaese come nel Lazio, in Veneto e in Emilia-Romagna. All’estero, invece, si è diffuso in Spagna – dove gestisce un canale di distribuzione della cocaina che proviene dall’America meridionale – in Svezia e in Romania dove, oltre alle piazze di spaccio, amministra affari di prostituzione e riciclaggio di denaro.